domenica 25 marzo 2012

Conversazione con Nicola Magaletti

Qual è la finalità del libro?
"La finalità del pamphlet, da Visionario, l’annuncio nella sua introduzione: indicare il punto di arrivo di questa rivoluzione e entusiasmante globale che stiamo vivendo affinché, unac consapevolezza adeguata da parte del cittadino, gliela possa far vivere con maggiore serenità, fiducia e possa in tal modo accorciarne il percorso che altrimenti potrebbe divenire eccessivamente tortuoso e quindi lungo. Anche nella quarta di copertina riprendo il tema: “c’è la luce oltre il tunnel e non è mai stata così luminosa!”".

Chi sono i destinatari?
"I destinatari sarebbero i cittadini “tutti”; infatti è volutamente molto semplice e divulgativo. Ci sarebbe un secondo livello di lettura, fin dal primo capitolo: quando parlo di delega di sovranità, ad esempio, i più accorti noteranno che rivaluto lo psicologismo di Stuart Mill (anche se in chiave molto singolare) rispetto al sociologismo imperante di Marx".

Quali sono l'obiettivo centrale e i temi prioritari?
"Essendo comunque i temi trattati molto vasti (col manifesto di Nicola
2, nelle conclusioni, intendo addirittura fornire la tanto attesa prosecuzione del manifesto di Ventotene!). Ritengo che il cavallo di Troia possa essere il tema della finanza, una vera chicca e che intendo cavalcare: sono stato il primo in assoluto in Italia a parlare dell’abolizione del denaro contante ovvero della sua TRACCIABILTA’ (cosa facilmente dimostrabile e mi sto attivando per farlo) e intendo rivendicarne la paternità per accreditarmi come Visionario con lo scopo di annunciare una ben più attuale ed altrettanto rivoluzionaria soluzione all’attuale crisi finanziaria ancora del tutto inedita: l’abolizione della finanza. (Abbiate fiducia, non prendetemi per folle così come fecero in tanti 20 anni fa con la tracciabilità)".
Ci sono degli interlocutori individuati, soprattutto in virtù di questo tema?
"I miei interlocutori privilegiati diventano, in questa fase, gli economisti e la stampa di settore. Gli proporrò di cambiare il loro punto di vista, gli imporrò una rivoluzione paradigmatica per poter dare una risposta alla attuale crisi finanziaria, epifenomeno di una rivoluzione in atto ben più vasta. Ma questo è quanto".

In quanto editore di se stesso, il titolo lo avrai scelto. Qual è la tua chiave di lettura?
"Non posso rinunciare alla presuntuosità del titolo; d'altronde nel libro do del Beota a chi legge! Sono provocatorio e presuntuoso in tutto lo scritto coerentemente con la formula prescelta del pamphlet. Non posso nascondermi dietro un dito. Devo solo prepararmi ad affrontare le inevitabili critiche".

Una curiosità sul colore della copertina.
"I colori della copertina sono un tributo a Popper e alla sua “Società aperta” ma è azzeccatissimo anche il giallo come colore della scelta e della responsabilità: sono ridondanti in tutto il libro anche se inevitabilmente anticipate dalla consapevolezza ottenuta con l’informazione e con la lettura di quanto scrivo".

Il mio orizzonte è quello mediterraneo con il canocchiale puntato sulla Tunisia - protagonista del mio romanzo Tunisi, taxi di sola andata - e vorrei avere il tuo punto di vista.
"In quanto al tema della rivoluzione tunisina, sai quanto mi appassioni, preferisco terminare di leggere il tuo libro. Posso comunque anticipare che sì, il termine Dignità, meglio si adatta rispetto a quelli sentiti ma non esaurisce e sintetizza a sufficienza quanto è accaduto, sta accadendo ed accadrà".

In effetti gli slogan sono sempre riduttivi e i tunisini parlano di dignità, libertà e giustizia...qualcuno dubita che la parola rivoluzione sia adatta.

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