venerdì 31 maggio 2013

"Dove va il Mediterraneo?" di Franco Rizzi - Presentazione Giovedì 30 maggio presso la Biblioteca Alessandrina all’Archivio di Stato a Roma


Ha introdotto i lavori l’onorevole Fausto Bertinotti che ha espresso gratitudine per un lavoro di lungo corso che contribuisce a colmare una lacuna tipica del mondo italiano ma forse in genere europeo in rapporto al mondo arabo e musulmano, in particolare. Atteggiamento assurdo: si attendono i barbari dove per altro la barbaria trionfa. Poggiato su una destrutturazione dopo che c'era un appiglio anche se mostruoso, la mentalità coloniale, oggi l'Europa ha smarrito il Mediterraneo quindi le proprie origini. C'è stata una stagione nella quale in Italia non si poteva pensare di fare politica Senza Mediterraneo, da Enrico Mattei a Giorgio la Pira, a Bettino Craxi, o Amintore Fanfani ed Enrico Berlinguer. Poi paradossalmente, con l'Europa che si crea imbarbarendosi ma con una supponenza ingiustificata. Rizzi ci offre due chiavi interpretative. Osservare il rapporto tra Islam e politica in chiave storica vista comunque la rilevanza dell'Islam per la denuncia dei regimi corrotti, prima alcuni sistemi tribali e prima ancora il colonialismo. La compenetrazione tra religione e organizzazione sociale e' significativa nel mondo arabo e non può essere letta con gli occhi europei. Le vicende algerino sono emblematiche riguardo. La seconda indicazione concerne il fatto che per capire le rivoluzione di questi paesi occorre leggere le dinamiche dei conflitti sociali e la loro concentrazione in un preciso momento storico. Questo aiuta a capire correttamente quanto segue senza interpretarlo alla luce dei nostri parametri. E' il caso ad esempio della supposta ricerca della democrazia secondo la concezione europea della stessa.
Anche l’ex Ministro Andrea Riccardi intervenendo ha dato ampio spazio alla necessità da parte dell’Europa di ritrovare una sana curiositas verso il sud accettando così volentieri la definizione dell’autore (che condivido pienamente, ndr) di ‘rivolte’ e non rivoluzione per i movimenti che hanno interessato il mondo arabo e la necessità di cultura storica per leggere la realtà oltre quella piccola storia del sangue, che dimostra il Professor Franco Rizzi, di Unimed. Quest’ultimo, concludendo i lavori ha evidenziato come non ci sia una risposta nel libro, diversamente da quanto lascia presagire il titolo del testo perché non è in grado di darla e io direi chi è onesto intellettualmente sa che non esiste una risposta; ma soprattutto che il valore di questa ricerca è porsi delle domande e mettersi dall’altra parte, ovvero dalla parte dell’altro in ascolto.

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