“E’
arrivato l’ambasciatore”
di
Annamaria Piccione
La
canzone italiana che fa da colonna sonora al libro è il mood del libro giocato
sull’intimità dei rapporti veri e sul ruolo fondamentale della lingua con il
suo carico di emozioni, il gusto del narrare, quell’ascoltare incantato dell’infanzia
che disegna una memoria indelebile e archetipa nella persona perché è la
memoria del cuore come certi sapori e profumi che si portano alla mente i primi
ricordi. E’ tra l’altro per me un suono e un refrain fin troppo noto che mio
padre canta ai miei nipoti e questo non mi ha potuto che colpire e mettere in
un’empatia fin troppo facile. La storia per ragazzi è anche certamente, più di
altre, una novella per adulti, quasi una metafora, potrei definirla una
docufiction della realtà che stiamo vivendo, talora distrattamente. E’ così
infatti che uno dei protagonisti, nonno Michele, un medico di sensibilità
nonché impegnato politicamente in senso civile, finché non gli capita un
incidente di percorso – è il caso di dire – un incontro inaspettato che
sconvolgerà la propria vita, che non si accorge di un mondo che gli scorre
accanto.
La
lingua non ha l’ingenuità tipica della letteratura per l’infanzia o comunque
per la prima fase dell’adolescenza, non si colora di elementi teneri e di
facile apprezzamento ma attraversa la complessità dei personaggi e coglie la
maturità arrivata anzi tempo del protagonista, un ragazzo eritreo, Ayub,
partito dall’Eritrea per cercare il fratello Hakim venuto in Italia in cerca di
fortuna e poi scomparso nel nulla come sembra. E’ in seguito a questo episodio
e al suo esito tragico che la mamma di Ayub si è ammalata di dolore e che la
ragione per la quale piccolo decide di intraprendere l’avventura.
Diversamente
dalla favole classiche non c’è in questo un lieto fine a senso unico ma la
complessità della ricerca della felicità che è il messaggio bello e insieme
difficile da accettare del racconto. Il protagonista conosce un’opportunità e
uno scenario di sviluppo potenziale per la sua vita che non avrebbe mai neppur immaginato
se non ci fosse stato l’allontanamento di Hakim e la depressione della madre.
Probabilmente se avesse raggiunto quello riteneva il suo desiderio, il
ricongiungimento con il fratello, non avrebbe trovato una famiglia ad
accoglierlo e non si sarebbe impegnato per un futuro di studi importante. Non è
tanto però la fantasia di cosa sarebbe stato, perché la storia non si scrive
con i sé; è piuttosto la consapevolezza che la vita non è un tracciato lineare
e che la sua meraviglia spesso ci arriva da un dolore, una delusione, che la
vita è intrecciata a doppio filo con la morte.
L’elemento
del sogno non è quello che arriva con il tocco di una bacchetta magica, quanto
la capacità di cogliere il miracolo e lo stupore nelle piccole cose, perché la
vita spesso è più fantasiosa dell’immaginazione umana.
E’
una novella decisamente per giovani moderni abituati a rinunciare ad un sogno
idilliaco che può motivarli a rimboccarsi le maniche nella consapevolezza che
in fondo la costruzione del proprio futuro è una responsabilità personale. Ayub
non si rassegna mai e le porte di una vita nuova gli si spalancano nel momento
peggiore, quando finisce sotto le ruote di una macchina. Ma non è mai detta l’ultima
parola.
Nel
libro è centrale l’incontro tra le persone e i caratteri sono disegnati senza
assolutismi e semplificazioni, con sfumature e contraddizioni che rendono i
personaggi reali e credibili, capaci di piegarsi alla vita in modo
sorprendente.
Da
sottolineare è l’uso della lingua e dei suoi diversi registri come un elemento
fondamentale per disegnare le persone e le sfumature e il dialogo tra le
culture attraverso la lingua che diventa nel protagonista la chiave di accesso,
essendo l’unico a possedere sia il tigrino sia l’italiano.
Infine,
in un mondo sempre più piccolo, è interessante la scoperta di un paese lontano,
l’Eritrea, per i suoi legami con l’Italia, perché molti luoghi ormai
dimenticati ci fanno da specchio per la memoria e per ritrovare, quindi capire,
parte della nostra storia.
E’,
in un’ultima analisi, un modo per introdurre i ragazzi nella vita quotidiana,
in un mondo nel quale il viaggio comincia a casa propria dall’incontro
inevitabile con l’altro e con il quale occorre trovare un codice comune.
“E’ arrivato l’ambasciatore”
di Annamaria Piccione
Casa Editrice
Mammeonline
Collana
Crisalidi e farfalle
Illustrazioni di
Antonio Boffa
8,00 euro
Nessun commento:
Posta un commento