martedì 25 febbraio 2014

“Le Paradis des Femmes" di Ali Bécheur

Lunedì, 24 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Una delle voci più note della letteratura contemporanea tunisina in lingua francese, Ali Bécheur, un romanziere, saggista e novellista, abita a Tunisi. Di lui avevo già letto “Jours des adieux”, I giorni dell’addio, dove il distacco tra madre e figlio, per una partenza che si sa non avrà ritorno, è centrale.

Le figure femminile e materna sono al centro anche di questo romanzo che forse si potrebbe definire soprattutto un diario intimo. Il romanzo è un inno alle donne, dedicato alla madre che gli ha aperto lo scrigno del Paradiso, delle donne appunto, della quale ricorda l’affetto, i valori morali e l’incantamento dei suoi racconti orientali nella notte. Oummi Khadouja, mia mamma Khadouja appunto, se ne va, ma il dolore per la perdita si stempera in una strana dolcezza di chi ha fino alla fine goduto dell’amore e ne è pieno, senza rimpianti. E’ un inno all’incontro, all’amore che si rinnova e anche alla nostalgia di quell’amore che si affievolisce e nulla può ravvivare, nemmeno il rocambolesco impegno di Juiliette la moglie che si rende conto che il nostro protagonista non l’ama più. C’è il senso della lacerazione, della tensione che è sinonimo di vita e ancor più d’amore, senza rabbia, che è un fatto piuttosto insolito quando si parla di amori feriti. Il libro è un inno all’amore anche nella sua accezione carnale, il cui incontro è la porta e il riflesso ad un tempo dell’anima.
Le descrizioni, ancorché appassionate, sono una sinfonia e danno un senso di evanescenza e respiro sebbene di grande forza e intensità. C’è lo spazio per Luz, un’attrice di passaggio nel suo paese, con il quale nasce un amore, a poco a poco, e sarà l’occasione per una nuova ispirazione, un nuovo libro: il libro della sua vita. Si apre così lo spazio per un grande canto d’amore, al proprio paese e alla propria città, Tunisi, tra ricordi, nostalgia e anche un filo di ironia.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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