mercoledì 9 aprile 2014

"Ho camminato da sola" Un racconto di Marta Bellingreri

Questo racconto è arrivato tra i primi finalisti del premio letterario "Maria Pia Forti" ed è stato per questo pubblicato nell'e-book "Riflessi di viaggio" che potreste acquistare su Amazon. Ne pubblichiamo alcuni passaggi...

Un Grazie speciale dell'autrice a Semi e Nicolò che facendomi ricordare (e ridere) ...degli sciiti a Sayyida Zeynab a Damasco, mi hanno incoraggiato a mandare questo racconto dopo tanti mesi che era chiuso nel computer da solo...

Ho iniziato questo racconto nel novembre 2009, in uno dei miei tanti passaggi temporanei a Palermo. L'ho continuato e credevo finito nel luglio 2013 quando pensavo di essermi stabilita ormai per tanto tempo a Tunisi.

"Ho camminato di notte da sola. Ho camminato di notte nel suq di Damasco, alla stazione centrale di Roma, nei noti e meno noti quartieri cristiani di Beyrut, in ogni petit passage parigino, uscendo dal teatro di uno dei più grandi campi profughi palestinesi, viaggiatrice di autobus notturni affollati, portatrice del mio diritto di essere cittadina, cittadina del mio sogno di cittadina, cittadina del mondo. E del mio personale altrove."

Raccontare dei miei quattro mesi di ritorno a Palermo mi sembra quasi più difficile di parlare dei due anni in Tunisia. Tutte le immagini, i ricordi, i sogni, le sensazioni di tutti i miei anni passati altrove camminano con me.

Ed ora qui. La mia città d'origine, di transito, di passaggi, di ritorni, di famiglia, di creazioni, di speranze, di sempre nuovi e sempre vecchi incontri.

Palermo, la peggiore e migliore delle amanti, dove un giorno crolla una palazzina nel centro storico e il giorno dopo nasce un museo. Dove la gente si suicida buttandosi dal balcone o tenta di darsi fuoco e i ragazzi e le ragazze stranieri/e nuovi/e cittadini/e si innamorano e fanno figli.

Dove si lotta sempre perché non ci siano delle donne nigeriane per strada a servire l'infelicità locale e globale.

"Ho camminato ancora di notte da sola. Era il Ramadan nella monarchia giordana, di fronte al quale vergognarsi dell’essere miscredente. Era ancora la Palestina, che ti sveglia con l’esercito dell’occupante e ti addormenta con il canto dell’alba. (...) Ero cittadina straniera e affascinata delle corse notturne di chi adora e singhiozza, come ogni sciita, che si commuove al pensiero del martirio del suo secondo Profeta."

"Non è tua la notte di Tunisi, perché è la stessa di Palermo. Non è più la notte a interrogarti. E non chiedo più alla notte che cosa vuole da me. Le comunico cosa voglio io. Voglio che la notte mi appartenga senza paura. E mi sussurri di restare. La notte di Tunisi mi rivela la mia propria ignoranza, quando scopro che un anno e mezzo non è bastato."

Ed infatti rieccomi qua, lasciata Tunisi, con l'arteteca addosso, e-sperando e re-spirando.

"Continuo a camminare di notte da sola."

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