venerdì 20 giugno 2014

“Afropolitan” - Festival internazionale delle letterature di Roma

Mercoledì, 18 Giugno 2014 Ilaria Guidantoni

Serata al Teatro Argentina di Roma
Sesto appuntamento del Festival Internazionale delle Letterature
Martedì, 17 giugno 2014

Tre testi inediti per un autore congolese attualmente residente a Los Angeles, Alain Mabanckou; un algerino a Parigi, Yasmina Khadra e un istrione italiano, Stefano Benni leggono tre brani inediti ispirati alla frase di Elias Canetti, ‘Ognuno ma proprio ognuno, è il centro del mondo’, scelto da Maria Ida Gaeta come fil rouge della manifestazione. Nessun egocentrismo, ma il recupero dell’uomo, della sua centralità, una riflessione sul senso dell’uomo in un mondo nel quale non c’è più il poeta e la profonda solitudine che ne segue di Khadra; il senso del mondo che diventa casa in questo villaggio planetario dove la migrazione si è trasformata in una condizione esistenziale comune, per taluni una scelta, di apertura, per altri purtroppo una necessità, come racconta Mabanckou; e ancora la terra dalla parte degli insetti e una critica feroce all’umanità che si sente superiore, ma che è dominata dall’alto dagli insetti su cui poggia i piedi nella performance fiammeggiante di Benni.

La colonna sonora dal vivo è dei percussionisti del Conservatorio di Santa Cecilia, diretti da con tamburi, xilofoni e metallofoni che mi hanno divertita con un’esibizione elegante anche se con una certa freddezza forse voluta. “Afropolitan” racconta il dialogo di identità plurali di due ‘africani’ urbanizzati in Europa e un istrione italiano che dalla sua Bologna, sceso nella Capitale, fa un viaggio inverso, direzione natura, quella che più disprezziamo, scacciamo, schiacciamo e cerchiamo di prendere in trappola: il mondo brulicante degli insetti.

E’ Yasmina Khadra, algerino residente in Francia e scrittore francofono, il più letto e tradotto al mondo in lingua francese, attualmente sulla scena – che ho avuto la fortuna di intervistare dopo la conferenza stampa – ad aprire le danze. Con il suo brano dal testo inedito “La grande solitudine”, racconta il dolore e lo smarrimento di un uomo, di se stesso e dell’umanità in generale in una passeggiata parigina.

L'articolo integrale su Saltinaria.it





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