giovedì 2 ottobre 2014

“Violè”, di Angela Micieli

Ilaria Guidantoni Martedì, 30 Settembre 2014

Il primo incontro con Violè è stato in occasione della II Edizione Diritti in Scena – che si è tenuta al Teatro Italia di Roma, domenica 18 maggio 2014 – e che è risultato uno degli spettacoli vincitori. Prodotto da Khoreia 2000, Viole’ di e con Angela Micieli per la regia di Rosy Parrotta, è stato uno spettacolo fortemente caldeggiato da me che ero in giuria soprattutto per il testo. Ho letto quindi con interesse il libro confermando una piena rispondenza con la messa in scena che focalizza l’attenzione proprio sul racconto intimo nel quale i dialoghi sembrano raccontati dalla protagonista in un diario, una dolorosa anamnesi.

Violè è un nome, quello della protagonista, una parola troncata che richiama un nome, una parola spezzata che indica violenza. Violetta come i fiori preferiti della mamma, il suo profumo preferito, la violetta di Parma, che alla ragazza dà la nausea, come la signora delle camelie, come la traviata, “Violetta uccisa dall’ipocrisia del perbenismo, dai pregiudizi”. Un racconto semplice, ben strutturato, che ha un buon ritmo, commovente ma non lacrimevole perché il messaggio della protagonista non è né di rivalsa, né di denuncia, è di coraggio senza riscatto; fatto di generosità e di curiosità. E’ la riaffermazione più alta della dignità umana, la conoscenza condivisa che sarà la vocazione di Violè.

Dietro questa ambivalenza si snoda la vicenda. Una donna si racconta, mette a nudo i suoi ricordi tanto lontani quanto dolorosi, si rivela per quella che è fuori dagli schemi, mostra le sue angosce, le sue paure, ma anche il suo andare avanti nonostante tutto.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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