giovedì 29 gennaio 2015

"Il fossato. La storia di due famiglie nella Toscana degli anni Cinquanta" di Marisa Cecchetti

Ilaria Guidantoni Martedì, 27 Gennaio 2015

Romanzo con uno sfondo forse autobiografico, in parte, e comunque molto vicino alla novella, alla tradizione del raccontare dove il confine tra la realtà e la fantasia è sfumato dal ricordo e dalle emozioni, Il fossato ci regala la vita intrecciata - e per certi aspetti forzatamente unita - di due famiglie nella campagna toscana degli anni Cinquanta del Novecento. Non ci sono descrizioni paesaggistiche precise, né riferimenti di una geografia antropizzata se non per la citazione, mi pare una sola volta, delle montagne Apuane, che fanno pensare ai paesaggi versiliesi, a quella campagna che degrada sul mare delle colline pisane e livornesi, lontana dalla campagna toscana del Chianti o della Maremma che è forse l’immaginario più tipico che si ha della regione. D’altronde Marisa Cecchetti è nata in provincia di Pisa, romanziere, scrittore di racconti e poeta, insegna Lettere e ha collaborato con varie riviste.

Marisa porta certamente la sua formazione e il suo stile personale, mite, dolce e allo stesso tempo indagatore, che non fa sconti alla realtà – come ho avuto modo di assaggiare io conoscendola - nel suo scrivere: una lingua corretta, classica, rispettosa delle regole, ariosa, attenta ai sentimenti che osserva e studia meticolosamente senza mai prendere le parti di qualcuno. Lascia infatti che il lettore posi lo sguardo una volta qui un’altra là, con la stessa attenzione e indulgenza. Marisa non parteggia per i propri personaggi, ma si fa voce narrante premurosa e distante, al tempo stesso.

Il ritmo della narrazione ben asseconda la vicenda, dai tempi lunghi e morbidi e si concentra dal femminile. Gli uomini non sembrano vissuti, piuttosto guardati, letti, decifrati, ascoltati, amati, capiti, accuditi, talora scusati. L’autrice ci fa vedere la storia di due famiglie contadine attraverso le sue donne e in particolari quelle che, a diverso titolo, sono le protagoniste, Eva – dalla quale prende avvio la vicenda – e Teresa, la giovane che il racconto accompagna da bambina a donna. E’ lei che piano piano come se crescesse nel e con il libro, prende in mano la narrazione e con dei feedback ci fa rileggere la storia. Tutto questo accade all’improvviso, ad un certo punto della narrazione e spiazza perché ci catapulta nell’attualità delle nostre cronache.

La recensione integrale su Saltinaria.it










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