venerdì 17 luglio 2015

"La città del piacere" di Ezzar El Kamhawi

Scritto da  Ilaria Guidantoni Sabato, 11 Luglio 2015

Introduzione e traduzione di Isadora D'Aimmo

Opera singolare sospesa tra sogno e realtà, una sorta di fantasy arabo che attinge alla letteratura erotica araba, indiana per alcuni aspetti crudi e, a mio parere, persiana per le note più liriche. Una fiaba moderna e insieme una sorta una di denuncia sociale dell’eros che diventa sesso e sposa l’artificio fino a spogliarsi proprio paradossalmente della vita della quale è origine.

La città del piacere è considerata ad oggi una delle espressioni più particolari della produzione letteraria egiziana contemporanea. Nel dicembre del 2012, El Kamhawi ha ricevuto la medaglia “Naguib Mahfouz” per la Letteratura e da maggio il libro è nelle librerie italiane tradotto da Isadora D’Aimmo. La città del piacere è un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, plasmato in fretta e furia da un abile architetto e consacrato alla Dea del Piacere. I suoi palazzi bianchi che sorgono dal nulla, in mezzo al deserto, ci appaiono una grande astrazione e insieme la denuncia di paradisi artificiali e non luoghi che proliferano nel mondo contemporaneo dove le persone si perdono, come le città del gioco; sono anche o potrebbero essere città nate dal nulla, frutto di tecnologia e lusso senza storia come quelle del mondo saudita, specchio e fotocopia della decadenza del mondo occidentale.

Nella città del piacere e nella Mahlama, il castello dei sogni, aleggia una felicità mista a malinconia come in tante strade di una moderna metropoli immaginaria, insinuandosi nei cuori dei suoi abitanti, dediti alla pratica del piacere e sudditi di un licenzioso re.

La recensione integrale su Saltinaria.it

Nessun commento:

Posta un commento