Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 26 Luglio 2015
Un’iniziazione alla Commedia
Un saggio dotto, ma non accademico, di grande onestà intellettuale e umiltà, profondo ma piacevolmente fruibile anche se non è un’introduzione a Dante e alla sua opera maggiore quanto un’iniziazione che presuppone la conoscenza del poeta, del poema, del Medioevo, del mondo classico e anche della letteratura in senso ampio. Originale per la sua interpretazione non viziata dalla critica, non etichettabile negli scaffali della critica letteraria o politico-filosofica o dell’interpretazione religiosa di Dante. E’ piuttosto uno strumento di riflessione per rendere il pensiero libero come lo era quello del fiorentino nel segno della “Commedia” appunto che è la vita, riflessione ed esperienza esistenziale che non può che essere contaminazione e ricerca dell’integrazione e dell’armonia e per questo attuale, fuori da un eccessivo schematismo. Vacchelli pur offrendoci una sponda spirituale che in Dante sembra superare i confini del suo tempo e della stessa teologia, in una linea della contaminazione con altre culture, quella ebraica e arabo-musulmana in primis, come anche “buddista” – sebbene non appartenga al Ghibellin fuggiasco - non è riduttivista, nel senso che Vacchelli non abbraccia nessuna linea come fosse l’unica, né procede per tesi. Questo sembra per altro la lezione più importante dell’Alighieri.
Il taglio del libro è sapienziale, attento alla dimensione dell’esperienza senza misconoscere le ragioni della filologia, né rinunciare ad un’espressione alta ed una ricerca a tratti sofisticati. L’attenzione è concentrata però non tanto sull’analisi puramente testuale poetica ed allegorica, sulle fonti documentate e sui riferimenti storici in ambito filosofico, politico, religioso e teologico, sondando le ragioni più profonde di Dante.
L’obiettivo principale, mi pare, dichiarato, è un invito al viaggio nella Commedia, nella sua arte eccelsa, come nel suo simbolismo interiore, e soprattutto nella vita, nella realtà perché Dante compie un percorso in prima persona vivendolo oltre che raccontandolo. In tal senso l’opera di Dante è assolutamente moderna e non rinuncia alla componente dell’esperienza come percorso psicologico-affettivo oltre che meramente spirituale, più che culturale-religioso.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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