lunedì 6 febbraio 2017


“Rosso Parigi” di Maureen Gibbon

Scritto da   Domenica, 05 Febbraio 2017 
“Rosso Parigi” di Maureen Gibbon
Un romanzo che intreccia eros e sentimenti disegnando una Parigi in rosso di metà dell'Ottocento tra mondo operaio e bohème artistica, dove il torbido non fa perdere la freschezza dei sentimenti. Una biografia artistica ben documentata che riesce ad essere avvincente.

Sullo sfondo è Parigi, quella nota per aspetti diversi: quella artistica degli impressionisti, dei caffè, di Baudelaire, di personaggi di successo o spiantata da una parte; e, dall'altra, quella operaia delle brunitrici d'argento. È una Parigi vissuta intensamente senza oleografie, una città ripresa con una telecamera bassa che guarda soprattutto i piedi e non le teste o l'oggetto di uno sguardo. In una scrittura piana e scorrevole, leggera, la narrazione di una storia che nasconde un lavoro ben documentato di ricerca su quel periodo storico, di studio della mappa della città e sui diversi ambienti sociali. La si può leggere come un romanzo d'amore ma è supportata da un affresco sociale. Al centro l'incontro tra Eduard Manet e Victorine Meurent che da brunitrice d'argento senza un quattrino, diventerà sua modella e amante, quindi pittrice nota ella stessa. I colori già li amava come racconta e li aveva dentro ma non sapeva dargli un nome. Il suo pittore le racconta le parole e d'altronde la prima volta la incontra per strada perché è colpito dal fatto che lei avesse disegnato su un blocco un gatto.
Il suo lavoro di modella la porterà a incarnare personaggi di quadri divenuti celebri come l'Olympia o la donna de Le déjeuner sur l'herbe e all'interno di un mondo intellettuale nel quale cerca di essere semplicemente se stessa senza spavalderia né eccessiva ritrosia.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/rosso-parigi-di-maureen-gibbon-recensione-libro.html

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