mercoledì 8 agosto 2018

Letture per l'estate - I miei libri dal gennaio 2018


Libri  gennaio – agosto 2018
I canti della vita di Abū l-Qāsim ash-Shābbi - Traduzione dall’arabo, Imed Mehadheb; Saggio introduttivo e cura, Salvatore Mugno
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/i-canti-della-vita-ab-i-q-sim-ash-sh-bbi.html

Aden Arabie di Paul Nizan
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/aden-arabie-di-paul-nizan.html

Le Premier Sexe di Éric Zemmour

La striscia di cuoio di Angelo Gaccione 
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-striscia-di-cuoio-di-angelo-gaccione-recensione-libro.html

La sposa yemenita di Laura Silvia Battaglia - Cover art Paola Cannatella
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-sposa-yemenita-di-laura-silvia-battaglia.html

Jezabel di Irène Némirovsky
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/jezabel-di-irene-nemirovsky-recensione-libro.html

A Calais di Emmanuel Carrère - Traduzione a cura di Lorenza Di Lella e Maria Laura Vanorio

Utopia di Tommaso Moro - Traduzione di Ugo Dotti

Ragazzo di razza incerta di Beatrice Monroy

La scelta imperfetta di Daniela Rossi

L’amas ardent di Yamen Manai

Des ailes au loin di Jadd Hilal


Omicidi all’acqua pazza di Umberto Cutolo
Una ragazza inglese di Beatrice Mariani

Parole e Polvere. Taccuini di strada: Eurasia, America e Africa di Paolo Brovelli
Per una lettura completa dell'articolo, https://libertariam.blogspot.com/2018/06/parole-epolvere_7.html
Nell'aria inquieta del Kalahari di Barolong Seboni
La statue de sel di Albert Memmi
Un romanzo autobiografico, sulla condizione della propria appartenenza plurale, soprattutto a livello linguistico. Una conferma della ricchezza delle differenze quanto del travaglio che esse comportano: la conferma per altro di quanto la lingua non sia solo uno strumento di comunicazione ma una visione della vita, parlando la quale ne assumiamo le sembianze. Il racconto appassionato di un tunisino ebreo, di origini italiane da parte di padre e di madre berbera della minoranza ebraica, che non è riuscito ad adattarsi a nessuna etichetta, nel momento difficile in cui il protettorato francese ha incontrato la questione delle razze.
Il romanzo autobiografico, o meglio la finzione letteraria autobiografica, di Albert Memmi (nato a Tunisi nel 1920 da un famiglia tunisina di lingua araba) si dimostra di grande attualità anche se la data originaria di pubblicazione risale al 1953, che nell’edizione rivista ha la prefazione di Albert Camus, altro autore déraciné che ben conosce la complicazione, intrigante, di appartenenza multiculturali. Tradotto in italiano nel 1991 (per i tipi Costa & Nolan, 317 pagine) è una storia semplice, quella di un bambino figlio di François Memmi, ebreo di origine italiana e di Marguerite Sarfati, madre berbera della minoranza sefardita locale, che vive nei vicoli di Tunisi, a ridosso del ghetto, in fondo all’impasse Tarfoune e poi nella zona tipicamente ebraica del Passage. La sua è un'infanzia felice anche se ben presto il protagonista si scontra con la realtà, ostile, fatta di povertà, separazione, pregiudizio. Si fa così strada in lui la consapevolezza del proprio destino fatto di esclusione e di sradicamento, a causa di una formazione culturale che gli impedirà di riconoscersi nelle tradizioni della comunità ebraica, senza peraltro potersi identificare in una comunità nuova da cui resterà comunque escluso. Da qui la fuga, non verso l'Africa che rifiuta, ma nemmeno verso l'Europa che ha rifiutato lui, ma verso il nuovo mondo, un mondo senza passato, l'America. Lungo il cammino il dramma del popolo ebreo e dei campi di lavoro sotto l’occupazione tedesca, presenti nello stesso Maghreb, che lo fanno sentire improvvisamente coinvolto nel destino di un popolo al quale sente in qualche modo di appartenere. E’ certamente un coinvolgimento empatico di stampo morale e di solidarietà sociale, essendosi allontanato dalla religione e anche della lingua, avvezzo a parlare solo il patois di Tunisi, un idioma che “sporca” l’ebraico con l’arabo tunisino e il francese in primis. Nondimeno il protagonista non è un francese de souche e non è neppure un italiano anche se per parte di padre (di professione sellaio, al quale è dedicato il libro) discende da un pittore rinascimentale. Albert Camus mette l’accento proprio sulla complessità biografica che sfugge a qualsiasi catalogazione, a cominciare dal suo essere scrittore tunisino anche se francofono; ebreo solo per origine e influenza anche se in questo libro riprende nel titolo la Genesi, 19, 26 nel qual si dice “La moglie di Loth guardò indietro e divenne una statua di sale.” Memmi per altro non è nuovo a titoli “biblici” come Agar, storia d’amore drammatica legata allo scontro di due culture che in alcuni casi coabitano in una stessa persona. In effetti il protagonista, come sottolinea Camus nella sua introduzione, si rende conto di essere ebreo quando durante il primo pogrom gli arabi massacrano gli ebrei e quando la Francia di Vichy lo consegna ai tedeschi; non solo, ma la Francia libera gli chiede, quando il protagonista vuole battersi nel suo nome, di cambiare l’assonanza ebraica del suo cognome. La scrittura sembra un modo per curarsi e liberarsi di chi non si sente di appartenere a nessuna delle culture che pure lo formano, almeno non nel senso abituale. Così se si allontana dalla religione ebraica e dai suoi rituali che gli appaiono ridicoli, non per questo rinnega le tradizioni. Camus non ci dà la risposta a dire il vero; si limita a porre la domanda, lasciandoci indovinare il suo pensiero. La scrittura diventa il laboratorio della propria identità, per fasi successive durante le quali il bambino prima, il ragazzo poi, l’uomo alla fine, si mettono in discussione per ritrovarsi ogni volta in un equilibrio precario nel quale resta sempre qualcosa da distruggere (parole testuali di Memmi). Il romanzo, gradevole alla lettura, anche per il piglio autoironico, è stato negli anni un modello per il romanzo tunisino e algerino, soprattutto su alcune tematiche essenziali, quali il colonialismo, il razzismo, l’emarginazione, la società multiculturale. Anche leggendo la formazione di Albert Memmi di capisce l’insorgere di simili tematica: si è infatti formato alla scuola francese, dapprima al Liceo Carnot di Tunisi e poi ha studiato all’Università di Algeri, dove ha studiato filofofia; infine alla Sorbona a Parigi.
La statue de sel
Albert Memmi
Prefazione di Albert Camus
Éditions Gallimard
Collection folio
1966
ISBN 978-2-07-036206-6./
La statua di sale
Albert Memmi
Costa & Nolan
1991
ISBN 9788876481222



L’ultima notte di Achille di Giuseppina Norcia

La vie devant soi di Romain Gary alias Émile Ajar
Odissea, http://libertariam.blogspot.it/p/litterae.html

Sissy Boy di Franca De Angelis
http://libertariam.blogspot.it/2018/04/libri-sissy-boy-di-mila-fiorentini-la.html
L’esprit de famille - 77 positions libanaises di Fraçois Beaune
https://libertariam.blogspot.it/p/litterae.html

La lune dans le puits Histories vraies de Méditerranée di François Beaune

Il basilico di Palazzo Galletti di Giuseppina Torregrossa
Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/il-basilico-di-palazzo-galletti-di-giuseppina-torregrossa-recensione-libro.html

Jean Genet Epopea di bassavita di Neil Novello


Un captif amoureux di Jean Genet
https://libertariam.blogspot.com/search?q=Un+captif+amoureux

L’instant présent di Guillaume Musso
https://libertariam.blogspot.com/p/arca.html

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