domenica 15 luglio 2012

"Condominio occidentale" di Paola Musa



Una realtà crudele e inaspettata. Crudele soprattutto perché inattesa e inimmaginabile. Precipitare da un giorno all'altro nello stato di indigenza. E' questa la povertà. Passare da un benessere almeno apparente ad essere un reietto della società; con il rischio di smarrire la dignità prima ancora di perdere i propri bene. E' lo sguardo degli altri ad associare in una logica perversa l'essere all'avere. Ma tant'è. Potrebbe essere la cronaca di una storia metropolitana dei nostri giorni e delle nostre città, paradossalmente sempre più ricca sull'argomento. Il mondo degli Stati Uniti ha già prodotto una letteratura in tal senso, soprattutto cinematografica. In Italia "Condominio Occidentale" di Paola Musa, è ancora una novità, in anticipo sui tempi, perché è stato pubblicato nel 2008.
Probabilmente ispirato ad un fatto vero - non gliel'ho chiesto - è stato generato dalla poesia omonima, poesia civile e sociale impegnata all'interno della Raccolta (già commentata in questo spazio) "Ore venti e trenta". Ho conosciuto Paola Musa, che parla poco di sé, quasi solo esclusivamente attraverso le opere, come poetessa e forse è a mio parere la sua scrittura migliore. Il romanzo, a tutti gli effetti tale, ha una scrittura piana, scorrevole, non emozionale anche se in certi passaggi mi sono commossa fino alle lacrime, perché nella sua scrittura asciutta e fattuale, Paola scopre nervi, solleva bende da ferite fresche, rende domestico il dolore, fin troppo e alla fine ci si chiede 'Potrebbe capitare anche a me?' Ma al termine della frase c'è un punto esclamativo, come un memorandum.
E' questo il senso del libro e il suo merito maggiore, come scrive l'onorevole Paolo Ferrero, allora Ministro della solidarietà sociale, che ha firmato la Prefazione. La storia ha un lieto fine e non è per niente edulcorato o 'americano' come si usa dire, forse si usava visto come sta navigando alla deriva la società oltre Oceano. L'analisi atroce è la corruzione, ma anche la possibilità di recupero, dei rapporti più intimi - come quello di una madre e una figlia travolte da un destino avverso, nella quale il rifiuto della condanna della seconda finisce per scagliarsi contro la prima. Aurora non odia sua madre Anna come le fa credere, ma la miseria e la debolezza. E' un uomo che aiuterà Anna a spiegarglielo: occorre rimboccarsi le maniche e coltivare la speranza perché se si pensa di meritare la propria condizione, si finisce per scegliere le soluzioni peggiori per confermare quello che si crede. Il condominio occidentale è quello a porte aperte di un campo di disperati: in ogni ambiente si ricrea un micromondo e una qualche socializzazione più o meno regolata. Evidentemente l'uomo è un animale sociale e quando si ritrova in un gruppo cerca di coprire il ventaglio di tutte le possibili tipologie umane. E sono proprio le regole - come riconosce Anna quando si ritrova con i propri compagni di sventura in un alloggio assegnato del Comune, dove ancora per un po' le porte restano aperte - a rendere possibile la convivenza e a rendere i sogni realizzabili.


"Condominio occidentale"
di Paola Musa
Salerno editrice
12,00 euro
CDI

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