Tra pensiero ed
attualità
di Alberto Paratore
conoscere
per dialogare
Questo testo mi è stato regalato in
occasione della presentazione dle mio libro “Tunisi, taxi di sola andata” (No
Reply editore) il 29 marzo 2012, presso il Club Rotary del distretto Apuano da
una persona vissuta a lungo in Libia, realtà che non conosco. Saggio
interessante anche per il linguaggio piano, didattico senza pedanterie che
utilizza e per la prospettiva che abbraccia, “conoscere per dialogare” appunto.
Il testo affronta gli elementi basilare dell’Islam spiegati ad un cristiano per
individuare i punti di contatto e le diversità con il Cristianesimo senza per
questo trascurare alcuni legami con l’Ebraismo. Di particolare rilevanza le
testimonianze finali, commoventi, di persone musulmane convertite al
Cristianesimo. Non c’è da parte mia nessuna soddisfazione in questa
trasmigrazione, né gratificazione se non per chi ha trovato la rilevazione più
in sintonia con il proprio essere, partendo dalla convinzione che, se Dio
esiste è infinito e unico e superiore certamente ad ogni religione. Per il
fatto stesso che la religione sia un legame umano con il divino, essa è
necessariamente imperfetta perché anche l’uomo più saggio e fedele al proprio
dio - l’uomo perfetto per l’Islam è il profeta Mohammed – è ben lontano dalla
grandezza divina. Il tema dell’apostasia come peccato nell’Islam, ampiamente
dibattuto nel testo,è una delle questioni spinose e in parte controverse.
Ognuna delle due religioni afferma la libertà dell’uomo ma sembra quasi negare
la possibilità di ascoltare la propria coscienza per tacitare la chiamata da
parte di Dio, quale che sia, rispetto alla tradizione dalla quale si proviene
(ambiente, famiglia, educazione). Mi sembra invece interessante il cammino che
ogni coscienza percorre per sentirsi autenticamente credente, percorso spesso
difficile, contraddittorio e non sempre accettato dagli altri, in particolare
dai nostri cari. Altro elemento significativo del testo il glossario e la preoccupazione
di un’analisi linguistica spesso fuorviante nell’uso comune e discorsivo
rispetto a culture altre. Pur dissentendo in alcuni passaggi dal punto di vista
dell’autore mi pare fondamentale l’attenzione centrata a trovare i punti di
contatto per vivere insieme diversi. Un punto di arresto sembra la soglia tra
multi religiosità e interreligiosità, che mi pare l’ultima frontiera da
abbattere, rappresentata a mio parere in modo interessante dal pregare insieme.
Una cosa è il dialogo, altra l’integrazione e l’autore mette in guardia dal
sincretismo. A dire il vero questa è un argomento alquanto complesso ma la
possibilità di riconoscere un unico Dio che si rivela in modo diverso o che è
interpretato in termini differenti senza la presunzione della superiorità di un
credo sull’altro può essere la vera chiave di volta. Uno spunto arriva proprio
dall’autore: il Natale potrebbe essere il ‘luogo’ di contatto, la nascita di
Gesù, figlio di Dio per i Cristiani; profeta prediletto dell’Islam subito dopo
Maometto al quale avrebbe lasciato il compito di perfezionare la propria
dottrina. Maria inoltre è venerata anche nell’Islam che crede nell’Immacolata
Concezione. Scorrendo velocemente le pagine l’autore suggerisce la chiave della
spiritualità musulmana e in particolare, il culto dei santi e le differenze con
il Cristianesimo; il Corano, testo unico sacro e riferimento centrale per il
musulmano; il sufismo, ventaglio articolato legato alla dimensione ascetica
dell’Islam e non come erroneamente l’Occidente interpreta alla mistica, perché
una vera e propria mistica non esiste nel mondo musulmano nel senso che è
difficile concepire una possibile unione tra l’umano e il divino. Altre
dimensioni prese in considerazione sono il Marabutismo e alcuni culti popolari,
nella loro dimensione teologica, storica e geografica. Vengono quindi i luoghi
di culto con particolare riguardo a quelli venerati da tutte e tre le religioni
del libro e ovviamente alla moschea. Centrale la figura di Gesù Cristo nel
Corano e il tema del passaggio da una religione all’altra, tra divieti, pudori
e scandali. Un libro da leggere che potrebbe costituire la base o almeno uno
spunto per l’alfabetizzazione religiosa del mondo Mediterraneo. Dal confronto e
dall’approfondimento – in questo caso soprattutto dell’Islam – di una delle tre
religioni nasce, infatti, a mio parere uno sguardo rinnovato e più profondo
sulla propria religione. Un libro non è nient’altro che un viaggio immaginario
nella conoscenza, senza la dimensione del movimento nello spazio. L’effetto è
lo stesso di quando si rientra a casa propria dopo aver conosciuto un altro
posto. Non si è più gli stessi ma la scelta di restare, di restare cambiando
qualcosa o di andarsene è finalmente consapevole. Conoscere per scegliere
autenticamente e poter dialogare con gli altri in uno spirito di pace.
“Sguardi
sull’Islam”
di Alberto Paratore
15,00 euro
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