Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 05 Luglio 2015
Testi di Andrea Villani
Disegni di Riccardo Cecchetti
Con un saluto di Gianluca Morozzi
Il sapore di una conversazione rubata tra due amici al bar, abbozzata, schizzata e tremendamente viva. Un accenno e un’istantanea di vita vissuta. Questo il sapore della graphic novel di Andrea Villani che in M’hanno detto racconta il mondo dei bar, non dei caffè, con una sua poesia presa dalla strada, da quell’indolente conversare e bere, come elemento inscindibile della vita di questo luogo che tuttora resta per uomini che si raccontano di calcio, di donne e di storie qualunque. E' un morso di vita, vera e autentica che sta sempre più scomparendo con l’Italia dei non luogo, con quell’ammiccare di locali patinati tutti uguali senza odore.
Il bar in Italia è un’istituzione antica come il caffè lo è per tutto il mediterraneo del nord e del sud, dove
soprattutto nella provincia diventa il vero luogo di aggregazione, evasione e rifugio, dove il calcio è uno dei protagonisti. Nel saluto introduttivo, ché introduzione non si può chiamare, Gianluca Morozzi dice che il fumetto è considerato erroneamente un genere minore mentre unisce due arti, quella della scrittura e quella del disegno. In effetti i testi di Andrea Villani vivono e si animano attraverso i disegni di Riccardo Cecchetti, quasi senza distinguersi in certe pagine, dove uno stile vicino al fotorealismo unito all’idea del collage, di certi quadri di Mimmo Rotella, salda insieme l’anima pop e quella del reportage, dell’immagine catturata in presa diretta e racconta la doppia anima del libretto.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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