“L’homme revolté” di Albert Camus
Scritto da Ilaria Guidantoni Lunedì, 01 Agosto 2016
Trad. in italiano come L’uomo in rivolta
Un testo fondamentale di riflessione sul Novecento, i suoi sogni di rivolta, i suoi fermenti e i totalitarismi che ne sono derivati. Dalla rivolta alla rivoluzione attraverso il cogito di Camus: “mi rivolto dunque siamo”. Un libro colto, raffinato ed estremamente complesso che non meraviglia abbia attratto molte critiche aspre e sia stato dimenticato. Una rivelazione futuristica e un’analisi spietata dell’uomo come essere sociale. Una professione di solidarietà e accoglienza che diventa una lezione per i tempi che corrono.
Da molto tempo avevo in animo di leggere questo libro, soprattutto dopo un altro saggio Il mito di Sisifo e la lettura di molti romanzi, da Lo straniero a La peste, all’autobiografia Il primo uomo agli splendidi romanzi “algerini”. Camus criticato ed emarginato dal Partito Comunista francese, dal filosofo ben più noto e funzionale al sistema, Jean-Paul Sartre, criticato sul fronte francese e su quello algerino per il suo essere lacerato, non ambiguo, ma certamente plurale, uomo autenticamente libero nel pensiero. D’altronde, la generosità e l’umiltà in questi casi sono perfino di ostacolo. Camus, anche per la sua morte precoce a causa di un incidente stradale il 4 gennaio del 1960 con il suo editore Gallimard, è meno noto e tosto dimenticato soprattutto come pensatore. Sebbene il suo pensiero sia meno rigidamente filosofico nel senso del metodo e della veste letteraria, è di grande sottigliezza e modernità. Non è stato facile trovare il testo né in italiano né in francese, tra Milano, Roma e Tunisi, alla fine l’ho dovuto richiedere in Francia e ci è voluto del tempo. Questa difficoltà la dice lunga. L’aspettativa non è andata delusa ed è una lettura che consiglio a tutti coloro che hanno voglia di ripensare la politica e la vita sociale del XIX e XX secolo e quello che tuttora capita, come il terrorismo di Stato che il filoso francese menziona
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