Al via la settima edizione
del Festival Leggere&Scrivere di
Vibo Valentia
Dal 2 al 6 ottobre a palazzo Gagliardi, oltre 200 incontri tra
letteratura, giornalismo, attualità, arte e musica
Come possiamo non dirci mediterranei
3 ottobre 2018
Palazzo Gagliardi, Piazza Garibaldi - sala D
Ore 19.00
Il
Mare Nostrum, culla della civiltà
occidentale, è oggi al centro delle nostre inquietudini. Ilaria Guidantoni, giornalista, scrittrice, esperta di società del
Mediterraneo, ci guida a guardare a questo mare in una nuova dimensione dove al
pregiudizio si sostituisce il confronto tra culture con Ritratto incompiuto del padre di Jean Sénac (Oltre Edizioni) che ha tradotto e
curato. Con
lei, sul palco il giornalista e scrittore tunisino Salah Methnani, Inviato di RaiNews 24.
“Il Pasolini d’Algeria”, così definito dalla critica algerina, arriva per
la prima volta in Italia nella traduzione curata da Ilaria Guidantoni che
commenta il testo (comprensivo di un saggio di confronto con Pier Paolo
Pasolini di Diletta D’Ascia e un’intervista al drammaturgo algerino che lo ha
conosciuto Aziz Chouaki): poeta algerino di origini andaluse e di espressione
francese, cresciuto come bastardo nel quartiere popolare ebraico di un
villaggio di pescatori, figlio di una mamma devota cattolica, in questo suo
unico romanzo incompiuto (che avrebbe dovuto essere una sorta di Recherche) racconta in una sorta di
anti-romanzo la sua estate del 1942 a Hennaya. Il libro con una scrittura
folgorante, precursore del nouveau roman,
porta alla luce le contraddizioni di una vita alla perenne ricerca di
un’assenza pesante come una presenza ingombrante; il rapporto tenero eppure
sofferto con la mamma bigotta, pagana allo stesso tempo e amorevole “ape
operosa notturna”.
Il romanzo è un affresco
della prima adolescenza, lacerata, di un cantore del Mediterraneo – il mare fa
da sfondo come una sorta di colonna sonora silenziosa – le sue prime esperienze
sessuali, le contraddizioni tra il senso di colpa e la coltivazione del
peccato, la miseria eppure la felicità di un mondo solidale e assolutamente
meticcio, come si rileva anche dalla lingua che passa da momenti lirici in un
francese elegante, all’uso di termini dialettali mutuati dalle diverse lingue,
talora (volutamente?) storpiati, dallo spagnolo, all’arabo, all’ebraico, alla
lingua berbera. E’ il ricordo nella distanza degli anni (perché il libro è
scritto tra il 1959 e il 1962 ma poi ripreso più volte e pubblicato postumo da
Gallimard nel 1989) che con il tempo ha messo a fuoco la distanza con l’Algeria
sognata dalla rivoluzione per l’indipendenza e la delusione che segue; così
come la rottura, dopo una lunga amicizia e corrispondenza, con Albert Camus
proprio per le diverse posizioni politiche. E’ anche la storia della scoperta
dell’età adulta, ad esempio dell’esistenza delle razze quando l’antisemitismo
arriva nel Maghreb e un compagno di scuola viene allontanato. Una scrittura
folgorante, un libro che racconta l’urgenza dello scrivere e la sofferenza di
una confessione che – dichiara lo scrittore – è uno streptease dell’anima. Dal
romanzo emerge anche l’affresco di un mondo scomparso povero ma bello del sud,
assimilabile anche al nostro sud.
Il Festival
“Abbiamo intitolato questa
edizione ‘Calabria, nuovi orizzonti di
cultura’ - spiegano Gilberto
Floriani e Maria Teresa Marzano,
direttori del festival, con l’obiettivo di uscire la Calabria dalla marginalità
culturale, spingerla appunto verso nuovi orizzonti; questa edizione rappresenta
un passo in più lungo questa strada impegnativa”.
Tra gli ospiti di punta della
settima edizione ricordiamo Stefano
Benni, Pietrangelo Buttafuoco, Adriano Sofri. Ed ancora scienza,
politica, giornalismo: da Mario Tozzi
a Roberto Vacca, da Luciano Violante a Luciana Castellina, da Ritanna
Armeni a Jas Gawronski. Al
centro i temi di attualità, tra questi il ruolo odierno del Mediterraneo e
della sua cultura. Occhi puntati, naturalmente, sulla Calabria con alcuni degli
scrittori che da anni entrano nelle pieghe della sua anima profonda: è il caso
di Mimmo Gangemi,
Vito Teti, Gioacchino Criaco. In primo piano l’incontro con Jerome Gautheret, corrispondente di Le Monde, che parlerà del sud Italia e
della Calabria visti dalla Francia.
Il festival è anche spettacolo
e musica. Tra gli attori, ricordiamo Cesare
Bocci e Ascanio Celestini; sul
versante musicale da non perdere l’incontro con Danilo Rea e la presentazione del libro Il nostro caro Lucio (Hoepli) di Donato Zoppo, legato alla figura di Lucio Battisti.
Tra gli ospiti, infine, da
sottolineare la presenza di Nicola Gratteri,
attuale procuratore della Repubblica di Catanzaro. Gratteri getterà luce sull’evoluzione della ‘ndrangheta anche a
livello internazionale e sui nuovi sviluppi della lotta a questo fenomeno
mafioso.
“Il festival dedica come
sempre spazio alle arti visive, offrendo un palcoscenico all’arte calabrese e
ai nuovi fermenti creativi che giungono dal territorio: è il caso, quest’anno,
delle opere dei ragazzi del liceo
artistico di Vibo, dell’Accademia
d’arte di Reggio Calabria e della Bottega
Aperta Limen” ricorda il direttore Gilberto
Floriani.
Non mancano, infine, laboratori e workshop per bambini e ragazzi. A contorno di tutto, le degustazioni
a tema, a cura dell’Accademia Italiana della Cucina.