lunedì 7 gennaio 2013

Da editoriaraba La top ten della letteratura araba in inglese


di Marcia L. Qualey, blogger di Arabic Literature (in English)

*la versione integrale su editoriaraba

Hanan al-Shaykh, "Story of Zahra", tradotto da Peter Ford
È difficile ricordare per bene perché l’ho letto molti anni fa, ma ho un ricordo piuttosto preciso della mia mente di 20enne che, dopo averlo letto, era esplosa in piccoli pezzi. Mi ha fatto riconsiderare la sessualità, le relazioni familiari o forse quelle umane?
[in italiano è stato tradotto con il titolo "Mio signore, mio carnefice" e pubblicato da Piemme, 2011]

Najib Mahfouz, "Children of the Alley" 
Ero molto giovane anche in questo caso quindi mi è difficile ricordare con esattezza, ma ricordo che leggere questo libro mi fece rivedere le dimensioni della spiritualità e della continuità umana.
[tradotto in italiano con il titolo "Il rione dei ragazzi", Tullio Pironti, 2001]

Ibrahim al-Koni, "The bleeding of the Stone"
Ha cambiato il mio modo di concepire le relazioni tra gli uomini e il mondo “naturale”.
[in italiano: "Pietra di sangue", Jouvence, 1998] 

Sonallah Ibrahim, "Stealth", tradotto da Hosam Aboul-ela
Grazie a questo libro ho riconsiderato la fragilità dell’esperienza dell’infanzia, il modo in cui impariamo le cose.
[titolo originale: التلصص , mai tradotto in italiano]

Mourid Barghouti, "I saw Ramallah" (tradotto da Ahdaf Soueif) 
Questo libro mi ha portata a reimmaginare l’integrità in e contro quei sistemi che cercano di strappartela via.
[tradotto in italiano "Ho visto Ramallah", Ilisso, 2005]

Bensalem Himmich, "The Polymath", tradotto da Roger Allen 
Un altro libro sull’integrità e i rapporti con il potere, e sulle potenzialità del romanzo.
[titolo originale: العلامة ]

Non so scegliere, di Elias Khoury,  tra "Yalo" – che mi ha portata a rivedere i rapporti tra violenza, ricordo e tortura e "As though she were sleeping", attraverso cui ho riletto il significato della storia.
[Yalo è stato pubblicato da Einaudi; كأنها نائمة non è (ancora?) stato tradotto in italiano]

Nihad Sirees, "The Silence and the Roar" (traduzione di Max Weiss)
Ha cambiato il modo in cui prima vedevo altri silenzi e altri rumori; dovunque, non solo quelli che definiscono la vita in Siria. 
[titolo originale: الصمت والصخب]

Adonis, edito e tradotto da Khaled Mattawa 
Perché mi ha portato a rivedere i confini della poesia e le possibilità delle parole.
[Adonis è stato tradotto e pubblicato in italiano da vari editori: Donzelli, Mesogea, Guanda, S. Marco dei Giustiniani e altri]

Mahmoud Darwish, "Journal of an Ordinary Grief" (tradotto da Ibrahim Muhawi) 
Per la sua battaglia tra l’estetica e…la politica? La realtà? L’umanità? E per il ritmo della sua poesia.
[titolo originale: يوميات الحزن العادي

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