Sabato, 28 Giugno 2014 Ilaria Guidantoni
Traduzioni e tradimenti tra Italia e Francia
Feltrinelli, Piacenza
26 giugno 2014
dalle 18.30
Lo scrittore Serge Quadruppani, francese di origini svizzero-ticinesi e il giornalista Giorgio Lambro, esperto di cultura francese.
Saltinaria.it
lunedì 30 giugno 2014
Dal Mississippi al Po, festival musicale letterario - Piacenza, 26 giugno 2014
Incontro tra Ilaria Guidantoni e Aziz Chouaki
Domenica, 29 Giugno 2014 Ilaria Guidantoni
"Dal Mississippi al Po", festival musicale letterario a Piacenza e Travo
Giovedi 26 giugno 2014
Piazza Cavalli a Piacenza
In compagni di Aziz Chouaki, musicista jazz, una laurea in letteratura inglese, Barbero di Algeria, adottato dalla Francia dove è romanziere e drammaturgo, ho corteggiato l'Africa del Nord. Noto in Italia per "La stella di Algeri" - recensita su Saltinaria.it - storia del sogno di un ragazzo infranto per un reato che lo porterà sulla via del terrorismo islamico, Premio Flaiano, ha raccontato la sua storia che è quella di molti intellettuali algerini, minacciati dagli islamisti. Chouaki descrive con uno stile libero in un francese non di Francia che tiene conto dell'eredità orale del raccontare delle sue terre, in uno stile che appartiene a quello di una partitura jazz, il disagio e degrado delle periferie di Algeri. Sono quartieri che vomitano generazioni perdute, senza sogni, che preferiscono 'tenere su i muri' o rischiare di fare naufragio nel Mediterraneo che rimboccarsi le maniche, convinti che in Algeria è inutile piantare un seme. Non crescerà nulla. Così passano la giornata appoggiati ai muri, a chiacchierare, fumare, corteggiare o, peggio, finire spesso nelle mani degli islamisti.
L'articolo integrale su Saltinaria.it
"Dal Mississippi al Po", festival musicale letterario a Piacenza e Travo
Giovedi 26 giugno 2014
Piazza Cavalli a Piacenza
In compagni di Aziz Chouaki, musicista jazz, una laurea in letteratura inglese, Barbero di Algeria, adottato dalla Francia dove è romanziere e drammaturgo, ho corteggiato l'Africa del Nord. Noto in Italia per "La stella di Algeri" - recensita su Saltinaria.it - storia del sogno di un ragazzo infranto per un reato che lo porterà sulla via del terrorismo islamico, Premio Flaiano, ha raccontato la sua storia che è quella di molti intellettuali algerini, minacciati dagli islamisti. Chouaki descrive con uno stile libero in un francese non di Francia che tiene conto dell'eredità orale del raccontare delle sue terre, in uno stile che appartiene a quello di una partitura jazz, il disagio e degrado delle periferie di Algeri. Sono quartieri che vomitano generazioni perdute, senza sogni, che preferiscono 'tenere su i muri' o rischiare di fare naufragio nel Mediterraneo che rimboccarsi le maniche, convinti che in Algeria è inutile piantare un seme. Non crescerà nulla. Così passano la giornata appoggiati ai muri, a chiacchierare, fumare, corteggiare o, peggio, finire spesso nelle mani degli islamisti.
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Dal Mississippi al Po, festival musicale letterario a Piacenza e Travo (PC)
Venerdì, 27 Giugno 2014 Ilaria Guidantoni
Compie dieci anni il Festival ideato da Seba Pezzani, musicista e traduttore di testi musicali.
Il primo appuntamento è alla Feltrinelli di Piacenza per l'incontro con un libro in musica e un brindisi.
Ospite di Seba Pezzani è Gabriella Genisi, pugliese e Direttore artistico del Festival del Libro possibile a Polignano a Mare, Bari; autrice tra l'altro della serie fortunata della Commissaria Lolita Loboschi, detta Lolì, che in TV ha il volto di Michaela Ramazzotti.
L'articolo integrale su Saltinaria.it
Compie dieci anni il Festival ideato da Seba Pezzani, musicista e traduttore di testi musicali.
Il primo appuntamento è alla Feltrinelli di Piacenza per l'incontro con un libro in musica e un brindisi.
Ospite di Seba Pezzani è Gabriella Genisi, pugliese e Direttore artistico del Festival del Libro possibile a Polignano a Mare, Bari; autrice tra l'altro della serie fortunata della Commissaria Lolita Loboschi, detta Lolì, che in TV ha il volto di Michaela Ramazzotti.
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venerdì 27 giugno 2014
“Mersault, contre-enquête” di Kamel Daoud
Una novità sul fronte algerino, il primo romanzo di Kamel Daoud, classe 1970, giornalista del “Quotidien d’Oran”, originario di Mostaganem, residente a Orano che riscrive la storia raccontata da Camus al contrario. E’ un romanzo e quindi un itinerario immaginifico quanto coerente nella tessitura che illumina le vicende attuali dell’Algeria. Il racconto è speculare a “L’Etranger” di Albert Camus.
La vicenda scritta da Camus è nota: un francese su una spiaggia all’ora della canicola uccide apparentemente senza ragione un arabo perché lo legge come una minaccia. Colpisce del testo del grande maestro francese l’indifferenza e la freddezza, l’estraneità a se stesso e alla coscienza. In questo atteggiamento l’essenza del titolo che diviene una condizione dell’anima: l’essere estraneo. Il libro celebre parte da un’altra indifferenza, quella di Mersault, il protagonista, verso la morte della propria madre, un affronto nell’immaginario dei rapporti familiari del mondo arabo. Daoud immagina il protagonista del suo romanzo quale fratello gemello dell’Arabo ucciso da Mersault. Scrive per chiedere giustizia e prima di tutto una voce, umiliato da decenni, oltre mezzo secolo nel quale alla famiglia non è stato restituito neppure il corpo.
Un Arabo non ha nome, è solo etichettato, al più indicato come zoudj, due in algerino, ovvero le 14, l’ora della canicola nella quale va incontro alla morte. Il termine, declinato nel tunisino jouj è anche la radice della parola “gemello”, un gioco di parole che l’italiano non rende adeguatamente.
La recensione integrale su Saltinaria.it
La vicenda scritta da Camus è nota: un francese su una spiaggia all’ora della canicola uccide apparentemente senza ragione un arabo perché lo legge come una minaccia. Colpisce del testo del grande maestro francese l’indifferenza e la freddezza, l’estraneità a se stesso e alla coscienza. In questo atteggiamento l’essenza del titolo che diviene una condizione dell’anima: l’essere estraneo. Il libro celebre parte da un’altra indifferenza, quella di Mersault, il protagonista, verso la morte della propria madre, un affronto nell’immaginario dei rapporti familiari del mondo arabo. Daoud immagina il protagonista del suo romanzo quale fratello gemello dell’Arabo ucciso da Mersault. Scrive per chiedere giustizia e prima di tutto una voce, umiliato da decenni, oltre mezzo secolo nel quale alla famiglia non è stato restituito neppure il corpo.
Un Arabo non ha nome, è solo etichettato, al più indicato come zoudj, due in algerino, ovvero le 14, l’ora della canicola nella quale va incontro alla morte. Il termine, declinato nel tunisino jouj è anche la radice della parola “gemello”, un gioco di parole che l’italiano non rende adeguatamente.
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Dal Mississippi al Po, festival musicale letterario - Piacenza, 26 giugno 2014
Lo scrittore Serge Quadruppani, francese di origini svizzero-ticinesi e il giornalista Giorgio Lambro (a destra), esperto di cultura francese. Sotto i portici della Feltrinelli, una conversazione dedicata al ruolo complesso del traduttore, interprete, adattatore e traditore malgré lui. Giallista, romanziere e saggista, è il traduttore di molti romanzi italiani e in particolare la voce francese di Andrea Camilleri.
giovedì 26 giugno 2014
Dal Mississippi al Po, festival musicale letterario - Piacenza, 26 giugno 2014
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Gabriella Genisi e Seba Pezzani |
Il primo appuntamento è alla Feltrinelli di Piacenza per l'appuntamento con un libro in musica e un brindisi.
Ospite di Seba Pezzani Gabriella Genisi, pugliese e Direttore artistico del Festival del Libro possibile a Polignano a Mare, Bari; autrice tra l'altro della serie fortunata della Commissaria Lolita Loboschi, detta Lolì, che in TV ha il volto di Micaela Ramazzotti.
La sua poliziotta più sexi del Mediterraneo è una donna che non vuole scimmiottare gli uomini. E' quello che pensa anche Gabriella che nella vita negli Anni '80 ha scelto, contro corrente, nel periodo del mito della donna manager, di fare la mamma a tempo pieno, senza mai smettere di leggere. Tanti libri hanno generato storie. A Piacenza presenta l'ultimo libro, "Gioco pericoloso", un giallo ambientato nel mondo del calcio.
Tra gli elementi che caratterizzano il suo personaggio il dialetto che lei dice tipico di tutti i commissari - con quelle parole attaccate tipiche del Barese parlato, dai 'figlimiei' all''amicamia' - e l'amore per il cibo che connota anche la sua autrice. Com'è Lolita? Come una focaccia, morbida dentro e croccante fuori, un po' sopra le righe.
Alla chitarra accompagna l'incontro Francesco Piu.
martedì 24 giugno 2014
Giovedì 26 giugno "Africa: punteggiatura ed accordi tra le dune del deserto" - Piacenza, ore 20.30
Festival Blues
Rassegna internazionale di Musica&Letteratura
X EDIZIONE PIACENZA – TRAVO (PC)
26/29 GIUGNO 2014
Giovedì 26 giugno 2014
ore 20.30
INCONTRO LETTERARIO
Palco Internazionale, Piazza Cavalli, Piacenza (PC)
Africa: punteggiatura ed accordi tra le dune del deserto
Con Aziz Chouaki, scrittore e sceneggiatore franco-algerino, autore di numerosi romanzi tra cui La stella di Algeri, Premio Flaiano, la spietata analisi della genesi di un terrorista suicida. Conduce l'incontro la scrittrice e giornalista Ilaria Guidantoni
Si parla di Mediterraneo alla decima edizione del Festival Blues Musicale Letterario dal Mississippi al Po di Piacenza, con Aziz Chouaki, e il suo canto libero, l'apertura alla mediterraneità come antidoto alla visione unica preludio alla dittatura.
"Dal nostro incontro da sponde opposte sul Mediterraneo e dalle loro corrispondenze ripartiremo per disegnare il senso dell'arte e dell'impegno; la scommessa dell'uscita dal tunnel per l'Algeria, all'indomani delle presidenziali che marcano uno stallo di continuità, si chiama Mediterraneo", ha anticipato Ilaria Guidantoni. E aggiunge: "Ai giovani non basta la stabilità e la sicurezza per fermare la loro fuga verso l'Europa. L'orizzonte del Mediterraneo, con la crisi russa in corso e le bufere mediorientali, è una risorsa anche per l'Europa e gli Stati Uniti l'hanno capito".
Aziz Chouaki ha scelto il jazz e la lingua francese per esprimersi, scritture libere e aperte all'improvvisazione, perché è nella dimensione della pluralità l'assicurazione della democrazia; ispirandosi così ad Albert Camus che aveva già capito il rischio della radicalizzazione della religiosa se il Paese avesse voltato le spalle al mare per ritirarsi verso l'interno".
Presentazione di tutti gli ospiti scrittori presenti al festival con una carrellata degli ospiti letterari
Musica live con Francesco Piu & Pablo Leoni
Rassegna internazionale di Musica&Letteratura
X EDIZIONE PIACENZA – TRAVO (PC)
26/29 GIUGNO 2014
Giovedì 26 giugno 2014
ore 20.30
INCONTRO LETTERARIO
Palco Internazionale, Piazza Cavalli, Piacenza (PC)
Africa: punteggiatura ed accordi tra le dune del deserto
Con Aziz Chouaki, scrittore e sceneggiatore franco-algerino, autore di numerosi romanzi tra cui La stella di Algeri, Premio Flaiano, la spietata analisi della genesi di un terrorista suicida. Conduce l'incontro la scrittrice e giornalista Ilaria Guidantoni
Si parla di Mediterraneo alla decima edizione del Festival Blues Musicale Letterario dal Mississippi al Po di Piacenza, con Aziz Chouaki, e il suo canto libero, l'apertura alla mediterraneità come antidoto alla visione unica preludio alla dittatura.
"Dal nostro incontro da sponde opposte sul Mediterraneo e dalle loro corrispondenze ripartiremo per disegnare il senso dell'arte e dell'impegno; la scommessa dell'uscita dal tunnel per l'Algeria, all'indomani delle presidenziali che marcano uno stallo di continuità, si chiama Mediterraneo", ha anticipato Ilaria Guidantoni. E aggiunge: "Ai giovani non basta la stabilità e la sicurezza per fermare la loro fuga verso l'Europa. L'orizzonte del Mediterraneo, con la crisi russa in corso e le bufere mediorientali, è una risorsa anche per l'Europa e gli Stati Uniti l'hanno capito".
Aziz Chouaki ha scelto il jazz e la lingua francese per esprimersi, scritture libere e aperte all'improvvisazione, perché è nella dimensione della pluralità l'assicurazione della democrazia; ispirandosi così ad Albert Camus che aveva già capito il rischio della radicalizzazione della religiosa se il Paese avesse voltato le spalle al mare per ritirarsi verso l'interno".
Presentazione di tutti gli ospiti scrittori presenti al festival con una carrellata degli ospiti letterari
Musica live con Francesco Piu & Pablo Leoni
venerdì 20 giugno 2014
“Afropolitan” - Festival internazionale delle letterature di Roma
Mercoledì, 18 Giugno 2014 Ilaria Guidantoni
Serata al Teatro Argentina di Roma
Sesto appuntamento del Festival Internazionale delle Letterature
Martedì, 17 giugno 2014
Tre testi inediti per un autore congolese attualmente residente a Los Angeles, Alain Mabanckou; un algerino a Parigi, Yasmina Khadra e un istrione italiano, Stefano Benni leggono tre brani inediti ispirati alla frase di Elias Canetti, ‘Ognuno ma proprio ognuno, è il centro del mondo’, scelto da Maria Ida Gaeta come fil rouge della manifestazione. Nessun egocentrismo, ma il recupero dell’uomo, della sua centralità, una riflessione sul senso dell’uomo in un mondo nel quale non c’è più il poeta e la profonda solitudine che ne segue di Khadra; il senso del mondo che diventa casa in questo villaggio planetario dove la migrazione si è trasformata in una condizione esistenziale comune, per taluni una scelta, di apertura, per altri purtroppo una necessità, come racconta Mabanckou; e ancora la terra dalla parte degli insetti e una critica feroce all’umanità che si sente superiore, ma che è dominata dall’alto dagli insetti su cui poggia i piedi nella performance fiammeggiante di Benni.
La colonna sonora dal vivo è dei percussionisti del Conservatorio di Santa Cecilia, diretti da con tamburi, xilofoni e metallofoni che mi hanno divertita con un’esibizione elegante anche se con una certa freddezza forse voluta. “Afropolitan” racconta il dialogo di identità plurali di due ‘africani’ urbanizzati in Europa e un istrione italiano che dalla sua Bologna, sceso nella Capitale, fa un viaggio inverso, direzione natura, quella che più disprezziamo, scacciamo, schiacciamo e cerchiamo di prendere in trappola: il mondo brulicante degli insetti.
E’ Yasmina Khadra, algerino residente in Francia e scrittore francofono, il più letto e tradotto al mondo in lingua francese, attualmente sulla scena – che ho avuto la fortuna di intervistare dopo la conferenza stampa – ad aprire le danze. Con il suo brano dal testo inedito “La grande solitudine”, racconta il dolore e lo smarrimento di un uomo, di se stesso e dell’umanità in generale in una passeggiata parigina.
L'articolo integrale su Saltinaria.it
Serata al Teatro Argentina di Roma
Sesto appuntamento del Festival Internazionale delle Letterature
Martedì, 17 giugno 2014
Tre testi inediti per un autore congolese attualmente residente a Los Angeles, Alain Mabanckou; un algerino a Parigi, Yasmina Khadra e un istrione italiano, Stefano Benni leggono tre brani inediti ispirati alla frase di Elias Canetti, ‘Ognuno ma proprio ognuno, è il centro del mondo’, scelto da Maria Ida Gaeta come fil rouge della manifestazione. Nessun egocentrismo, ma il recupero dell’uomo, della sua centralità, una riflessione sul senso dell’uomo in un mondo nel quale non c’è più il poeta e la profonda solitudine che ne segue di Khadra; il senso del mondo che diventa casa in questo villaggio planetario dove la migrazione si è trasformata in una condizione esistenziale comune, per taluni una scelta, di apertura, per altri purtroppo una necessità, come racconta Mabanckou; e ancora la terra dalla parte degli insetti e una critica feroce all’umanità che si sente superiore, ma che è dominata dall’alto dagli insetti su cui poggia i piedi nella performance fiammeggiante di Benni.
La colonna sonora dal vivo è dei percussionisti del Conservatorio di Santa Cecilia, diretti da con tamburi, xilofoni e metallofoni che mi hanno divertita con un’esibizione elegante anche se con una certa freddezza forse voluta. “Afropolitan” racconta il dialogo di identità plurali di due ‘africani’ urbanizzati in Europa e un istrione italiano che dalla sua Bologna, sceso nella Capitale, fa un viaggio inverso, direzione natura, quella che più disprezziamo, scacciamo, schiacciamo e cerchiamo di prendere in trappola: il mondo brulicante degli insetti.
E’ Yasmina Khadra, algerino residente in Francia e scrittore francofono, il più letto e tradotto al mondo in lingua francese, attualmente sulla scena – che ho avuto la fortuna di intervistare dopo la conferenza stampa – ad aprire le danze. Con il suo brano dal testo inedito “La grande solitudine”, racconta il dolore e lo smarrimento di un uomo, di se stesso e dell’umanità in generale in una passeggiata parigina.
L'articolo integrale su Saltinaria.it
lunedì 16 giugno 2014
Martedì 17 giugno, Yasmina Khadra al Festival Letterature di Roma
Martedì 17 giugno
AFROPOLITAN
Alain Mabanckou • Yasmina Khadra • Stefano Benni
Piazza del Campidoglio - ore 21:00
Yasmina Khadra
Gli angeli muoiono delle nostre ferite
Il contesto
436 pagine
16 euro
Uno dei maggiori successi del 2013 e titolo di punta della rentrée letteraria francese, con oltre 100.000 copie vendute.
«Khadra sa raccontare l’uomo ovunque egli si trovi».
The New York Times
Siamo in Algeria nel 1937, e un ragazzo di 27 anni, arabo e musulmano, è in carcere ad aspettare l’inferno. Entriamo subito nell’animo di questo giovane, e intravediamo qual è stata la sua vita. Dall’infanzia in una bidonville al percorso oscuro che lo condurrà fino a qui.
La storia di Turambo, è narrata in tre parti, ognuna con il nome di una ragazza. Turambo cresce nell’Algeria coloniale degli anni Venti, e il suo destino è quello di un miserabile. Ma è bello, forte, passionale, dotato di un raro candore, che attira simpatie immediate. Grazie a questo dono riesce a varcare le porte del mondo francese, abitualmente vietato agli arabi. E poi possiede un gancio sinistro potente e veloce. Il suo successo sul ring gli porta fama e denaro, ma come tutti i puri di cuore odia la violenza e sogna l’amore. Nessun trofeo riesce a scaldare la sua anima come lo sguardo di una donna. Prova un amore segreto per la cugina Nora, la prima donna nella sua vita. La seconda, Aida, una prostituta, lo inizia ai piaceri della carne. La terza, Louise, è la figlia dell’uomo che vuole fargli vincere il titolo di campione di Francia. Poi arriva Irene: una donna libera e indipendente, che gli spiega che la passione vera può sbocciare solo se c’è assoluto rispetto e fiducia.
Sospeso tra durezza e purezza, come il suo personaggio, il romanzo ritrae sogni e tensioni, l’ostinazione e la rassegnazione, la rivalità tra berberi e arabi, il peso opprimente della cultura europea, e soprattutto la condizione femminile in un mondo in cui una donna felice significa solo una moglie feconda, fedele, devota. È il ritratto di un uomo, di quattro donne, di una città e di una società intera, che ha molto da svelare sulle tensioni di oggi.
Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul è nato in Algeria nel 1956. È stato ufficiale dell’esercito algerino. La disapprovazione delle forze armate per i suoi primi libri lo ha spinto a continuare usando come pseudonimo il nome della moglie. In Italia si è conquistato un pubblico grazie a due noir, Morituri e Doppio bianco. In seguito sono usciti Le rondini di Kabul (2003), La parte del morto (2005), L’attentatrice (2006, del 2013 è il film di Ziad Doueiri), Le sirene di Baghdad (2007) e Quel che il giorno deve alla notte (2009), miglior libro del 2008 per la rivista letteraria «Lire». Nel 1999 ha lasciato l’esercito e svelato la sua identità. Attualmente vive in Francia.
AFROPOLITAN
Alain Mabanckou • Yasmina Khadra • Stefano Benni
Piazza del Campidoglio - ore 21:00
Yasmina Khadra
Gli angeli muoiono delle nostre ferite
Il contesto
436 pagine
16 euro
Uno dei maggiori successi del 2013 e titolo di punta della rentrée letteraria francese, con oltre 100.000 copie vendute.
«Khadra sa raccontare l’uomo ovunque egli si trovi».
The New York Times
Siamo in Algeria nel 1937, e un ragazzo di 27 anni, arabo e musulmano, è in carcere ad aspettare l’inferno. Entriamo subito nell’animo di questo giovane, e intravediamo qual è stata la sua vita. Dall’infanzia in una bidonville al percorso oscuro che lo condurrà fino a qui.
La storia di Turambo, è narrata in tre parti, ognuna con il nome di una ragazza. Turambo cresce nell’Algeria coloniale degli anni Venti, e il suo destino è quello di un miserabile. Ma è bello, forte, passionale, dotato di un raro candore, che attira simpatie immediate. Grazie a questo dono riesce a varcare le porte del mondo francese, abitualmente vietato agli arabi. E poi possiede un gancio sinistro potente e veloce. Il suo successo sul ring gli porta fama e denaro, ma come tutti i puri di cuore odia la violenza e sogna l’amore. Nessun trofeo riesce a scaldare la sua anima come lo sguardo di una donna. Prova un amore segreto per la cugina Nora, la prima donna nella sua vita. La seconda, Aida, una prostituta, lo inizia ai piaceri della carne. La terza, Louise, è la figlia dell’uomo che vuole fargli vincere il titolo di campione di Francia. Poi arriva Irene: una donna libera e indipendente, che gli spiega che la passione vera può sbocciare solo se c’è assoluto rispetto e fiducia.
Sospeso tra durezza e purezza, come il suo personaggio, il romanzo ritrae sogni e tensioni, l’ostinazione e la rassegnazione, la rivalità tra berberi e arabi, il peso opprimente della cultura europea, e soprattutto la condizione femminile in un mondo in cui una donna felice significa solo una moglie feconda, fedele, devota. È il ritratto di un uomo, di quattro donne, di una città e di una società intera, che ha molto da svelare sulle tensioni di oggi.
Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul è nato in Algeria nel 1956. È stato ufficiale dell’esercito algerino. La disapprovazione delle forze armate per i suoi primi libri lo ha spinto a continuare usando come pseudonimo il nome della moglie. In Italia si è conquistato un pubblico grazie a due noir, Morituri e Doppio bianco. In seguito sono usciti Le rondini di Kabul (2003), La parte del morto (2005), L’attentatrice (2006, del 2013 è il film di Ziad Doueiri), Le sirene di Baghdad (2007) e Quel che il giorno deve alla notte (2009), miglior libro del 2008 per la rivista letteraria «Lire». Nel 1999 ha lasciato l’esercito e svelato la sua identità. Attualmente vive in Francia.
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