mercoledì 25 febbraio 2015

Venerdì 20 marzo 2015 ore 18.00 - Emilio Borelli: "Piste incrociate". Diario dal Nordafrica, Firenze

Venerdì 20 marzo 2015 ore 18.00

Emilio Borelli: "Piste incrociate". Diario dal Nordafrica
Casa Editrice Polaris, 2014
Un viaggiatore di deserti faccia a faccia con gli stravolgimenti nordafricani dell’estate 2011.

Presentazione del libro con l’autore e Giovanni Gozzini Università di Siena

TRANSAFRICA
Via Fiume 11, 50135 - Firenze

martedì 24 febbraio 2015

Coi nostri naufraghi cuori - Omaggio a Dino Campana

La Poesia e La Fontana
un progetto di Davide Rondoni e Laura Piazza
Da dove scaturisce, durante tutta la storia umana, la voce che diviene poesia in varie forme e stili e ritmi? Come una fonte che apparentemente coperta da altre voci o chiacchiere continua a parlare dell’essenziale che inquieta, attrae e movimenta la vita umana. La fontana che è divenuta teatro ora si fa spazio per incontri di poesia. Conversazioni, brindisi, scoperte.

SECONDO APPUNTAMENTO

Coi nostri naufraghi cuori
Omaggio a Dino Campana
25 febbraio 2015
Teatro Sala Fontana
ore 19.30

interventi e letture di
Gianni Turchetta
Davide Rondoni
Laura Piazza

con un brindisi in versi di
Lorenzo Babini
Corrado Benigni
Daniele Bernardi
Roberta Castoldi
Giorgia Citti D'Amanzo
Tommaso Di Dio
Davide Ferrari
Massimo Mandorlo
Luca Mastrantonio
Roberto Mussapi
Alessandro Rivali
Giovanni Salis
Isabella Serra
vino e aperitivo offerto da AngoloMilano
INGRESSO LIBERO

Davide Rondoni
Davide Rondoni, l'autore del progetto
Forlì 1964, ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra i quali Apocalisse amore, Mondadori 2008, Avrebbe amato chiunque, Guanda 2003, Compianto, Vita, Marietti 2001 e Il bar del tempo, Guanda 1999, Rimbambimenti, Raffaelli 2010, Si tira avanti solo con lo schianto, Whyfly 2013, con i quali ha vinto alcuni dei maggiori premi di poesia. È tradotto in vari paesi in volume e rivista. Collabora a programmi di poesia in tv (Rai e Tv2000) e ad alcuni quotidiani come editorialista. Ha fondato e fa parte del centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e dirige la rivista clanDestino. Suoi recenti volumi di saggi sono Nell’arte vivendo, prose e versi su arte e artisti, Marietti 2012, Contro la letteratura, Saggiatore 2011, sull’insegnamento a scuola, Il fuoco della poesia, Rizzoli 2008, Non una vita soltanto, Marietti 2001. Dirige le collane di poesia per Marietti e di ebook poesia per Subway edizioni. È autore di teatro e di traduzioni da Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri. Ha partecipato a festival internazionali di poesia in molti paesi. In prosa ha pubblicato Gesù, un racconto sempre nuovo, Piemme 2013, Hermann, Rizzoli 2010, I santi scemi, Guaraldi 2003. Tiene corsi di poesia presso alcune Università.

Laura Piazza,
attrice che ha letto il brano 14
de' La Notte tratto dai Canti Orfici
di Dino Campana

Laura Piazza
Siracusa 1985, è dottore di ricerca in Italianistica e collabora con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania in qualità di cultrice di Discipline dello Spettacolo. Partita da interessi filologici (Dino Campana), si occupa adesso di questioni specificamente teatrali. Ha pubblicato diversi saggi sulle origini dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (e, più generale, sul fenomeno del Teatro all’Aperto tra Otto e Novecento) e sulla teoria della parola di Orazio Costa. Nel 2012 pubblica per Il Melangolo Il gesto, la parola, il rito. Il teatro di Mario Luzi. Sempre nel 2012 si diploma attrice all’Accademia d’Arte del Dramma Antico presso la Fondazione INDA, diretta da F. Balestra. Ha lavorato con Giorgio Albertazzi, Mauro Avogadro, Fernando Balestra, Emiliano Bronzino, Antonio Calenda, Monica Conti, Luca De Fusco, Claudio Longhi, Alessandro Maggi, Carmelo Rifici, Roberta Torre, Roberto Trifirò. Ha seguito seminari e laboratori con Krystian Lupa (Biennale di Venezia, 2013), Carmelo Rifici (2013), Eleonora Danco (2012), Jean-Paul Denizon (2009).

“Il castello bianco” di Orhan Pamuk

Ilaria Guidantoni, 23 Febbraio 2015

Come in altri libri di Pamuk si ha l’impressione di immergersi in un mondo fiabesco anche quando la veste è storica, sebbene narri vicende di fantasia. Il castello bianco non può essere certo annoverato tra i romanzi storici, ma la vicenda risulta credibile e in qualche modo tragicamente attuale, in relazione allo scontro di civiltà in atto. C’è nella scrittura di Pamuk una sospensione, un narrare rarefatto, nondimeno, che ci porta lontano nel tempo e nella dimensione, quella degli intrighi di corte, di un sottile filo di mistero che lega le vicende umane.

L’esordio è tipicamente da romanzo con la finzione del ritrovamento del manoscritto come si legge nell’introduzione. «Ho scoperto questo manoscritto nel 1982…» Tra gli appunti, si legge ancora, c’era un’intestazione, forse per incuriosire – ci suggerisce l’autore - “Il figlioccio del trapuntaio”, fatto che ritorna estemporaneo e con un senso di sorpresa nel protagonista io narrante nelle ultime pagine. Chi trova lo scritto, in questo caso lo stesso Pamuk, resta perplesso senza saper bene cosa farne…pensando di continuare l’occupazione di famiglia nelle enciclopedie, al più inserendo una voce sulla celebrità. Alla fine l’autore ci confida di aver deciso di volgere il testo trovato in lingua volgare e moderna senza pretesa stilistica, pubblicando il racconto. Chi firma l’introduzione, parte integrante del libro, è Faruk Darvinoğlu, lo storico al quale è affidata la presentazione e Nilgün, la sorellina brava e destinataria del libro che sono personaggi del libro precedente di Pamuk, La casa del silenzio. In effetti non pare la scrittura l’interesse di Pamuk in questa vicenda quanto la centralità della cultura quale strumento di riuscita nella vita, unica consolazione nelle circostanze avverse, e ci appare un messaggio di estrema attualità.

La vicenda si svolge nel Seicento quando un gentiluomo italiano viene catturato dai pirati e venduto come schiavo ad un astrologo turco. Vicende di questo tipo nel Mediterraneo ne sono successe a centinaia. Molti rinnegavano la loro fede cristiana, ma il nostro protagonista non si arrende e sfida le difficoltà esercitando la capacità del sapere grazie al quale gli vengono risparmiati i lavori pesanti che lo sfiancherebbero inutilmente. E’ la forza interiore che garantisce infatti l’autentica libertà.

La recensione integrale su Saltinaria.it

venerdì 20 febbraio 2015

"Claude Izzo. Storia di un marsigliese" di Stefania Nardini


letto da
Marisa Cecchetti*

Rileggere Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese, di Stefania Nardini, uscito nella edizione e/o dopo la edizione Perdisa 2010, è stato un rinnovare le emozioni di allora. Come quando si apre un classico, che ogni volta ci trasmette qualcosa di nuovo, ma ci conferma allo stesso tempo qualcosa di eterno. Ciò che conferma il libro della Nardini è la grandezza di un uomo, poeta, giornalista, scrittore, che ha fatto del principio della libertà e della coerenza la sua via, che si è mescolato con gli ultimi, nelle strade e nei più bassi quartieri di Marsiglia, per ascoltarne la voce, per schierarsi dalla loro parte, per cercare tra loro la poesia: “E la poesia è nella strada/trascinante/come una ragazza della notte/all’angolo del tavolo/ di un bistrot/davanti a un bicchiere/ di rosso./E la poesia è nella strada/come un senzatetto”.
Figlio di un emigrato italiano partito bambino  nel ‘29 dalla provincia di Salerno, e di madre francese di famiglia spagnola, un rital, appartenente cioè a quella gente  che aveva “solo la povertà da difendere”, abitava con la famiglia nella zona più degradata, il Panier: “I pescatori che venivano da Ischia e da Procida vivevano ammassati nelle case del Panier. Pasta e canzoni erano gli ingredienti di quella nostalgica allegria baciata dalla luce di una città in cui c’era posto per tutti”.
Un libro che spinge a riflettere, quello della Nardini, perché è immediato il passaggio dall’immagine della nave che si allontana da Napoli carica di migranti nel 1929, direzione Marsiglia, alle tragedie giornaliere che si consumano oggi sul Mediterraneo, con  i disperati in fuga dalle guerre e dalla fame. E purtroppo- fortunatamente non per tutti-  le testimonianze del nostro passato rimangono sepolte nei libri di storia.
Spirito inquieto, Izzo ha “sempre guardato la gente, i disoccupati, quelli che non avevano niente, i mali di Marsiglia” con umana partecipazione, in quanto, scrive l’autrice, aveva la consapevolezza che “la vera minaccia, per una città da sempre multietnica, è la cultura della paura”.
E’ diventato e si è sentito pienamente francese senza mai imparare l’Italiano. Dell’Italia però ha amato le canzoni, il cibo, i profumi, e quello del basilico che la madre Babette teneva sul davanzale li comprendeva tutti.
Adolescente pacifista e cattolico del gruppo di Pax Christi, negli anni sessanta, che hanno visto i disordini interni alla Francia in seguito alla caduta del sistema coloniale e all’approdo degli algerini nei palazzoni di periferia, continua a sue spese ad esternare il suo pacifismo quando lo mandano a Gibuti a fare il sevizio militare, una palestra di esperienza umana dolorosissima.
Stefania Nardini, romana, ha imparato a conoscere ed amare Marsiglia grazie ai libri di Jean-Claude Izzo. E’ diventata l’altra sua città. Lì ha chiesto, cercato, indagato, ha contattato tutti quanti, familiari ed amici, potessero aiutarla a ricostruire la figura di Jean-Claude. La nuova edizione è ancor più il frutto di questo amore, perché, senza nulla rinnegare del testo originale, la Nardini ha fatto su di esso un editing personale e speciale, intervenendo per eliminare qualche frase di troppo, aggiungendo informazioni perché il risultato fosse perfetto.
Se Marsiglia ha stregato Izzo, che l’ha fatta vivere soprattutto attraverso la trilogia noir di Fabio Montale, anche lei è stata affascinata da una città “priva di definizioni, e con un unico privilegio: la sua luce. Un miracolo che si rinnova a ogni alba, un dono consacrato all’eternità quando le sfumature delle stagioni si accendono”.
Emerge a poco a poco la vita privata di Jean Claude Izzo: Marie-Helene, Beatrice, Laurence, Catherine, sono le donne che ha amato. Tuttavia, come per una strana ed incontrollabile inquietudine che lo portava a tuffarsi  nell’amore quasi a cercarvi nuova energia e vita, lui confessa di non essere stato capace di tenersi accanto le donne che ha amato. Lo fa dire al suo personaggio preferito, Montale, in cui molto si rispecchia.  Ha voluto sposare Catherine, quando ormai sapeva di aver poco da vivere, quasi in una forma  di estremo riscatto.


Stefania Nardini, Jean-Claude Izzo, Storia di un marsigliese 
ed. e/o 2015 
pag.144
€ 15

* nella foto

venerdì 13 febbraio 2015

"Siracusa. Dizionario sentimentale di una città" di Giuseppina Norcia

Siracusa. Dizionario sentimentale di una città
di Giuseppina Norcia
VandA. ePublishing


Calendario presentazioni a Milano e Pavia (Febbraio 2015)




Sabato 7 Febbraio, ore 18.00
Libreria delle Donne,
Via Pietro Calvi 29 Milano
CON
Clelia Pallotta (Libreria delle donne)
Angela Di Luciano (VandA. ePublishing)

Una storia da raccontare
Una storia da raccontare. Un’impresa editoriale fondata da tre donne con l’intento di pubblicare libri digitali ma non solo, si chiama VandA. Una collana di narrativa femminile quasi rosa gestita da Laura Lepetit, si chiama Tarta VandA. Un libro diventato un caso nel giro di pochi mesi e che in una sola città e con la sola distribuzione di alcune amiche libraie ha avuto un grande successo, si chiama Siracusa. Dizionario sentimentale di una città (VandA ePublishing 2014). L’autrice si chiama Giuseppina Norcia, sarà presente all’incontro con Angela Di Luciano, una delle tre editore. Introduce Clelia Pallotta.

***
Mercoledi 11 Febbraio, ore 16.00
Università degli Studi di Pavia
Dipartimento di Studi Umanistici, Palazzo San Tommaso, Piazza del Lino 2, Aula L5.

con
Anna Beltrametti, Docente di Letteratura Greca e Drammaturgia Antica
Fabio Gasti, Docente di Filologia Classica e Letteratura latina tardoantica
Giuseppina Norcia

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Venerdì 13 Febbraio, ore 19.00
Libreria del Mondo Offeso, Via Cesariano n.7, Milano
con un percorso narrativo a cura di Giuseppina Norcia

Descrizione evento
Eroi, ninfe e dei, tiranni, regine e imperatori sbucano da strade e piazze, si rincorrono fra vicoli e mercati, nella favolosa girandola della storia. Una città straordinaria animata dalla voce della sua cantatrice. Giuseppina Norcia alla libreria del Mondo offeso ci racconta Siracusa dalla A alla Z con la S di sentimento e la E di emozione.

***
Lunedì 16 Febbraio, ore 19.00
OPEN, Viale Monte Nero 6

Descrizione evento

Le siciliane
Ninfe siracusane e popolane catanesi. Racconto e romanzo, archetipi e personaggi femminili, due generi, due anime un unico amore: la Sicilia.
Due scrittrici siciliane a confronto.

Chiara Giunta - Giuseppina Norcia
Presenta Alessandro Cannavò (Corriere della Sera)
Musica di Angelo Loia