venerdì 31 agosto 2018

Il nuovo romanzo di Gianni Scudieri


UNA DISPERATA RICERCA
di GIANNI SCUDIERI - TULLIO PIRONTI EDITORE
NAPOLI
PRIMA EDIZIONE GENNAIO 2017 – PRIMA RISTAMPA MAGGIO 2017
                                                               

Un romanzo che parla dell’amore (ma anche di situazione di estrema attualità come il problema islamico dell’ISIS, dell’influenza di facebook sulla gente, e così via), o meglio, del connubio amore/musica. Il protagonista Claudio Fabbri (Claudio in onore di uno dei miei cantautori e miti musicali, Claudio Baglioni), giornalista e direttore di un settimanale che tratta di cultura e musica, passa la sua intera esistenza alla ricerca dell’amore vero, dell’amore descritto dai grandi della letteratura mondiale, senza trovarlo mai. In questa sua spasmodica avventura che dura tutto l’arco del suo percorso terreno, vive una vita senza scrupoli, in un egoismo sfrenato senza preoccuparsi minimamente del male che fa continuamente a tutte le donne che incontra e, conseguenzialmente, a sé stesso. E’ un uomo che, a prima vista, sembra assolutamente privo di morale (un po’ come il protagonista del romanzo di Oscar Wilde “Il ritratto di Dorian Gray”, essere spregevole che ha venduto la sua anima al diavolo per restare sempre giovane) ma che, in fondo, rappresenta solo lo strumento di una Entità superiore che gioca con la sua esistenza per diffondere nel suo mondo l’incapacità di amare.
Claudio Fabbri ha una infinità di avventure tra un concerto e l’altro a cui assiste da critico musicale (celebri le sue recensioni delle performance di Bob Marley allo stadio San Siro di Milano nel 1980, di Claudio Baglioni a Piazza di Siena a Roma nel 1982 alla presenza di centocinquantamila spettatori in delirio, di Franco Battiato a Cava dei Tirreni sempre nel 1982, dei Rolling Stones allo stadio San Paolo nel 1982, dei Queen a Wembley nel 1986, degli U2 a Sidney nel 1991 e così via; da ragazzo è stato pure presente al concerto dei Led Zeppelin il 5 luglio del 1971 al Vigorelli di Milano e, nello stesso anno, all’happening, negli scavi di Pompei, dei Pink Floyd) e tutte le sue avventure hanno come sottofondo sempre la musica dei grandi musicisti e cantautori italiani (da Battisti a Baglioni, da Cocciante a De Andrè) e internazionali (da Dylan a Hendrix – suggestiva l’atmosfera creata con “Third stone from the sun” del celebre chitarrista, mentre il protagonista vive una meravigliosa avventura con una dolcissima e sfortunata ragazza, Ivanka, che poi rifiutata dal protagonista, si toglie la vita – da Springsteen ai Deep Purple e così via).
                        Diversamente dal mio romanzo precedente “Io e il rock”, con prefazione del grande Edoardo Bennato che, in fondo, è un racconto pieno di speranza, “Una disperata ricerca” è un romanzo tragico e pessimista che si conclude con il suicidio del protagonista quando si rende conto della inutilità della pur lunga esistenza vissuta, da cui ha avuto tutto tranne l’amore (“L’amor che move il sole e l’altre stelle” come Dante scriveva nell’ultimo verso della Divina Commedia ma, interpretato al contrario nella visione del protagonosta), quando capisce che una vita senza amore non può avere un senso e che l’essere umano non può tornare al mondo dopo la morte e che l’amore, comunque, è solo un mito che, se esistesse davvero, non sarebbe neppure eterno perché la vita stessa non lo è, destinata a concludersi tra le braccia della morte!!!
                        Claudio Fabbri muore vecchio e solo e finisce la sua esistenza gettandosi nel vuoto quando si rende conto che, tra l’altro, non è più capace di avere rapporti con l’altro sesso, che, però, non sono mai stati fini a sé stessi ma strumento per trasmettere la sua anima e la sua essenza al mondo femminile, nella disperata ricerca di un amore impossibile che non appartiene a questo mondo! Muore, cosciente di aver vissuto un’esistenza disperata e inutile; muore e trova nel vuoto Ivanka che ha indotto al suicidio tanti anni prima e che lo ha aspettato in tutto questo tempo, per condurlo con sé all’Inferno!
                                                                                  

Gianni Scudieri, nato il 28 giugno 1956 a San Giuseppe Vesuviano, si laurea in lingue e letterature straniere nel 1980. Giornalista pubblicista dal 1992, già conduttore radiofonico in una delle prime radio private d’Italia (conduce il programma “Rock-on”, presso Radio Onda Vesuviana, nel 1976) e in altre emittenti anche televisive. Dj negli anni Settanta, prende parte anche a un film “Napoli Violenta”, nel 1976. Ha seguito molti tra i più grandi concerti rock della storia. Insegnante di lingua inglese e francese fino alla metà degli anni Ottanta, dal 1986 è dirigente del Servizio Culturale del Comune di San Giuseppe Vesuviano nonché coordinatore dell’Ambito N26 della Campania per le Politiche Sociali (Legge 328/2000) che comprende sette Comuni del Vesuviano. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo “Io e il rock” (con la “Tullio Pironti Editore”), con prefazione di Edoardo Bennato che ha avuto, nel tempo, circa cento presentazioni in tutta Italia e su RAI 1, RAI 2 e RAI 3.
Nel gennaio 2017 è uscito il suo secondo romanzo “Una disperata ricerca” (sempre Tullio Pironti editore), già ristampato nel mese di maggio 2017.

domenica 26 agosto 2018

Il Premio Strega 2018 parla al femminile Engagé



"La ragazza con la Leica" di Helena Janeczek

Scritto da   Martedì, 21 Agosto 2018 
"La ragazza con la Leica" di Helena Janeczek
Un premio Strega all'insegna dell'impegno civile per recuperare un angolo di storia dimenticata, la nota fotografa partigiana tedesca partita per documentare in prima linea la Guerra civile ne in Spagna, Gerda Taro, vittima giovane di un incidente sospetto, conosciuta per essere stata la compagna di Robert Capa. Il libro, ben scritto, impegnativo con alcune immagini scelte con cura e commentate che diventano parte del testo, restituisce una figura tridimensionale viva, a tutto tondo, nemmeno troppo simpatica.E questo è un merito, oltre il prezioso lavoro di ricerca e di assimilazione.

Helena Janeczek, nata da una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent'anni ed è autrice di altri romanzi. Alle spalle un lavoro di ricerca accurato su materiale in prevalenza in tedesco e la consultazione degli archivi di Lipsia. Un lavoro non per tutti che restituisce una figura importante di documentatrice e una prospettiva originale sulla guerra civile di Spagna. Al centro Gerda Taro, singolare figura di ragazza emancipata, non con gli ingredienti tipici di una comunista disinibita. "Gerda era Gerda", non paragonabile ad altre figure dell'epoca.

Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-ragazza-con-la-leica-di-helena-janeczek-recensione-libro.html

La felicità impossibile di Michel Houellebecq



La Poursuite du bonheur di Michel Houellebecq

Scritto da   Mercoledì, 22 Agosto 2018 
La Poursuite du bonheur di Michel Houellebecq
La Poursuite du bonheur è una raccolta poetica dal titolo paradossale: l'alienazione e lo sfinimento del quotidiano rendono di fatto impossibile la sola ricerca o anche semplice aspirazione alla felicità.
Il libro è un ossimoro anche formale di tradizione poetica classica e di libertà dal linguaggio crudo. Luogo di nostalgia dove la morte è presenza costante e anche l'amore, l'unica cosa dotata di senso, resta il grande assente.
La raccolta La poursuite du bonheur, letteralmente "Il perseguimento della felicità", è una raccolta di poemi di Michel Houellebecq publicata nel 1991 con le Éditions de la Différence à Paris. La raccolta rimaneggiata è stata ripresa in altri volumi, in particolare con le Éditions J'ai lu e nella collana «Librio». Ha ottenuto il Premio Tristan-Tzara.
Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-poursuite-du-bonheur-di-michel-houellebecq-recensione-libro.html

lunedì 13 agosto 2018

L'oro dei Medici di Patrizia Debicke Van Der Noot


ARCA

L’ORO DEI MEDICI
di Ilaria Guidantoni

Un romanzo storico noir che ancora una volta ruota intorno alla famiglia Medici, ormai quasi una moda. Il pregio è la chiave di lettura, il taglio economico legato all’oro dei Medici appunto e alle ricchezze di una famiglia in qualche modo locale - che pure ha fatto scuola nel mondo diventando il modello di nobiltà illuminata e di Rinascimento - a confronto con le grandi monarchie europee indebolite economicamente da assurde guerre di religione.
Al di là del racconto quotidiano, in parte anche legato alla finzione con alcuni personaggi di fantasia, il testo offre uno spunto di interpretazione sempre valida della storia e una ricostruzione dell’ambiente toscano della costa e delle fortezze medicee.

Per una lettura completa dell'articolo: https://libertariam.blogspot.com/p/arca.html

domenica 12 agosto 2018

Una storia d'amore e di cronaca di Mariù Safier


L' ultima rosa d'estate di Mariù Safier
Romanzo circolare nella struttura, commovente, di sentimenti puri, struggente e catartico ad un tempo. Una storia d’amore in qualche modo senza tempo, al centro della quale una ragazza determinata quanto pura, innamorata dei propri sogni. Ispirata a una storia vera, perché la vita ha sempre più fantasia di noi, anche degli scrittori, ci fa riflettere sull’incredibile gioia e dolore che la quotidianità ci riserva e anche sulle possibilità che abbiamo, non già di cambiare il corso delle cose, ma di conservare l’integrità di noi stessi.


Per chi in estate vuole riflettere, sognare l'amore anche con l'amarezza che può derivarne. Questo è solo un assaggio in attesa della recensione che leggerete su Saltinaria alla ripresa.

giovedì 9 agosto 2018

Alla luce di una candela....antologia di versi sulle migrazioni


Versi sul tema della migrazione per un'antologia

Ho risposto all'iniziativa di Giulio Perrone Editore che con L'Erudita ha pubblicato una raccolta di poesie sui migranti.
In esclusiva "Senza domani" che vi anticipo

Senza domani

Lo sguardo fisso all’orizzonte,
linea astratta, impalpabile, insignificante
promessa illusoria di un sogno,
il viaggio
Deriva e scontro
rabbia e resa
amarezza e tristezza, spingendosi a largo senza né barca né vela
né femminile accoglienza di tenerezza, né virile conquista
Non restano che briciole di nostalgia un destino
da vivere, di acqua salata e di frutti
terra promessa di incontri,
senza promesse, senza radici, senza domani
un tuffo nell’utero salato dove il seme mi ha conquistata.
E’ l’odore della vita

e una riscrittura di una poesia pubblicata nella mia raccolta "Prima che sia buio" (Colosseo Grafica Editoriale)

La sopravvissuta
Come un naufrago stremato
ho conquistato la riva
ho sorriso al sole che mordeva la mia pelle
respirando quel soffio che ancora mi restava
per raccogliere i sensi,
riprendere le redini del viaggio
Come un profugo
sono stata accolta in terra straniera
una nuova lingua
nuovi costumi
ho ricostruito una casa ma…giunta al tetto
tutto è crollato
Senza resa ho cercato una nuova terra fertile
incontrando l’ultima primavera dell’isola
Di nuovo in cammino
senza voltarmi
raccogliendo l’eredità del cuore, del dolore, della conoscenza,
ancora una volta in marcia
Non so più dove vado
Conosco solo la meta
ma non vedo che ricordi
Dentro il freddo di chi è restato troppo a lungo nella notte
perché il sole possa scaldare
Errante me ne vado per ogni dove senza posa
Inciampando nel presente
Annaspando nel futuro
Frugando nel passato
Sono solo frammenti senza trami
Ho l’odore dei sopravvissuti, che un po’ vivi un po’ morti,
guardano avanti per dimenticare

Volevo credere alle fiabe, un racconto da un incipit di Gabriella Genisi


Non leggeva scrittura femminile…
Volevo credere alle fiabe
Ilaria Guidantoni



Non leggeva scrittura femminile, mai. Era uno dei punti fermi della sua vita. Troppo isterica, o troppo debole. Ecco perché all’incontro con l’autrice previsto nel pomeriggio alla libreria dell’angolo, non ci sarebbe andato. Ma poi scorrendo l’invito arrivato per posta elettronica, fu catturato da una foto. Anzi, da un paio di occhi luminosi e malinconici. Non avrebbe saputo dire il perché, ma quello sguardo gli era rimasto dentro a lungo, come una domanda. Cancellò gli impegni in agenda e si organizzò".

“Anch’io non leggevo mai scrittrici donne, poi un giorno sono stata ‘ingannata’…finché, ironia della sorte, non sono diventata io una scrittrice, donna che parla di donne…ma solo agli uomini. Mi è rimasto questo vezzo”. Così gli dissi mentre gli servì il thé.
Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e facevo finta di ostentare così sicurezza, come una donna di mondo può fare, incurante del fascino maschile, troppo abituata ad essere corteggiata e desiderata. Speravo non si accorgesse della mia emozione.
“Chi può mai aver ingannato una donna come te?”
“Come sono…cos’è una donna come me?” Gli risposi infastidita. Lo ero davvero. Mi sembrava una domanda retorica ammiccante, un po’ scontata a dire il vero.
“L’autore che ho deciso di tradurre, Karim Majid era in realtà una donna che aveva deciso di pubblicare il suo libro sotto mentite spoglie perché nel suo paese non le sarebbe stato permesso altrimenti; tanto meno il soggetto che aveva scelto. Dopo una prima delusione, cocente, quello scrittore affascinante in realtà non era che il marito della vera autrice, nonché il suo editore che si era innamorato di lei leggendola - solo ora capisco perché - mi si è aperto un altro mondo. All’inizio c’è stata molta rabbia. Mi era sembrato avesse con me un’intesa particolare, una vera sintonia e ci siamo anche visti un paio di volte.”
“Ti ha ingannata o ti eri illusa disegnando una storia che era solo nella tua testa?”
Touchée. “Non posso dire che sia stato scorretto, forse era solo il suo modo per attirare l’attenzione della stampa estera sul libro della moglie. Io ero convinta di intervistare un nuovo talento.”
“Il talento in effetti c’era o no?”
“A maggior ragione quando ho conosciuto la storia di Nedjma…ma nella mia testa mi ero costruita un personaggio e ora Il sapore della terra straniera aveva tutto un altro gusto. Era quello di stare in un territorio sessualmente altro: la terra straniera dell’autrice era il proprio villaggio nei panni di un uomo. E anch’io stavo affrontando un nuovo viaggio, mio malgrado.”
“Magari più affascinante del previsto…”
“Ci ho messo un po’ per digerire il cambio d’itinerario. Davvero è stato come dover cambiare sesso in qualche modo.”
Ride. “Tu hai dovuto cambiare sesso?”
“No. E’ che sono stata spinta a guardare il mondo attraverso i pantaloni indossati da una donna ed è successo qualcosa che non immaginavo.”
“Così sconcertante? Non capisco che cosa ti turbi tanto? La storia della protagonista o la tua reazione, il fatto che sei stata affascinata da una sensibilità pensando che fosse un uomo e invece…?”
“Un po’ tutte e due le cose…”, risposi mentendo.
“Ma certamente più la prima cosa” e sentii quanto ero goffa nel pronunciare quella parola, così banale, inappropriata, “cosa”.
“Non ne vuoi parlare?”
“La forza e la capacità al femminile sono state per me una rivelazione inaspettata. Scoprivo che le donne sono concrete, pratiche, dotate di coraggio, incuranti quando credono in qualcosa dell’opinione degli altri e pronte a rischiare sapendo di poter perdere tutto per non rinunciare all’emozione. Tutte qualità che pensavo fossero maschili. Forse di uomini inesistenti e idealizzati. Stai pensando che sono idiota…”
“No, sto pensando che devi essere una persona capace di innamorarti profondamente, che credi ancora alle fiabe.”
“Purtroppo non più. Peccato. Per certi versi non avrei mai voluto scoprire la verità. Avrei preferito continuare a credere che quelle pagine uscissero dalla penna di Karim, una persona in carne ossa, non un personaggio, un uomo del quale innamorarsi per davvero…”
“E invece ti sei accorta di essere stata affascinata da una donna.”
“Ed è davvero in gamba Nejma, visto che è riuscita a far innamorare Karim, che si è dimostrato coraggioso, che ha sfidato le convenzioni trattando un argomento scabroso e scomodo in quel momento, in quel contesto. Karim  si è messo in disparte poi lasciando all’autrice il successo… comunque non so perché ma ormai riesco a leggere solo voci femminili.”
“E fai bene visto che il tuo Karim non era che un coureur des jupes, troppo narcisista per amare e, al di là della sua cultura impegnata sbandierata, meno in gamba di quanto tu possa credere. Certo acuto…ha fiutato il successo e ha suggerito l’idea del camouflage. Sposarla è stato un affare ma ha continuato a tradirla con donne che potevano offrirgli opportunità tutt’altro che impegnate. Così ha tentato con te…intendi bene tu non eri il genere avventura ma riservavi per lui altre sorprese, anche quella inaspettata dell’onestà. Così è stato costretto a mettersi a nudo, pensando di far colpo ma non è bastato.”
“Questo è il tuo nuovo romanzo.”
“No è la realtà. Lo conosco molto bene.”
Ho improvvisamente freddo e non riesco a dissimulare il mio imbarazzo e la mia nuova sconfitta. Verso ancora del tè questa volta per me.
Jean-Philippe mi sfiora i capelli, quasi distrattamente, con un misto di tenerezza e di complicità: “Karim comunque mi ha fatto un regalo. C’è nel fondo di ognuno qualcosa di buono, in questo caso suo malgrado. Sono qui per i tuoi occhi e sarà la prima volta che leggerò una donna.”


mercoledì 8 agosto 2018

Letture per l'estate - I miei libri dal gennaio 2018


Libri  gennaio – agosto 2018
I canti della vita di Abū l-Qāsim ash-Shābbi - Traduzione dall’arabo, Imed Mehadheb; Saggio introduttivo e cura, Salvatore Mugno
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/i-canti-della-vita-ab-i-q-sim-ash-sh-bbi.html

Aden Arabie di Paul Nizan
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/aden-arabie-di-paul-nizan.html

Le Premier Sexe di Éric Zemmour

La striscia di cuoio di Angelo Gaccione 
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-striscia-di-cuoio-di-angelo-gaccione-recensione-libro.html

La sposa yemenita di Laura Silvia Battaglia - Cover art Paola Cannatella
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-sposa-yemenita-di-laura-silvia-battaglia.html

Jezabel di Irène Némirovsky
http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/jezabel-di-irene-nemirovsky-recensione-libro.html

A Calais di Emmanuel Carrère - Traduzione a cura di Lorenza Di Lella e Maria Laura Vanorio

Utopia di Tommaso Moro - Traduzione di Ugo Dotti

Ragazzo di razza incerta di Beatrice Monroy

La scelta imperfetta di Daniela Rossi

L’amas ardent di Yamen Manai

Des ailes au loin di Jadd Hilal


Omicidi all’acqua pazza di Umberto Cutolo
Una ragazza inglese di Beatrice Mariani

Parole e Polvere. Taccuini di strada: Eurasia, America e Africa di Paolo Brovelli
Per una lettura completa dell'articolo, https://libertariam.blogspot.com/2018/06/parole-epolvere_7.html
Nell'aria inquieta del Kalahari di Barolong Seboni
La statue de sel di Albert Memmi
Un romanzo autobiografico, sulla condizione della propria appartenenza plurale, soprattutto a livello linguistico. Una conferma della ricchezza delle differenze quanto del travaglio che esse comportano: la conferma per altro di quanto la lingua non sia solo uno strumento di comunicazione ma una visione della vita, parlando la quale ne assumiamo le sembianze. Il racconto appassionato di un tunisino ebreo, di origini italiane da parte di padre e di madre berbera della minoranza ebraica, che non è riuscito ad adattarsi a nessuna etichetta, nel momento difficile in cui il protettorato francese ha incontrato la questione delle razze.
Il romanzo autobiografico, o meglio la finzione letteraria autobiografica, di Albert Memmi (nato a Tunisi nel 1920 da un famiglia tunisina di lingua araba) si dimostra di grande attualità anche se la data originaria di pubblicazione risale al 1953, che nell’edizione rivista ha la prefazione di Albert Camus, altro autore déraciné che ben conosce la complicazione, intrigante, di appartenenza multiculturali. Tradotto in italiano nel 1991 (per i tipi Costa & Nolan, 317 pagine) è una storia semplice, quella di un bambino figlio di François Memmi, ebreo di origine italiana e di Marguerite Sarfati, madre berbera della minoranza sefardita locale, che vive nei vicoli di Tunisi, a ridosso del ghetto, in fondo all’impasse Tarfoune e poi nella zona tipicamente ebraica del Passage. La sua è un'infanzia felice anche se ben presto il protagonista si scontra con la realtà, ostile, fatta di povertà, separazione, pregiudizio. Si fa così strada in lui la consapevolezza del proprio destino fatto di esclusione e di sradicamento, a causa di una formazione culturale che gli impedirà di riconoscersi nelle tradizioni della comunità ebraica, senza peraltro potersi identificare in una comunità nuova da cui resterà comunque escluso. Da qui la fuga, non verso l'Africa che rifiuta, ma nemmeno verso l'Europa che ha rifiutato lui, ma verso il nuovo mondo, un mondo senza passato, l'America. Lungo il cammino il dramma del popolo ebreo e dei campi di lavoro sotto l’occupazione tedesca, presenti nello stesso Maghreb, che lo fanno sentire improvvisamente coinvolto nel destino di un popolo al quale sente in qualche modo di appartenere. E’ certamente un coinvolgimento empatico di stampo morale e di solidarietà sociale, essendosi allontanato dalla religione e anche della lingua, avvezzo a parlare solo il patois di Tunisi, un idioma che “sporca” l’ebraico con l’arabo tunisino e il francese in primis. Nondimeno il protagonista non è un francese de souche e non è neppure un italiano anche se per parte di padre (di professione sellaio, al quale è dedicato il libro) discende da un pittore rinascimentale. Albert Camus mette l’accento proprio sulla complessità biografica che sfugge a qualsiasi catalogazione, a cominciare dal suo essere scrittore tunisino anche se francofono; ebreo solo per origine e influenza anche se in questo libro riprende nel titolo la Genesi, 19, 26 nel qual si dice “La moglie di Loth guardò indietro e divenne una statua di sale.” Memmi per altro non è nuovo a titoli “biblici” come Agar, storia d’amore drammatica legata allo scontro di due culture che in alcuni casi coabitano in una stessa persona. In effetti il protagonista, come sottolinea Camus nella sua introduzione, si rende conto di essere ebreo quando durante il primo pogrom gli arabi massacrano gli ebrei e quando la Francia di Vichy lo consegna ai tedeschi; non solo, ma la Francia libera gli chiede, quando il protagonista vuole battersi nel suo nome, di cambiare l’assonanza ebraica del suo cognome. La scrittura sembra un modo per curarsi e liberarsi di chi non si sente di appartenere a nessuna delle culture che pure lo formano, almeno non nel senso abituale. Così se si allontana dalla religione ebraica e dai suoi rituali che gli appaiono ridicoli, non per questo rinnega le tradizioni. Camus non ci dà la risposta a dire il vero; si limita a porre la domanda, lasciandoci indovinare il suo pensiero. La scrittura diventa il laboratorio della propria identità, per fasi successive durante le quali il bambino prima, il ragazzo poi, l’uomo alla fine, si mettono in discussione per ritrovarsi ogni volta in un equilibrio precario nel quale resta sempre qualcosa da distruggere (parole testuali di Memmi). Il romanzo, gradevole alla lettura, anche per il piglio autoironico, è stato negli anni un modello per il romanzo tunisino e algerino, soprattutto su alcune tematiche essenziali, quali il colonialismo, il razzismo, l’emarginazione, la società multiculturale. Anche leggendo la formazione di Albert Memmi di capisce l’insorgere di simili tematica: si è infatti formato alla scuola francese, dapprima al Liceo Carnot di Tunisi e poi ha studiato all’Università di Algeri, dove ha studiato filofofia; infine alla Sorbona a Parigi.
La statue de sel
Albert Memmi
Prefazione di Albert Camus
Éditions Gallimard
Collection folio
1966
ISBN 978-2-07-036206-6./
La statua di sale
Albert Memmi
Costa & Nolan
1991
ISBN 9788876481222



L’ultima notte di Achille di Giuseppina Norcia

La vie devant soi di Romain Gary alias Émile Ajar
Odissea, http://libertariam.blogspot.it/p/litterae.html

Sissy Boy di Franca De Angelis
http://libertariam.blogspot.it/2018/04/libri-sissy-boy-di-mila-fiorentini-la.html
L’esprit de famille - 77 positions libanaises di Fraçois Beaune
https://libertariam.blogspot.it/p/litterae.html

La lune dans le puits Histories vraies de Méditerranée di François Beaune

Il basilico di Palazzo Galletti di Giuseppina Torregrossa
Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/il-basilico-di-palazzo-galletti-di-giuseppina-torregrossa-recensione-libro.html

Jean Genet Epopea di bassavita di Neil Novello


Un captif amoureux di Jean Genet
https://libertariam.blogspot.com/search?q=Un+captif+amoureux

L’instant présent di Guillaume Musso
https://libertariam.blogspot.com/p/arca.html