domenica 22 maggio 2016


“Istruzioni per l’USA” di Seba Pezzani

Scritto da   Domenica, 22 Maggio 2016 “Istruzioni per l’USA” di Seba Pezzani
Titolo ammiccante per un libro non commerciale anche se racconta il Paese del marketing. E’ invero un libro musicale, in certo modo, diario di viaggio e di riflessione dal lato sociale degli Usa e linguistico, passando dallo spirito goliardico e l’osservazione della quotidianità spicciola, all’analisi sottile di sfumature musicali e linguistiche e non potrebbe essere che così per un musicista e traduttore…attraverso la provincia americana.
Seba Pezzani racconta un viaggio on the road nella provincia americana per un gioco e una scommessa, vinta, con il suo gruppo RAB4 in tournée perché l’America è in qualche modo un nastro di asfalto che corre quasi all’infinito e racconta la possenza della natura e nelle sue metropoli la sfida a domarla. E’ un immenso Paese da raccontare camminando a bordo di un mezzo motorizzato. E’ la provincia americana quella che colpisce Seba, per certi aspetti trascurata, originale dal punto di vista: un gruppo di italiani la cui musica è derivata in certo modo da quella americana pronti a riesportarla alla fonte. 

Per una lettura completa: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/istruzioni-per-usa-di-seba-pezzani.html

sabato 14 maggio 2016


“Les rêves perdus de Leyla” di Mohamed Harmel (Arabèsques)

Scritto da   Sabato, 14 Maggio 2016 
“Les rêves perdus de Leyla” di Mohamed Harmel (Arabèsques)
Romanzo onirico – letteralmente I sogni perduti di Leyla - e per certi versi iperalistico tanto da essere una mappa dettagliare di un quartiere di Tunisi: scrittura fluida che trascina il lettore in un vortice nel quale non si distingue più il reale dal sogno che spesso si tramuta in incubo. Comar d’or, il principale premio alla narrativa della letteratura tunisina, primavera 2016.
La ventesima edizione del Comar d’or per il romanzo tunisino 2016 in lingua francese è stata assegnata a Mohamed Harmel, architetto di formazione che sta seguendo un master in filosofia all’ISSHT – Institut Supérieur des Sciences Humaines de Tunis. Il suo primo romanzo, Masques, nel 2013 ha ricevuto il premio Comar découvert (per gli esordienti). Ho incontrato questo autore qualche anno fa alla pèrima Edizione del Forum degli Scrittori Euro—Maghrebini promosso dalla Commissione Europea sulle identità plurali. Il romanzo è apparentemente una cronAca-diario di un uomo afflitto dalla separazione da una storia d’amore che diventa metafora del distacco dalle persone care che restano in noi grazie alla memoria e al potere dei ricordi, una via che ci consente in qualche modo di donar loro l’immortalità e di scendere nelle profondità dell’altro e forse di noi stessi. Così il personaggio principale è Leyla, la cugina morta troppo presto di malattia, che ha perso così tutti i suoi sogni e rispetto alla quale il protagonista si sente impotente e in qualche modo colpevole. La figura alla quale è stato tanto legato assume nella dimensione onirica una trasfigurazione che è a tratti sublime e a tratti mostruosa perché così è la dimensione del sogno-ricordo che agita in noi il groviglio dell’inconscio. Le persone che amiamo ci sembrano infatti immortali ma d’un tratto ne scopriamo la fragilità, figure non di ottone ma di porcellana che, da un momento all’altro, possono andare in mille pezzi. Allora cerchiamo inevitabilmente di rimetterli insieme sapendo che è un lavoro doloroso, destinato ad essere sconfitto ma al contempo irrinunciabile. Citando esplicitamente Murakami, l’autore giapponese di Dance, dance, dance, Harmel ci fa vagare sul limite che distingue il reale dall’immaginario e che molto spesso diventa l’orlo di un baratro. Interessante perché questo romanzo senza trama è direi quasi paradossalmente georefenziato e ambientato nel quartiere de La Marsa a Tunisi, dove io stessa vivo, quartiere residenziale della banlieue nord che ricostruisce con una mappatura dettagliata e fotografica e con pennellate rapide, date quasi per caso, traccia il dramma di un popolo e l’allucinazione collettiva che dura senza tregua da oltre un secolo: prima la colonizzazione francese dal 1881, fino al 1956 quando i bey, i signori locali, sono stati ridotti a figuranti del potere e nel frattempo l’ascesa del partito nazionalista, quindi il potere padronale dopo l’Indipendenza fino al colpo di Stato “medico” da parte di Ben’Alī e l’istituzione di uno stato di polizia; se la rivolta del gennaio 2011 ha aperto le porte alla speranza il partito religioso le ha di nuovo chiuse fino ad uno stallo di incertezza e di relativa miseria attuale anche se resta fuori ogni riferimento alla minaccia terroristica, forse proprio per lasciare agire il piano narrativo senza ridurlo a quello giornalistico.
Interessante anche l’accenno all’innamoramento da parte dei giovani del Partito Comunista come di una speranza insieme a quella della cultura, unica spinta per evitare la spirale di violenza. Alla fine quasi un acquietarsi quando “io stesso – scrive l’autore – sono giunto quasi alla fine del mio viaggio”, divenendo in qualche maniera un fantasma a sua volta. Allora, quando c’è l’abbandono, non so se la resa, ma certamente la consapevolezza dell’inevitabilità del sogno come ineffabile, anche Leyla sembra finalmente allontanarsi. I ricordi restano, sepolti una volta per tutti senza più minacciare. Così quel “Paese del nulla” dell’inconsistenza sembra dissolversi. Mi pare che nel libro ci sia un’oscillazione tra l’incubo dei sogni, il mondo interiore e quello del potere esterno, che tritura come una macchina. In qualche modo la capacità di navigare, forse surfare sull’onda dell’inconscio, rende l’uomo libero anche se a rischio, com’è d’altronde, ogni esistenza. L’edizione 2016 è andata per il romanzo tunisino di lingua francese a Fawzia Zouari con Le Corps de ma Mère ex-aequo con Faouzi Mellah perr Ya Khil Salem’, due opere pubblicate dalle edizioni Demeter di Tunisi. Per il romanzo tunisino di lingua araba il premio è andato, anch’esso ex-aequo a due autrici, Nabiha Aïssa per il romanzo Maraya Al-Ghieb (specchi dell’assenza) e Emna Remili Oueslati per Toujan’. Gli altri romanzi premiati sono Al-Massab(La discarica) di Chedia Kasmi e Sairatou Al-Maatouh (Biografia di un sempliciotto) di Mouldi Dhaou, che hanno ricevuto, ex-aequo, il premio speciale della giuria di lingua araba. Per il premio Découverte la vincitrice è stata Hanene Jenane con Katariss (scritto in arabo) e Wafa Ghorbal per Le Jasmin Noir(Il gelsomino nero, in francese).
Les rêves perdus de Leyla
di Mohamed Harmel
Arabèsques 2016
15,00 euro

venerdì 13 maggio 2016

Torino 12 maggio 2016
Il debutto del mio ultimo lavoro sul Mediterraneo, Lettera a un mare chiuso per una società aperta, Albeggi Edizioni dal 19 maggio in libreria


Appuntamento a Siracusa con la seconda tappa del mio ultimo viaggio nel Mediterraneo, dopo il debutto a Torino

lunedì 9 maggio 2016

domenica 8 maggio 2016


inedito diario di Maurizio Valenzi con il libro a cura di Lucia Valenzi
“I miei primi giorni da Sindaco di Napoli”

una testimonianza diretta e immediata dell’amministrazione comunale, delle complessità e delle sfide della figura del primo cittadino partenopeo nei racconti e negli aneddoti di lavoro del primo Sindaco comunista della Città

  
Un intreccio di racconti in forma di cronaca, tensioni emotive e politiche, ma anche ironici aneddoti tratti dalla quotidiana sfida da primo cittadino di governare la complessità sociale e ammnistrativa di Napoli negli anni ’70. È questo lo scenario rinvenuto nel diario, finora inedito, di Maurizio Valenzi, l’ex parlamentare italiano ed europeo, sindaco a Napoli dal 1975 al 1983.
Le testimonianze dei primi mesi di sindacatura sono state raccolte nel libro a cura di Lucia Valenzi “I miei primi giorni da Sindaco di Napoli”, edito da Aracne, i testi del volume provengono da alcune registrazioni audio su nastro effettuate dal 20 Ottobre 1975 al 26 Febbraio 1976.


Lucia Valenzi (a cura)
I miei primi giorni da Sindaco di Napoli



Il volume è una testimonianza dei primi quattro mesi di mandato di Maurizio Valenzi, sindaco di Napoli. Un “diario” che ripercorre quanto accaduto 40 anni fa, tra il 20 ottobre 1975 e il 26 febbraio 1976, e che il primo cittadino comunista aveva “dettato” a un registratore a nastri Geloso. Valenzi si insedia e trova mille problemi, dalla sua non ha nemmeno la maggioranza per approvare il bilancio. Nonostante tutto riuscirà a governare per otto anni e a portare la terza città d’Italia all’attenzione della comunità internazionale. L’opera è un “romanzo sociale” che descrive, con uno sguardo da pittore e spesso ironico, il mondo di Maurizio Valenzi: ambienti, personaggi ed emozioni.

(2016) pp. 144 Aracne Editore € 15,00


profilo della curatrice
Lucia Valenzi

Lucia Valenzi, ricercatrice in storia contemporanea, ha pubblicato saggi di storia sociale e storia di genere sull’Ottocento a Napoli. Impegnata in associazioni culturali e sociali, è Presidente della Fondazione Valenzi. La Fondazione è un’istituzione internazionale, non schierata politicamente, attiva nella cultura e nel sociale, inaugurata nel 2009 e voluta dai figli di Maurizio Valenzi, con l’obiettivo di tutelarne e consolidarne il patrimonio culturale e politico.

sabato 7 maggio 2016

Appunti da un bordello turco
Di Philip Ó Ceallaigh
Debutto per Racconti Edizioni al Salone Internazionale del Libro di Torino 2016

Dal 12 al 16 maggio Racconti Edizioni sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino, al Padiglione 1 allo stand E16, all’interno dell’Incubatore.
· Giovedì 12, dalle ore 22: Festa! Piccoli editori e grandi riviste Una festa, quale modo migliore per farsi conoscere? Per inaugurare il nostro primo Salone, vi aspettiamo al Caffeine (via Po 51/c, Torino) per parlare di libri, ma soprattutto per fare una bevuta. Attenzione: saremo noi i barmen della serata.
· Sabato 14, ore 17, Spazio Incubatore: Philip Ó Ceallaigh, l’autore numero 1
Il nostro ospite d’onore al Salone 2016 sarà Philip Ó Ceallaigh, autore di Appunti da un bordello turco, il numero 1 di Racconti Edizioni. A presentare il libro insieme all’autore ci sarà Vanni Santoni, scrittore e editor di Tunué. L’autore sarà disponibile per interviste, firmacopie e tante chiacchiere.
Appunti da un bordello turco è un libro popolato di uomini e donne che abitano in palazzoni sovietici diroccati, annaspano per le strade inquinate dallo smog, bevono più di quanto dovrebbero e finiscono a letto a sfogare le loro frustrazioni. Sono dei cinici solitari attrezzati a far fronte alle brutture della società, illuminati da un autore con un senso dell’umorismo corrosivo. Sono degli sradicati che hanno scordato i rudimenti per stare al mondo e degli esploratori alla ricerca di un angolo dove essere di nuovo soli. Immersi in un perverso gioco dell’oca sono sempre costretti a ricominciare daccapo i loro percorsi, seguendo traiettorie che sfuggono alla loro comprensione e incontrando assai spesso un paralizzante scacco esistenziale. Lottano strenuamente contro la natura ostile e brutalmente urbanizzata che gli è intorno, ma anche la natura sembra voler riprendersi quello spazio che gli uomini le hanno negato violandola e assoggettandola. Sono racconti crudi e a tinte fosche, dove però l’ironia e la compassione fanno spesso breccia e squarciano il velo di sordida misantropia in cui si svolgono le vite dei personaggi. Delle diciannove storie che compongono il libro molte si svolgono in Romania, altre negli Stati Uniti e una, quella che dà il titolo alla raccolta, in Turchia. Ciò che accomuna questi racconti è la potenza dello sguardo e della scrittura di Ó Ceallaigh, che non perde mai di mordente e rimane concentrata su quello che è il fulcro dell’intera raccolta: cosa fa di noi degli esseri umani.


Ufficio Stampa Racconti Edizioni Giulia Marzetti – ufficiostampa@raccontiedizioni.it 

martedì 3 maggio 2016


Giovedì 12 maggio, alle 16 – Sala Romania

PER UN’EUROPA DEL MEDITERRANEO

La letteratura come laboratorio di geo-politica

A cura di Albeggi Edizioni









Giovedì 12 maggio, alle 16 – Sala Romania

PER UN’EUROPA DEL MEDITERRANEO

La letteratura come laboratorio di geo-politica

A cura di Albeggi Edizioni


Workshop-conversazione condotta da:

Ilaria Guidantoni, autrice di
Marsiglia-Algeri, viaggio al chiaro di luna
Senza perdere il coraggio. Tunisi, viaggio in una società che cambia
Lettera a un mare chiuso per una società aperta
(Albeggi Edizioni)

Partecipano: Muhammad Aladdin romanziere e sceneggiatore egiziano; Andrea di Gregorio, scrittore e traduttore, tra gli altri, di Petrok Markaris; lo scrittore di origine fiumana Diego Zandel e la regista Ljuba Scudieri.


L'incontro si pone come esperimento di utilizzo della letteratura come piattaforma di nuova elaborazione politica e geo-politica ed è il primo di una serie di workshop-conversazioni sul tema di “un’Europa del Mediterraneo”, che Albeggi Edizioni intende promuovere nell’arco temporale 2016-2017.
L'obiettivo è riflettere sul Mediterraneo, area in grande e pericolosa crisi, ma ricca di fermento sociale, politico e culturale, come baricentro di una rinascita europea.
Tutti gli intervenuti saranno invitati a partecipare al dibattito. Gli interventi del ciclo di incontri verranno registrati, editati e andranno a costituire, arricchiti da contributi che potranno pervenire per via scritta e attraverso i social, il materiale di un ebook che verrà presentato alle Istituzioni italiane, europee e alle rappresentanze dei Paesi del Mediterraneo, e pubblicato in occasione del Salone del libro 2017.



domenica 1 maggio 2016

“Cento racconti brevi e uno lungo” di Mariù Safier

Scritto da   Domenica, 01 Maggio 2016 
    “Cento racconti brevi e uno lungo” di Mariù Safier
Racconti brevi, brevissimi, un soffio, un’istantanea; spesso soltanto una battuta. E’ così che attualizza questo genere che in Italia si legge sempre meno. Un racconto tira l’altro, come una sequenza cinematografica in presa diretta che oscilla tra il mondo del fantastico attingendo alla fiaba – oggetti e animali che parlano – e la cronaca più spicciola. In fondo un mondo domestico, che può essere letto anche centellinando le pagine, tra un impegno e un altro nel caos metropolitano. Le pagine volano leggere, graffianti, talora esilaranti, ma anche grottesche, sferzate gelide di un mondo che sembra avere poca speranza, dove non c’è giustizia. Solo in quello fantastico sembra esserci la possibilità di sognare e di amare e il racconto è un buon viatico.
Mariù Safier, giornalista professionista di origine polacca, è nata e vive a Roma. Dopo una lunga carriera al CCISS della Rai, si è dedicata totalmente alla sua passione, la scrittura. Fin da giovane la scrittura e la lettura sono state sue compagne di viaggio, spaziando nei luoghi più diversi, dalla drammaturgia al romanzo, dalla poesia – ambito dove forse ha realizzato la sua ispirazione più profonda – ad una saggistica sui generis dedicata soprattutto al mondo femminile e ad una rilettura della storia attenta al sentire dell’animo umano. Questa volta si cimenta nel racconto, breve, brevissimo, anche solo una frase.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/cento-racconti-brevi-e-uno-lungo-di-mari-safier-recensione-libro.html