domenica 30 settembre 2018

Dante secondo Vacchelli, un viaggio nella selva oscura


Gianni Vacchelli
DANTE E LA SELVA OSCURA
Introduzione di Roberto Mancini


Dante e la selva oscura di Gianni Vacchelli è una raccolta di sei saggi sulla Divina Commedia intesa e interpretata dall’Autore come una «super fiaba», un «super mito», un’opera simbolica che aiuta ancora, e soprattutto oggi, menti e cuori ad aprirsi, che motiva a liberarsi dall’irrealtà, che offre ottime ragioni per ricordarsi di coltivare l’integrità umana. 




Vacchelli ricorda il motto di Gregorio Magno, applicato alle Scritture: Scriptura crescit cum legentibus. Cosi, anche Dante cresce con chi lo legge. Perché lo possiamo comprendere, oltre che in un’ottica storica, anche in una simbolica e atemporale, alla luce di quello che abbiamo vissuto dopo Dante. È questo che rende la sua Opera uno strumento di trasformazione interiore e politica, personale e sociale. Ovviamente solo se prima ci si immerge nella selva oscura: e quindi se ci si accorge della patologia del nostro sistema e si discende negli abissi che sono di morte ma anche di resurrezione. E questo su differenti piani: personale, sociale, politico e storico.

Scrive il filosofo Roberto Mancini nell’introduzione: «il testo di Vacchelli è esercizio di speranza perché contribuisce a quel recupero di realtà che ci è indispensabile in una stagione storica in cui, come osservava Elsa Morante nel 1965, il mondo corre alla sua disintegrazione come se fosse il proprio bene supremo. Più smarriscono il contatto con la consistenza e il senso delle presenze date nella vita, più gli esseri umani rimangono sviati, scissi, incoscienti». E continua: «In Dante si dispiegano una metafisica e un’antropologia dell’amore, dove quest’ultimo è molto più che uno stato d’animo, un’emozione, un sentimento o una passione, poiché rivela di essere la forza originaria, creativa e suprema del cosmo e di ogni vicenda biografica. La stessa filosofia è “amoroso uso di sapienza”, il che attesta come non si dia conoscenza autentica che non sia esercizio della forza di amare».

Gianni Vacchelli è nato nel 1967, è narratore, scrittore e docente. Insegna in un liceo classico del milanese ed è contrattista all’Università Statale di Milano. Ha pubblicato vari saggi: Dagli abissi oscuri alla mirabile visione, con prefazione di Raimon Panikkar (2008); L’«attualità» dell’esperienza di Dante (2015) e opere narrative: Arcobaleni (2012), Generazioni. Storie di liberazione e abisso (2016).

Gianni Vacchelli
DANTE E LA SELVA OSCURAIntroduzione di Roberto Mancini Lemma Press
Pagine 184, prezzo 14,50 euro
Ufficio stampa: Anna Ardissone  annaardissone1@gmail.com; Raffaella Soldani raffaellasoldani@gmail.com
www.lemmapress.it

lunedì 24 settembre 2018

I fiori del male secondo Jean Genet


Notre-Dame-des-Fleurs di Jean Genet

Scritto da   Lunedì, 24 Settembre 2018 

    Notre-Dame-des-Fleurs di Jean Genet
L’esordio narrativo dello scrittore del francese, una vicenda surreale che segue il flusso della coscienza, romanzo non-romanzo, affresco della malavita parigina alla quale apparteneva lo stesso Genet: l’attrazione fatale per gli assassini, le fantasie erotiche e un sottobosco ambiguo e insieme stranamente tenero. Una lingua trasgressiva che attinge a piene mani all’argot pur in un fraseggio colto. Senza l’intenzione di scandalizzare cerca una via d’uscita alla reclusione, sovvertendo la realtà della quale la sessualità nella sua fluidità è la punta dell’ice-berg. Un libro di grande modernità.


Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/notre-dame-des-fleurs-di-jean-genet-recensione-libro.html

mercoledì 19 settembre 2018

Una rilettura di Mauro Rostagno lunga una vita di Salvatore Mugno


 Mauro Rostagno story. Un’esistenza policroma di Salvatore Mugno

prefazione di Majid Valcarenghi
postfazione di Luciano Della Mea



Si ricostruisce la vita di Mauro Rostagno, con particolare attenzione alle fasi più direttamente impegnate nel campo della politica, della cultura, dell'intervento nel sociale. Dal Rostagno «rosso» di Trento e Lotta Continua, a quello «arancione» dell'India, a quello «bianco» di Saman, in Sicilia, dove svolse anche attività giornalistica presso una emittente televisiva. Dando la parola a chi è stato vicino a Rostagno in questi passaggi decisivi, Mugno ci fornisce una testimonianza di primo piano su un personaggio significativo del nostro tempo.
Rostagno assassinato dalla mafia a Lenzi (Valderice), vicino a Trapani, il 26 settembre 1988.




Mauro Rostagno story. Un’esistenza policroma

Salvatore Mugno
prefazione di Majid Valcarenghi


postfazione di Luciano Della Mea
Viterbo, Massari, 1998
pp. 272 - 47 foto in b/n e a colori € 11,88
(1998)

martedì 18 settembre 2018

A Scrivere&Leggere per parlare di Mediterraneo con Salah Methnani


Al via la settima edizione
del Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia
Dal 2 al 6 ottobre a palazzo Gagliardi, oltre 200 incontri tra
letteratura, giornalismo, attualità, arte e musica
Come possiamo non dirci mediterranei
3 ottobre 2018
Palazzo Gagliardi, Piazza Garibaldi - sala D

Ore 19.00


Il Mare Nostrum, culla della civiltà occidentale, è oggi al centro delle nostre inquietudini. Ilaria Guidantoni, giornalista, scrittrice, esperta di società del Mediterraneo, ci guida a guardare a questo mare in una nuova dimensione dove al pregiudizio si sostituisce il confronto tra culture con Ritratto incompiuto del padre di Jean Sénac (Oltre Edizioni) che ha tradotto e curato. Con lei, sul palco il giornalista e scrittore tunisino Salah Methnani, Inviato di RaiNews 24. 

“Il Pasolini d’Algeria”, così definito dalla critica algerina, arriva per la prima volta in Italia nella traduzione curata da Ilaria Guidantoni che commenta il testo (comprensivo di un saggio di confronto con Pier Paolo Pasolini di Diletta D’Ascia e un’intervista al drammaturgo algerino che lo ha conosciuto Aziz Chouaki): poeta algerino di origini andaluse e di espressione francese, cresciuto come bastardo nel quartiere popolare ebraico di un villaggio di pescatori, figlio di una mamma devota cattolica, in questo suo unico romanzo incompiuto (che avrebbe dovuto essere una sorta di Recherche) racconta in una sorta di anti-romanzo la sua estate del 1942 a Hennaya. Il libro con una scrittura folgorante, precursore del nouveau roman, porta alla luce le contraddizioni di una vita alla perenne ricerca di un’assenza pesante come una presenza ingombrante; il rapporto tenero eppure sofferto con la mamma bigotta, pagana allo stesso tempo e amorevole “ape operosa notturna”.



Il romanzo è un affresco della prima adolescenza, lacerata, di un cantore del Mediterraneo – il mare fa da sfondo come una sorta di colonna sonora silenziosa – le sue prime esperienze sessuali, le contraddizioni tra il senso di colpa e la coltivazione del peccato, la miseria eppure la felicità di un mondo solidale e assolutamente meticcio, come si rileva anche dalla lingua che passa da momenti lirici in un francese elegante, all’uso di termini dialettali mutuati dalle diverse lingue, talora (volutamente?) storpiati, dallo spagnolo, all’arabo, all’ebraico, alla lingua berbera. E’ il ricordo nella distanza degli anni (perché il libro è scritto tra il 1959 e il 1962 ma poi ripreso più volte e pubblicato postumo da Gallimard nel 1989) che con il tempo ha messo a fuoco la distanza con l’Algeria sognata dalla rivoluzione per l’indipendenza e la delusione che segue; così come la rottura, dopo una lunga amicizia e corrispondenza, con Albert Camus proprio per le diverse posizioni politiche. E’ anche la storia della scoperta dell’età adulta, ad esempio dell’esistenza delle razze quando l’antisemitismo arriva nel Maghreb e un compagno di scuola viene allontanato. Una scrittura folgorante, un libro che racconta l’urgenza dello scrivere e la sofferenza di una confessione che – dichiara lo scrittore – è uno streptease dell’anima. Dal romanzo emerge anche l’affresco di un mondo scomparso povero ma bello del sud, assimilabile anche al nostro sud.


Il Festival
“Abbiamo intitolato questa edizione ‘Calabria, nuovi orizzonti di cultura’ - spiegano Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano, direttori del festival, con l’obiettivo di uscire la Calabria dalla marginalità culturale, spingerla appunto verso nuovi orizzonti; questa edizione rappresenta un passo in più lungo questa strada impegnativa”.
Tra gli ospiti di punta della settima edizione ricordiamo Stefano Benni, Pietrangelo Buttafuoco, Adriano Sofri. Ed ancora scienza, politica, giornalismo: da Mario Tozzi a Roberto Vacca, da Luciano Violante a Luciana Castellina, da Ritanna Armeni a Jas Gawronski. Al centro i temi di attualità, tra questi il ruolo odierno del Mediterraneo e della sua cultura. Occhi puntati, naturalmente, sulla Calabria con alcuni degli scrittori che da anni entrano nelle pieghe della sua anima profonda: è il caso di Mimmo Gangemi, Vito Teti, Gioacchino Criaco. In primo piano l’incontro con Jerome Gautheret, corrispondente di Le Monde, che parlerà del sud Italia e della Calabria visti dalla Francia.
Il festival è anche spettacolo e musica. Tra gli attori, ricordiamo Cesare Bocci e Ascanio Celestini; sul versante musicale da non perdere l’incontro con Danilo Rea e la presentazione del libro Il nostro caro Lucio (Hoepli) di Donato Zoppo, legato alla figura di Lucio Battisti.
Tra gli ospiti, infine, da sottolineare la presenza di Nicola Gratteri, attuale procuratore della Repubblica di Catanzaro. Gratteri getterà luce sull’evoluzione della ‘ndrangheta anche a livello internazionale e sui nuovi sviluppi della lotta a questo fenomeno mafioso.
“Il festival dedica come sempre spazio alle arti visive, offrendo un palcoscenico all’arte calabrese e ai nuovi fermenti creativi che giungono dal territorio: è il caso, quest’anno, delle opere dei ragazzi del liceo artistico di Vibo, dell’Accademia d’arte di Reggio Calabria e della Bottega Aperta Limen” ricorda il direttore Gilberto Floriani.
Non mancano, infine, laboratori e workshop per bambini e ragazzi. A contorno di tutto, le degustazioni a tema, a cura dell’Accademia Italiana della Cucina.

Scopri il programma completo su www.festivaleggerescrivere.it


martedì 11 settembre 2018

Un romanzo ai tempi dell'IRA, la terza prova narrativa di Elisabetta Ranghetti


“UN’OMBRA SUL FIUME”

Un fotografo dalla storia travagliata, una combattente dell’Ira e un’artista dublinese. Un intreccio di vite lungo quarant’anni e il conflitto in Irlanda del Nord sempre presente con le sue ombre e le sue contraddizioni.

Disponibile dal 26 settembre



Belfast, 1972: all’indomani della Bloody Sunday Kitty, una ragazza irlandese dei quartieri cattolici, si unisce all’IRA e alla lotta indipendentista.
Negli anni ’80 Kyros, un talentuoso fotografo londinese, si trasferisce a Belfast affascinato dalla lotta repubblicana per immortalare la Storia, ma verrà travolto dall’orrore della guerra.
Nel 2008, a dieci anni dalla fine del conflitto in Irlanda del Nord, Eva, artista dublinese, si reca a Londra per l’esposizione dei suoi quadri e lì incontra un uomo dal passato oscuro che segnerà per sempre la sua vita.
Sullo sfondo di una delle pagine più controverse della Storia europea contemporanea s’intrecciano, in un crescendo di suspense che travolge fino all’ultima pagina, le vicende di un’umanità segnata da ferite ma capace al tempo stesso di lottare per la vita.
Un’ombra sul fiume riconferma l’abilità dell’autrice che, in un avvincente gioco di colpi di scena, porta il lettore dalla Belfast degli anni settanta alla Londra del nuovo millennio passando per New York e Dublino. 
Un libro sulla forza dell’amore e della Storia che tutto sbaraglia come un fiume in piena.

Maria Elisabetta Ranghetti, scrittrice e blogger.
Laureata in Lettere moderne con una tesi sulla Shoah Foundation di Spielberg, esordisce nel 2015 col romanzo Oltre il mare di Haifa, edito da EKT Edikit. Nel 2017 pubblica il suo secondo romanzo, Corri più che puoi, sempre per EKT Edikit. Entrambi sono stati presentati in Israele e narrano, in forme diverse, il conflitto mediorientale di cui è profonda conoscitrice.
Un’ombra sul fiume è il suo terzo romanzo.
Per Neos Edizioni ha scritto il racconto Il battito delle ore, pubblicato nell’antologia Natale a Milano- città di ordinarie follie (2018).

EKT Edikit, casa editrice nata da un’esperienza decennale e internazionale nell’editoria musicale, è impegnata nella promozione di scrittori emergenti. La sua missione è quella di divenire un punto di riferimento per gli scrittori esordienti, seguendoli passo dopo passo nel loro lavoro creativo.


Il libro sarà ordinabile in versione cartacea sul sito della casa editrice, su ibs.it, e sarà disponibile in tutte le librerie che vorranno esporlo. Sarà inoltre acquistabile in versione digitale su Amazon.

venerdì 7 settembre 2018

Riccardo Nicolai e la rilettura fiabesca del Mediterraneo

ARCA

Amogia del Mediterraneo di Riccardo Nicolai
di Mila Fiorentini

Riccardo Nicolai

Avvincente la versione per bambini, presto anche a teatro, di Riccardo Nicolai libraio sui generis di Massa Carrara, titolare, con il fratello di Ali di carta. O meglio libraio che legge e consiglia i libri oltre a venderli. Laureato in lingue e letterature straniere all’Università di Pisa, autore di libri sul territorio comeTenebre di porpora – Un racconto dei Liguri Apuani, ha pubblicato Alì Piccinin Un Mortegiano Pascià di Algeri del quale ha realizzato una versione per l’infanzia presto in versione teatrale.

Per una lettura completa dell'articolo, https://libertariam.blogspot.com/p/arca.html

giovedì 6 settembre 2018

Leonardo da Vinci come non lo avete mai letto

E' in arrivo a novembre per Albeggi Edizioni un Leonardo da Vinci insolito, dal Genio all'Uomo. Gli ultimi tempi della sua vita, il tormento e la fragilità di un Genio, riflessioni in un libro di narrativa che è il risultato di uno studio di documenti ricostruiti dall'autore.




LE INFINITE RAGIONI
Il manoscritto segreto di
Leonardo da Vinci
Di Giuseppe Bresciani




In occasione delle celebrazioni, nel 2019, del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, Albeggi Edizioni pubblica un sofisticato romanzo storico, Le infinite ragioni, in cui l’autore ricostruisce l’ultimo diario, il Manoscritto di Amboise, in cui Leonardo da Vinci, debilitato e amareggiato dalla vita, testimonia la sua ultima stagione. Il genio fiorentino ha accettato di trasferirsi in Francia, ospite del re Francesco I, dove vivrà dal tardo autunno 1517 al 2 maggio 1519, giorno della sua morte. Nella dimora di Cloux, sulle rive della Loira, egli spende le residue energie per compiacere la corte e consolidare la sua fama. Decide altresì di scrivere un diario che è una sorta di memoriale intimo e insieme registro dei fatti di cronaca. Fin dalle prime pagine, si snoda il racconto commovente del tormento fisico e dell’anima che lo attanaglia. Il suo è un esilio dorato; se pur circondato da pochi intimi fedeli e cortigiani premurosi, avverte il senso della vacuità e della fugacità dell’esistenza. Colto da interrogativi maniacali, vessato da rimpianti e ricordi laceranti, confessa la sua pena con pudore. Egli avverte, gradualmente, che la serenità in cui è immerso è fittizia. La corrispondenza e gli incontri con uomini famosi del suo tempo, i brevi viaggi, i progetti ambiziosi affidatigli dal re, l’arte e la scienza, il ritorno inquietante del passato e i vani tentativi di mettere ordine nella sua vita gli procurano tormento. Solo i fogli ai quali rivela i suoi stati d’animo e affida i ricordi gli danno sollievo. E quando la considerazione del re e della corte scema e le sue condizioni di salute peggiorano, rendendolo la triste controfigura di ciò che fu, trova il coraggio di scavare più a fondo nel suo animo e riconoscere la natura segreta delle sue passioni. Privo di remore, confessa a se stesso verità da sempre taciute. Nei fogli destinati ad essere raccolti e trasformati in un manoscritto prezioso da Francesco Melzi, emerge la vera identità di Monna Lisa, la complessità dei suoi rapporti con le donne e con il corpo maschile, la sua combattuta religiosità, la sua forza e insieme fragilità. Con un finale che farà riflettere il lettore sulle origini del grande genio, cultore della conoscenza esoterica.

Giuseppe Bresciani, dopo L’inferno chiamato Afghanistan (2012), Il cantico del pesce persico (2013) e La frontiera (2016), è alla sua quarta prova narrativa, frutto di una ricerca storica e psicologico-spirituale grazie alla quale ha saputo immedesimarsi in un Leonardo senza veli, disegnando una figura umana non meno straordinaria di quella universalmente nota dell’artista e dell’inventore.


Edizioni: Albeggi Edizioni 
Collana: Infiniti modi di viaggiare 
Genere: narrativa italiana, romanzo storico

domenica 2 settembre 2018

Il mondo berbero del Maghreb di fine Ottocento


“Amours nomades” di Isabelle Eberhardt

Scritto da   Domenica, 02 Settembre 2018 
“Amours nomades” di Isabelle Eberhardt
Una penna poetica di grande piacevolezza racconta con immediatezza giornalistica l'Algeria nomade di fine Ottocento, vissuta da una ragazza giovane svizzera votata all'avventura tanto da lasciare tutto per il Maghreb, vestirsi da uomo, convertirsi all'Islam e "diventare" a sua volta una nomade.

Scrittrice prolifica malgrado la sua breve vita (1887-1904), di lei avevo già recensito Sud Oranais su queste pagine - http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/sud-oranais-di-isabelle-eberhardt-recensione-libro.html - e ho ritrovato la sua penna felice. Un francese fluido ed un ritmo che non rendono datato né lo stile né quanto raccontato.

Per una lettura completa, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/amours-nomades-di-isabelle-eberhardt-recensione-libro.html

Mariù Safier torna a scandagliare l'animo femminile



“L'ultima rosa d'estate” di Mariù Safier

Scritto da   Domenica, 02 Settembre 2018 
“L'ultima rosa d'estate” di Mariù Safier
Romanzo circolare nella struttura, commovente, di sentimenti puri, struggente e catartico ad un tempo. Una storia d’amore in qualche modo senza tempo, al centro della quale una ragazza determinata quanto pura, innamorata dei propri sogni. Ispirata a una storia vera, perché la vita ha sempre più fantasia di noi, anche degli scrittori, ci fa riflettere sull’incredibile gioia e dolore che la quotidianità ci riserva e anche sulle possibilità che abbiamo, non già di cambiare il corso delle cose, ma di conservare l’integrità di noi stessi.


Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/ultima-rosa-d-estate-di-mari-safier-recensione-libro.html