giovedì 20 ottobre 2016


Lettere a Francesca di Enzo Tortora – Protoconvento Francescano (Castrovillari, Calabbria Teatro Festival) a cura di Francesca Scopelliti

Scritto da   Domenica, 16 Ottobre 2016 
Lettere a Francesca di Enzo Tortora – Protoconvento Francescano (Castrovillari, Calabbria Teatro Festival) a cura di Francesca Scopelliti
Una presentazione a cura di Francesca Scopelliti, che fu compagna di Tortora e visse al suo fianco la vicenda giudiziaria nota. Lettere a Francesca - pubblicate da Pacini Editore - di Enzo Tortora. Una vicenda intima che porta alla ribalta una questione universale quella della giustizia giusta e soprattutto mediatizzata. Il ruolo del giornalismo al tempo della spettacolarizzazione televisiva.

A quasi trent’anni dalla morte di Enzo Tortora, la sua compagna Francesca Scopelliti consegna alla memoria degli italiani una selezione delle lettere, 45, che il noto giornalista e presentatore televisivo le scrisse dall’inferno del carcere nel quale era stato sbattuto per “pentito” dire. Arrestato il 17 giugno 1983 per associazione camorristica e spaccio di droga, la star amata da decine di milioni di italiani vive in quei giorni l’incubo di una giustizia che sembra ostaggio della diffamazione. Promette allora di battersi fino all’ultimo non soltanto per affermare la sua estraneità alle accuse ma anche per denunciare le aberranti condizioni di vita dei detenuti. Enzo Tortora diventerà di lì a poco il grande leader politico della battaglia per una giustizia giusta, culminata con la vittoria schiacciante del referendum per la responsabilità civile dei magistrati.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/news-libri/libri-news/lettere-a-francesca-di-enzo-tortora-castrovillari-calabbria-teatro-festival-a-cura-di-francesca-scopelliti.html

lunedì 17 ottobre 2016


“Sempre fiori mai un fioraio”

Scritto da   Domenica, 16 Ottobre 2016 
“Sempre fiori mai un fioraio”
Ricordi a tavola
Paolo Poli con Pino Strabioli
Una lunga chiacchierata a puntate che assomiglia a una colazione tra amici, lontano dal tono della biografia, frizzante, gustosa e irreverente per certi aspetti come il suo protagonista. Un libro a due voci tra ricordi e voglia di imparare ogni giorni, di cogliere l’attimo senza presenzialismi, ma con l’intensità spontanea dell’essere eterno bambino. Sullo sfondo Roma di oggi e il teatro italiano con i suoi protagonisti dietro le quinte.
Il titolo ci racconta molto e nulla del libro, una battuta che ne traccia lo spirito. Non è un libro scritto da qualcuno su qualcun altro quanto una conversazione a quattro mani che diventa una sonata a tavola dove la traccia è data dalla piccola ladra, il registratore. Una conversazione tra amici, intimi, affascinati e in una dimensione di reciprocità che si avverte e che diventa un’altra storia accanto a quella raccontata. “Sempre fiori e mai un fioraio”, senza svelare troppo è una battuta di Paolo Poli rivolta a Pino Strabioli e ripresa alla fine del libro da Franca Valeri per una sorta di lieto fine, che segna l’inizio di un’amicizia oltre che del testo.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/sempre-fiori-mai-un-fioraio-paolo-poli-pino-strabioli-recensione-libro.html

Siamo tutte delle gran bugiarde

Scritto da   Domenica, 16 Ottobre 2016 
    Siamo tutte delle gran bugiarde
Paolo Poli conversazione con Giovanni Pannacci
Una conversazione durante la quale l’intervistatore diventa spettatore di una rappresentazione che svela come per Paolo Poli il teatro non è finzione ma vita, un modo di vivere: il suo; una chiacchierata spigliata, senza veli né guanti, nella quale si parla più di amori che di teatro e alla fine della quale si ha il ritratto di un uomo, che è il “professorino” della prima stagione, un rivoluzionario del teatro senza teorie, un archeologo della canzone, canzonetta e canzonaccia soprattutto fiorentina, un grande artigiano del palcoscenico, un raffinato lettore e un fine e graffiante osservatore della società, perbenista, clericale, quotidiana e semplicemente della vita della quale è sempre stato innamorato, non esente da momenti di malinconia.


Per una lettura integrale: http://www.saltinaria.it/news-libri/libri-news/siamo-tutte-delle-gran-bugiarde-paolo-poli-ilaria-guidantoni.html

domenica 2 ottobre 2016

“Loin de médine” di Assia Djebar

Scritto da   Domenica, 02 Ottobre 2016 
“Loin de médine” di Assia Djebar
Solo nella memoria storica e nella “secolarizzazione” l’Islam è divenuta una religione al maschile così come quasi tutta la civiltà “occidentale”. Assia Djebar ci restituisce la profondità, l’importanza e la ricchezza delle voci femminili intorno al Profeta che lo hanno amato e che restituiscono la complessità e la contraddittorietà della vita.
Algerina, considerata oggi la più grande scrittrice di romanzi del Maghreb, accademica di Francia, in questo libro ci trasporta a Medina alla morte del profeta. L’aspetto interessante, ben documentato, per quanto possa esserne a conoscenza, ma in forma di romanzo godibile, in una scrittura rapida quanto avvolgente com’è nel suo stile, è la restituzione della voce alle donne. In effetti nella storia dell’Islam come di tutte le religioni, almeno quelle cosiddette occidentali – ma forse non solo – fatta eccezione per la figura della Vergine, si è persa la memoria del femminile e della sua importanza nella società. In particolare si parla nel libro di figure “comuni”, non legate necessariamente al mondo dei credenti e se ne parla nella loro dimensione completa di donne, con le fragilità, i sentimenti, i momenti di rabbia. Innanzi tutto la Djebar si rivela una grande ritrattista, conoscitrice dell’animo femminile e attenta agli aspetti della vita sociale, delle componenti politiche, degli aspetti più battaglieri.

Per una lettura completa dell'articolo:  http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/loin-de-medine-assia-djebar-recensione-libro.html