giovedì 30 novembre 2017

L'orologio di mastro Hanus di Angelo Gaccione, fiabe non solo per piccoli

Angelo Gaccione

L’orologio di mastro Hanus
Innuendo editore 2017
Pagg. 124  € 12

L’orologio di mastro Hanus contiene 21 fiabe per ragazzi, ma che, per il modo di condurle, incanteranno anche gli adulti. Il narratore sa entrare in sintonia con i suoi giovani ascoltatori, e proporre le sue storie, come se davvero questi fossero presenti ad ascoltarlo. Una magia che raramente accade.


Gli estimatori dello scrittore avranno un’ulteriore conferma delle capacità affabulatorie e narrative di Gaccione, e della sua vena visionaria e poetica. Il suo modo di raccontare e il suo stile, non sono mai disgiunti da un rigoroso sguardo etico sul mondo. A lettura ultimata forse vi sentirete migliori, forse vi sorgeranno molti dubbi, di sicuro non rimarrete indifferenti. Accompagnate da altrettante affascinanti tavole pittoriche, L’orologio di mastro Hanus è un libro prezioso, un libro semplicemente bellissimo.

martedì 28 novembre 2017

Il tesoro degli Ashanti di Francesca Giommi in libreria

NOVITÀ IN LIBRERIA con il Romanzo

IL TESORO DEGLI ASHANTI
Viaggio in Ghana

di Francesca Giommi


Entrando in queste pagine si scivola verso un luogo altro e lontano, lungo le strade di rossa terra battuta di un paese africano piu o meno contemporaneo. Il paese è il Ghana, un tempo patria del Regno Ashanti famoso per il suo oro e quindi territorio di razzia dei cacciatori di schiavi, ma oggi ormai meta di flussi turistici. Qui si dirige Isabel, giovane e avventurosa studentessa di letteratura africana in cerca di un tesoro tutto suo – il sapore dell’Africa, il profumo della gioventù.
Dalla prefazione di Itala Vivan

In questo “romanzo di viaggio” o “di scoperta degli altri”, Isabel non sfuggirà a quella regola non scritta di essere disorientata almeno inizialmente dalla propria visione alterata sull’Africa.
Ma l’approccio reale con città e villaggi, la volontà sincera di aprirsi al diverso, i contatti concreti con gente e natura del luogo, descritti minuziosamente dall’autrice, alla fine daranno un approccio genuino alla giovane avventurosa protagonista.
Dal Post Scriptum di Pap Khouma, autore del best seller “Io, venditore di elefanti” (Garzanti)

Quando un anziano muore, brucia un’intera biblioteca- Proverbio africano


Isabel ama l’Africa, ne è affascinata, ne ha studiato la Storia e la Letteratura, e dall’Italia decide di partire, da sola, per trascorrere le vacanze alla scoperta del Ghana, Rough Guide alla mano.
L’avventura che la attende ridefinirà le sue idee accumulate durante gli studi universitari, rendendo più genuino il suo approccio con questo paese che attraverserà su scassati tro-tro, e la travolgerà in un turbinio di suoni e colori, sapori e odori.
Isabel, infatti, fin da subito si abbandona a questa terra, la sente amica, la percorre senza paura, e con grande rispetto. È una obroni, una giovane ragazza bianca che incontra altri ragazzi bianchi come lei, impegnati nelle ONG, e John, un compagno di studi afroamericano, conosciuto durante l’Erasmus in Inghilterra, e mai dimenticato.
“1 agosto. Emancipation Day. Ore 9.00 piazzale del Castello di Cape Coast, Ghana centrale”. Questo il contenuto della lettera proveniente da Accra, da John, qui impegnato con i Corpi di Pace. E qui, insieme, vivono la festa nazionale per commemorare l’abolizione della schiavitù, e il Panafest (Pan African Historical Theatre Festival), l’evento che richiama il popolo nero espatriato, soprattutto dagli Stati Uniti, alla riscoperta delle proprie radici e dei legami culturali e ancestrali più profondi con la Madre Africa. E ancora, visitano Accra, Kumasi, il Lago Volta, incontrano artisti e le fantasy coffin, bare dalle forme più incredibili, ispirate al mestiere o alle passioni del defunto, considerate vere e proprie opere d’arte, per arrivare al Castello di San Giorgio, patrimonio dell’Unesco, e osservare l’Oceano Atlantico con gli occhi di chi, da lì, veniva portato via a forza per essere venduto come schiavo.

Con uno sguardo aperto, genuino e spontaneo, Isabel compie anche un viaggio alla scoperta di sé, non solo dell’altro, in una terra, un continente in cui riesce a trovare il suo “oro”, un tesoro di scoperte, vite vissute ed esperienze, straordinarie e uniche.

Dottore di Ricerca in Letterature postcoloniali, africane e di migrazione, Francesca Giommi ha pubblicato saggi, interviste e recensioni in volumi, miscellanee e riviste nazionali e internazionali, è autrice di una monografia sulla letteratura Black British e collabora con L’Indice, Il Tolomeo e Il Manifesto.

Viaggiatrice e lettrice appassionata, ama girare il mondo, ascoltarne le voci, ammirarne i volti, gli usi e i costumi e raccontarne piccoli frammenti. Attualmente vive e lavora come guida turistica nel Montefeltro, all’estremità nord delle Marche, tra le dolci colline dei duchi di Urbino, le vestigia romane dell’antica Consolare Flaminia e le falesie del Parco Naturale San Bartolo, narrando le meraviglie del suo “angolo di mondo”.

IL TESORO DEGLI ASHANTI
Viaggio in Ghana
Francesca Giommi
Collana Le valigie di Chatwin
Aras edizioni

154 pp/ euro 13

lunedì 27 novembre 2017

al-Mu'allaqat, le appese, la poesia preislamica



Al-Mu’allaqāt, Les Suspendues – Le appese

Scritto da   Lunedì, 27 Novembre 2017 
Al-Mu’allaqāt, Les Suspendues – Le appese
Poesia preislamica
Traduzione dall’arabo al francese di Heidi Toelle
Poco nota, anzi dimenticata prima dall’Islam e poi dagli stessi intellettuali che hanno guardato altrove invece che alla propria storia. Sette autori mai tradotti in italiano, paragonabili ai lirici greci e ai trobadours. La poesia d’amore che canta il coraggio dei cavalieri, la caccia rituale alla gazzella e l’importanza della cammella, giochi rituali e soprattutto l’amore per l’amata: con il cammino iniziatico della separazione e della ‘riconquista’. Ma anche i piaceri della vita e del vino, spesso trasgressiva, è stata riscoperta di recente ma non abbastanza. Interessante anche perché censurata dalla cultura religiosa questa poesia del 500 dopo Cristo ha codificato le regole dell’estetica poetica del mondo arabo che valgono ancora oggi.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/al-mu-allaq-t-les-suspendues-le-appese-recensione-libro.html

lunedì 20 novembre 2017

Amatrice. Storia, arte e culturale. un libro dedicato ad una città ferita

Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Sala Vincenzo da Massa Carrara
Lucca, via San Micheletto 3

Martedì 21 novembre, ore 17.30
presentazione del volume
Amatrice. Storia, arte, cultura
(Silvana Editoriale)


La Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, in collaborazione con la Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli di Roma, ospita martedì 21 novembre, alle ore 17.30, la presentazione del volume Amatrice. Storia, arte, cultura, pubblicato da Silvana Editoriale.


Il libro, curato da Alessandro Viscogliosi, raccoglie saggi di architettura, storia dell’urbanistica, pittura e scultura dedicati al patrimonio della cittadina laziale distrutto nel sisma del 2016. Le ricerche, presentate oggi nel volume, erano state iniziate molto prima del terremoto da Stefano Petrocchi,Lorenzo PrincipiGuglielmo Villa e da Viscogliosi stesso, e sono state bruscamente interrotte la notte del 24 agosto, divenendo poi ancora più preziose dopo le nuove catastrofiche scosse del 30 ottobre, che hanno distrutto definitivamente Amatrice, atterrando la parete degli affreschi di San Francesco, annientando palazzo Orsini, danneggiando l’abside della Madonna di Filetta e mettendo a repentaglio l’Icona Passatora e i cento santuari delle “ville” della città.
Il libro non vuole soltanto celebrare un patrimonio artistico irripetibile e, si spera, non irrecuperabile, ma è anche la promessa che gli studi, quietamente portati avanti in tempi meno calamitosi, non soltanto riprenderanno, ma trarranno nuova linfa vitale dalla necessità di sostenere l’opera di restauro, alimentando così la memoria e l’amore per una terra difficile e martoriata, che deve riprendere a vivere insieme con i suoi capolavori.

Alla presentazione lucchese, dopo i saluti di Giorgio Tori, presidente della Fondazione Ragghianti, e di Paola Santarelli, presidente della Fondazione Santarelli, parteciperanno Luigi Ficacci, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara, Rosanna Morozzi, direttore della Pinacoteca Nazionale e Museo di Palazzo Mansi e del Museo Nazionale di Villa Guinigi di Lucca, Maurizio Vanni, direttore del Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art, e Stefano Petrocchi, autore del saggio in volume sulla pittura rinascimentale ad Amatrice. Introduce e modera Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti.

Per l’occasione sarà possibile acquistare il volume; il prezzo di copertina è di euro 50,00. Il ricavato della vendita sarà interamente devoluto al Comune di Amatrice, per contribuire al restauro di uno dei monumenti danneggiati dal terremoto.


Per informazioni
Ufficio stampa
Davis & Co
Lea Codognato / Caterina Briganti

Fondazione Ragghianti
Elena Fiori

domenica 19 novembre 2017

"La preghiera e la spada", scritti del grande poeta e intellettuale Adonis


“La preghiera e la spada” - Scritti sulla cultura araba

Scritto da   Domenica, 19 Novembre 2017 
“La preghiera e la spada” - Scritti sulla cultura araba
Adonis
Traduzione di Roberto Carifi
Una raccolta di testi di grande raffinatezza intellettuali ma fruibili anche dai non addetti ai lavori incentrati sulla natura della cultura araba e in particolare sulla poesia, con un excursus storico e un’attenzione all’attualità e ai riflessi in termini sociali e politici. Un testo prezioso di orientamento, senza fervore ideologico, quanto animato da impegno civile e profonda responsabilità intellettuali di uno dei pensatori più importanti del mondo arabo oltre che poeta, Adonis.

Adonis, il chi vero nome è ‘Ali Ahmad Sai’īd Esber, è uno dei più importanti intellettuali e poeti del mondo arabo, nato in un villaggio siriano nel 1930 da famiglia contadina. Dopo aver compiuto gli studi universitari a Damasco laureandosi in filosofia, si è trasferito a Beirut dove ha lavorato come giornalista e insegnante. Vive a Parigi e la sua opera ha ricevuto molti premi letterari in Francia, in Italia, in Turchia e in Libano. Nel 1999 ha ottenuto il premio internazionale Nonino e nel 2002 “Ennio Flaiano” per la letteratura sezione poesia.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/la-preghiera-e-la-spada-scritti-sulla-cultura-araba.html

giovedì 16 novembre 2017

Piano Americano di Antonio Paolacci

Antonio Paolacci 
PIANO AMERICANO
Un meta-romanzo sul tema della falsificazione
Morellini editore

Domenica sera è andata in onda su Canale 5 una fiction. Durante la puntata appariva un foglietto con il numero di telefono di un personaggio.
Per puro caso, il numero inventato dagli sceneggiatori corrispondeva a quello di una persona reale che vive a Domodossola. E questa persona ha cominciato a ricevere telefonate.
Minacce, insulti, richieste assurde.
Per tutta la sera, gli spettatori hanno preso il proprio telefono e hanno chiamato il numero che appariva in tv credendo di poter parlare con il personaggio di un telefilm.
Sembra la notizia di un caso isolato, ma logicamente non lo è.
L'unica eccezione è che, per combinazione (e per mancanza di professionismo degli sceneggiatori), stavolta qualcuno ha risposto.
Ma quanto è successo domenica significa ovviamente che molta gente chiama di continuo i numeri di telefono inesistenti dei personaggi di film e telefilm.
Chiunque sia un po' del mestiere sa (o dovrebbe sapere) che la cosa accade da sempre.
È per questo che nei film americani esiste la convenzione di far cominciare ogni numero con "555", un prefisso inesistente che serve proprio a evitare l'errore di dare il telefono di persone reali agli spettatori.
Perché chiamano.
Le persone chiamano al telefono i personaggi di film e telefilm.
Le persone, agli albori del cinema in America, sparavano ai cattivi dei film, bucando gli schermi a pistolettate.
Sono casi estremi, certo. E fanno anche ridere, certo certo.
Ma rivelano comunque verità importanti sulla nostra epoca dominata dalla comunicazione audiovisiva.
Perché i casi estremi nascondono qualcosa che esiste nella maggioranza della gente.
Lo schermo è il mondo reale per molta, moltissima gente. E c'è un livello inconscio dove noi tutti possiamo confondere i piani.
E insomma occhio, perché la confusione tra realtà e finzione di cui parla il mio "Piano Americano" non è finzione. È realtà. Antonio Paolacci
Il libro
UN META-ROMANZO IRONICO SUL TEMA DELLA FALSIFICAZIONE
Nei giorni che precedono la nascita del suo primo figlio, l’io narrante – che porta il nome dell’autore Antonio Paolacci – decide di abbandonare per sempre la scrittura: è l’inizio paradossale di un viaggio originale e umoristico tra realtà e finzione, con il racconto delle avventure grottesche di un manipolo di personaggi bizzarri: una coppia impegnata a realizzare uno scherzo mediatico di portata storica, un agente segreto del tutto anomalo, un intellettuale tossicomane e perfino un uomo semi-invisibile.
QUASI UN SAGGIO IN FORMA NARRATIVA
Senza mai perdere il suo carattere narrativo, il testo contiene svariate digressioni, collegate alla trama, che hanno per tema il cinema, l’editoria, la fiction e la comunicazione in genere.
In particolare si parla del linguaggio audiovisivo, del potere delle immagini, della relazione psicanalitica tra narrazione e inconscio.
PIANO AMERICANO è un testo innovativo, che sperimenta nuove possibilità letterarie,
ANTONIO PAOLACCI (1974) è nato nel basso Cilento e vive a Genova. È scrittore ed editor dal 2007. Ha pubblicato Flemma (Perdisa Pop, 2007), Salto d’ottava (Perdisa Pop, 2010), Accelerazione di gravità (SenzaPatria, 2010), Tanatosi (Perdisa Pop, 2012) e svariati racconti e articoli in antologie collettive e riviste.
Ha condotto alcuni studi di psicoanalisi del cinema (tema dominante di questo romanzo) considerati in ambito accademico i più approfonditi sull’argomento.
È stato il direttore editoriale del marchio ‘Perdisa Pop’ dal 2011 al 2014. È l’ideatore di ‘Progetto Santiago’, il primo progetto editoriale italiano interamente gestito da un nutrito gruppo di scrittori, artisti e professionisti indipendenti.
Il suo sito è: antoniopaolacci.blogspot.it
Ufficio stampa:
Francesca Tamanini – francesca.tamanini@morellinieditore.it 348 06 75 148
Anna Maria Riva – riva@annamariariva.eu 329 097 44 33

venerdì 10 novembre 2017

La poesia di Mario Scalesi in un libro a cura di Salvatore Mugno


“Sicilia, Tunisia e la poesia di Mario Scalesi” a cura di Salvatore Mugno

Scritto da  Sophie Moreau Venerdì, 10 Novembre 2017 
“Sicilia, Tunisia e la poesia di Mario Scalesi” a cura di Salvatore Mugno
Gli atti di un convegno riportano all’attenzione un poeta cosiddetto “minore”, emigrato siciliano in Tunisia, autore “maledetto” che scrive in francese per raccontare il proprio dolore di emarginazione fisica, psicologica, affettiva, quindi esistenziale e il sottoproletariato al quale appartiene. Trent’anni di vita piena di frustrazioni che ne fanno un cantore quasi involontario del Mediterraneo multiculturale, contro ogni esotismo.

Gli Atti del Convegno organizzato dall’Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici – ISSPE – a cura di Salvatore Mugno, che mi ha fatto dono del libro in un recente incontro al Valderice, in provincia di Trapani, in occasione dell’edizione 2017 di Terrazza d’autore (dov’ero ospite proprio per parlare di Mediterraneo) hanno riportato all’attenzione un poeta, quasi sconosciuto in Italia come in Francia. Questo sfortunato poeta che si autodefinisce maudit – e del quale ho recensito su queste pagine la raccolta Les poèmes d’un maudit (http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/les-poemes-d-un-maudit-di-mario-scalesi-recensione-libro.html) – nasce come Mariano, detto Mario Scalisi, per diventare noto come Marius Scalési, data la sua scelta per la lingua francese.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/sicilia-tunisia-e-la-poesia-di-mario-scalesi-a-cura-di-salvatore-mugno.html

venerdì 3 novembre 2017

I tuffatori di Casablanca di Rosita Ferrato

I TUFFATORI DI CASABLANCA
APPUNTI SUL MAROCCO
di 
ROSITA FERRATO

Lo sguardo sul Marocco che Rosita Ferrato offre ai lettori è assieme meravigliato e disincantato, professionale e carico di magia fanciullesca. E’ il racconto di un Paese scoperto giorno per giorno, vivendo in mezzo alla gente, perdendosi nei vicoli delle medine o in affollati souq, contemplando luoghi carichi di storia e testimoni di una mescolanza di popoli, culture e tradizioni che in epoca di muri e diffidenza appare ancora più straordinaria.

“I tuffatori di Casablanca” è un libro che sfugge alle classificazioni. Non è una guida tradizionale: non da alcuna indicazione sul posto migliore dove trascorrere la notte, tantomeno sui ristoranti. E’ piuttosto una “guida emozionale”, attenta alle storie e alle atmosfere. Ed è questo che lo rende interessante e godibile agli occhi dei più svariati pubblici: a chi il Marocco lo vuole visitare, a chi lo vuole ricordare, a chi – semplicemente – lo vuole immaginare.

L’itinerario tocca otto tra le più importanti città marocchine: Rabat, Casablanca, El Jadida, Essaouira, Marrakech, Meknes, Fez, Tangeri. Ciascuna è descritta come un affresco, con tanti colori e diverse sfumature, dove convivono ritratti di innati dongiovanni e donne velate e seducenti; di medine odorose di salsedine e suq affollati; di fari, bastioni, vestigia romane, palazzi sontuosi costruiti con pregiatissimo marmo pagato con lo zucchero … 

Ne “I tuffatori di Casablanca” è descritta soprattutto l’anima del popolo marocchino: l’ospitalità fatta di gesti più che di sorrisi, la tendenza a dilatare i tempi (l’autrice parla di “orologi molli”); il rigore di ogni condotta in tempo di Ramadan (“solo ore da far trascorrere per arrivare al tramonto”); la percezione di essere sudditi del proprio re e parte di un regno. E ancora: le credenze e il folklore popolare, animati da personaggi della cultura preislamica come i dispettosi jiin e da azzurre “mani di Fatima” dipinte su porte e pareti casalinghe per tenerli lontani.

Alle parole si affiancano le immagini: fotografie che rivelano il desiderio di catturare momenti, scorci e dettagli, e di offrire al lettore sguardi semplici, diretti e sereni.

Infine, preziosi cammei: le illustrazioni di Paolo Galetto. Dal tratto elegante e inconfondibile, introducono ciascuna delle otto città del viaggio, da Rabat a Tangeri passando per Casablanca, El Jadida, Essaouira, Marrakech, Meknes, Fez.

Rosita Ferrato, torinese, è scrittrice, giornalista e fotografa; il convergere di tanti registri narrativi le consente di offrire al lettore uno sguardo del Marocco assieme meravigliato e disincantato, professionale e carico di magia fanciullesca. E’ anche fondatrice e presidente del Caffè dei Giornalisti, associazione culturale al servizio della libertà di stampa e osservatorio dei cambiamenti geo-politici in atto nei paesi che affacciano sul Mediterraneo. E’ curatrice del blog http://www.rositaferrato.it/

Scheda libro
·     160 pagine,  formato 16,5 x 23,5 cm
·     Rilegato in brossura Copertina flessibile
·     Illustrazioni originali di Paolo Galetto
·     28 foto dell'Autrice
·     ISBN 979 12 200 1677 3
·     Prezzo: € 14,50
·     Disponibile in e-book
·     In vendita su www.amazon.com