venerdì 31 luglio 2015

13 agosto 2015 "Corrispondenze mediterranee" a Santa Cesarea Terme nel Salento

Il 13 agosto
a Santa Cesarea Terme nel Salento
Hotel Palazzo
ore 21.30
presentazione di "Corrispondenze mediterranee"

"L'uomo con la valigia" di Francesco Recami - Venerdì 7 agosto ore 21.15 Lido di Camaiore


Venerdì 7 agosto alle ore 21.15 (ingresso libero) presso il Park Hotel Villa Ariston di Lido di Camaiore (Viale Bernardini n. 355) si terrà la presentazione del libro: "L'uomo con la valigia" di Francesco Recami, edito da Sellerio.

Il noto scrittore fiorentino ha la capacità di mettere in gioco tutti i classici elementi di un romanzo giallo, mischiando Chandler ed Agata Christie, in un contesto di normale quotidianità in cui starebbe a suo agio anche il commissario Maigret. Un libro intrigante ed avvincente che ripropone in primo piano la figura del pensionato Amedo Consonni, famoso per essere coinvolto nelle situazioni e negli imbrogli più singolari. Con grande maestria, evidenziando il ritmo investigativo che scioglie gli indizi, Recami finisce per mostrare, con la riconosciuta ironia, come diversi spunti siano frutto di sbagli e malintesi. D'altronde, secondo il giallista toscano, la vera genesi del crimine di ogni giorno si può condensare in questa frase:"Tutti vogliono farsi i fatti degli altri, ma nessuno vuole che gli altri si facciano i suoi".

L'evento, condotto da Maurizio Filippini, è parte del ciclo d'incontri culturali "Camaiore d'autore", promosso ed organizzato dalla struttura versiliese. (Parcheggio gratuito all'interno dell'hotel)

mercoledì 29 luglio 2015

24 luglio 2015 A Villa Ariston a Lido di Camaiore con "Corrispondenze mediterranee, viaggio nel sale e nel vento" Oltre Edizioni


La torre di Villa Ariston, hotel liberty realizzato dall'architetto Coppedè
che ospitò Gabriele D'Annunzio e Giacomo Puccini

Con Elena Mandelli, amica ritrovata sulle spiagge della Versilia. Insieme ci siamo occupate di ceramica e piastrelle, un altro lato del Mediterraneo e della sua cultura






Con il giornalista Maurizio Filippini

«L’"attualità" dell’esperienza di Dante» di Gianni Vacchelli

Scritto da  Ilaria Guidantoni Domenica, 26 Luglio 2015

Un’iniziazione alla Commedia

Un saggio dotto, ma non accademico, di grande onestà intellettuale e umiltà, profondo ma piacevolmente fruibile anche se non è un’introduzione a Dante e alla sua opera maggiore quanto un’iniziazione che presuppone la conoscenza del poeta, del poema, del Medioevo, del mondo classico e anche della letteratura in senso ampio. Originale per la sua interpretazione non viziata dalla critica, non etichettabile negli scaffali della critica letteraria o politico-filosofica o dell’interpretazione religiosa di Dante. E’ piuttosto uno strumento di riflessione per rendere il pensiero libero come lo era quello del fiorentino nel segno della “Commedia” appunto che è la vita, riflessione ed esperienza esistenziale che non può che essere contaminazione e ricerca dell’integrazione e dell’armonia e per questo attuale, fuori da un eccessivo schematismo. Vacchelli pur offrendoci una sponda spirituale che in Dante sembra superare i confini del suo tempo e della stessa teologia, in una linea della contaminazione con altre culture, quella ebraica e arabo-musulmana in primis, come anche “buddista” – sebbene non appartenga al Ghibellin fuggiasco - non è riduttivista, nel senso che Vacchelli non abbraccia nessuna linea come fosse l’unica, né procede per tesi. Questo sembra per altro la lezione più importante dell’Alighieri.

Il taglio del libro è sapienziale, attento alla dimensione dell’esperienza senza misconoscere le ragioni della filologia, né rinunciare ad un’espressione alta ed una ricerca a tratti sofisticati. L’attenzione è concentrata però non tanto sull’analisi puramente testuale poetica ed allegorica, sulle fonti documentate e sui riferimenti storici in ambito filosofico, politico, religioso e teologico, sondando le ragioni più profonde di Dante.
L’obiettivo principale, mi pare, dichiarato, è un invito al viaggio nella Commedia, nella sua arte eccelsa, come nel suo simbolismo interiore, e soprattutto nella vita, nella realtà perché Dante compie un percorso in prima persona vivendolo oltre che raccontandolo. In tal senso l’opera di Dante è assolutamente moderna e non rinuncia alla componente dell’esperienza come percorso psicologico-affettivo oltre che meramente spirituale, più che culturale-religioso.

La recensione integrale su Saltinaria.it

“D’altronde sono uomini” di Iolanda Pomposelli

Scritto da  Ilaria Guidantoni Sabato, 25 Luglio 2015

Un romanzo brillante sulle donne ma non per sole donne, sull’amore e dintorni in un momento nel quale è forte la consapevolezza e diffusa la coscienza dei tanti rapporti malati, troppi. Con ironia e uno spirito brillante l’autrice affronta i temi che ruotano intorno all’amore, dall’amicizia alla malattia, al dolore in una società sempre più liquida, tra quattro amiche a Roma. Il libro edito da Viola Edizioni è stato presentato al nuovo locale nel centro della Capitale, il Frames, con una serata al femminile, accompagnato da una sfilata di moda sul tema degli anni Cinquanta, nel segno dell’eleganza, intramontabile qualità che fa di una donna una signora.

“D’altronde… sono uomini!” è un romanzo ambientato totalmente a Roma e per la trama e la fluidità delle storie che si snodano nell’arco temporale di qualche anno, edito da Viola Edizioni. Un libro frizzante, come ha dichiarato Simona Tuliozzi, editrice e lei stessa scrittrice, introducendo il libro, che non vuol essere solo una confessione tra donne e per donne nella quale si parla male degli uomini. Con un tono ironico e talora amaro, anche se brillante, il libro vuol essere una fotografia sullo stato delle relazioni affettive, purtroppo troppo spesso malate, inconcludenti e infelici. La vicenda racconta la storia e le disavventure di quattro giovani e belle donne, romantiche, determinate e unite tra loro da una sincera e profonda amicizia, continuamente alle prese con una serie di legami sentimentali con uomini sbagliati.

L'articolo integrale su Saltinaria.it

mercoledì 22 luglio 2015

Salsomaggiore Terme 19 luglio 2015


Da sinistra l'autrice con il conduttore del Talk show 18e20 e la criminologa Roberta Bruzzone. A sinistra Seba Pezzani, musicista e compositore blues...

venerdì 17 luglio 2015

"La città del piacere" di Ezzar El Kamhawi

Scritto da  Ilaria Guidantoni Sabato, 11 Luglio 2015

Introduzione e traduzione di Isadora D'Aimmo

Opera singolare sospesa tra sogno e realtà, una sorta di fantasy arabo che attinge alla letteratura erotica araba, indiana per alcuni aspetti crudi e, a mio parere, persiana per le note più liriche. Una fiaba moderna e insieme una sorta una di denuncia sociale dell’eros che diventa sesso e sposa l’artificio fino a spogliarsi proprio paradossalmente della vita della quale è origine.

La città del piacere è considerata ad oggi una delle espressioni più particolari della produzione letteraria egiziana contemporanea. Nel dicembre del 2012, El Kamhawi ha ricevuto la medaglia “Naguib Mahfouz” per la Letteratura e da maggio il libro è nelle librerie italiane tradotto da Isadora D’Aimmo. La città del piacere è un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, plasmato in fretta e furia da un abile architetto e consacrato alla Dea del Piacere. I suoi palazzi bianchi che sorgono dal nulla, in mezzo al deserto, ci appaiono una grande astrazione e insieme la denuncia di paradisi artificiali e non luoghi che proliferano nel mondo contemporaneo dove le persone si perdono, come le città del gioco; sono anche o potrebbero essere città nate dal nulla, frutto di tecnologia e lusso senza storia come quelle del mondo saudita, specchio e fotocopia della decadenza del mondo occidentale.

Nella città del piacere e nella Mahlama, il castello dei sogni, aleggia una felicità mista a malinconia come in tante strade di una moderna metropoli immaginaria, insinuandosi nei cuori dei suoi abitanti, dediti alla pratica del piacere e sudditi di un licenzioso re.

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"La briscola in cinque" di Marco Malvaldi

Scritto da  Ilaria Guidantoni Sabato, 11 Luglio 2015

Un classico giallo estivo anche per l'ambientazione, l'immaginario Pineta, in provincia di Livorno, oggetto della fortunata serie Barlume su Sky tv. Scanzonato, pungente, senza risparmiare quella volgarità quotidiana nel linguaggiodsi certa provincia toscana dove talora si perdona perfino una bestemmia. Dissacrante e critico verso la chiacchiera e la maldicenze, i ragazzi perdi giorno e insieme le brame un turismo alla ricerca spietata del soldo.

 Al centro della vicenda di Marco Malvaldi, classe 1974, chimico di professione, la vita di un paesino della costa livornese che si raccoglie intorno al bar, vera istituzione della vita sociale e baluardo di una provincia che rischia di sparire sotto il cemento e le politiche della Pro loco di un turismo senza scrupoli. Oltre il bar, le bocce e le carte.

La recensione integrale su Saltinaria.it (il link contiene un errore che non può essere rimosso. Ce ne scusiamo con i lettori e soprattutto con l'autore).

lunedì 13 luglio 2015

9 luglio 2015 Livorno, Terrazza Mascagni - Eden

Livorno, Terrazza Mascagni - Eden
"Marsiglia-Algeri, viaggio al chiaro di luna" ALBEGGI EDIZIONI
Con Silvia Menicagli ed Edoardo Bacchelli, attoreLivorno, Terrazza Mascagni - Eden

Domenica 19 luglio - Salsomaggiore Terme ore 18.20


martedì 7 luglio 2015

“L’esatto contrario” di Giulio Perrone

Scritto da  Ilaria Guidantoni Lunedì, 29 Giugno 2015

Un noir italiano, più che un giallo. Un bel ritmo che solleva la polvere sotto il tappeto, rovescia la tesi nel suo “esatto contrario”, con uno stile incisivo, senza scivolare nel colpo di scena plateale, nell’effetto pulp o nella morbosità. Una cronaca ordinaria, domestica e per questo più sconcertante, che ci aspetteremo di leggere sui nostri quotidiani o di ascoltare ai tg. Un libro che è già una sceneggiatura: in attesa sul piccolo schermo? La non banalità di un buon libro da intrattenimento è nella prospettiva dell’autore che rende l’incontro di un giornalista con un fatto di cronaca nera che in qualche modo ha fatto parte della sua vita, un’occasione per riflettere su se stesso e uno spunto per un cammino interiore.

Il ritmo è sostenuto fin dal titolo, incisivo, preciso, tagliente, quasi matematico. Vicino al linguaggio parlato, romano anche nello stile, non fa troppe concessioni alla volgarità diffusa. Georeferenziato con precisione, soprattutto nell’ambientazione nel quartiere di San Lorenzo, appare fin dall’inizio un film scritto o anche un reportage di cronaca nera dei nostri tempi dove amore e morte come in ogni plot che si rispetti è al centro. Con un complimento lo definirei un noir piuttosto che un giallo perché ci risparmia l’effetto scenico e la caccia al colpevole e soprattutto per l’analisi psicologica del protagonista che rende il libro non solo una lettura piacevole da intrattenimento ma un momento di riflessione. La chiave è nelle ultime righe che non svelano una soluzione, ma anzi la sfumano rispetto a quella che appare durante tutta la vicenda la storia centrale.

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“Rien ne s’oppose à la nuit” di Delphine De Vigan

Scritto da  Ilaria Guidantoni Lunedì, 29 Giugno 2015

Un romanzo coraggioso anche se il tema non è originale e recentemente più che mai ha attraversato la letteratura e il cinema: la figura della madre e in generale la storia della famiglia, scritta all’indomani della perdita. Una scrittura piana e ritmica, una riflessione spontanea sulla forza della famiglia, luogo di energia ma anche balcone su un possibile baratro, il libro autobiografico che prende l’avvio di un romanzo, scardina la famiglia quale incarnazione della gioia più spettacolare e insieme potere distruttivo come tante altre famiglie. La scrittura diventa cammino di pacificazione e purificazione, catarsi che deve necessariamente passare dal dolore.

Niente si oppone alla notte, prende spunto dalla canzone “Osez Josèphine”, “Osa Joséphine”, un invito a infrangere il muro dell’omertà, del pudore, del freno che inibisce e non risolve, scritta da Alain Bashung e Jean Fauque la cui bellezza sobria e audace – come ci racconta l’autrice Delphine De Vigan – ha accompagnato la scrittura del libro. Un romanzo con tutti i crismi, una scrittura appassionata e scorrevole che trascina, se non si sapesse che è la storia autobiografica ma anche un affresco di una famiglia francese lungo due, tre generazioni, con i suoi amori, affetti, depressioni, malattie e buchi neri, come una famiglia che si rispetti. Delphine De Vigan, nata nel 1966, è un’autrice francese che ha scritto numerosi romanzi tradotti in diverse lingue, e che riesce ad imprimere una sua originalità senza rischiare il diario intimo, la confessione, l’autoreferenzialità; assicurandoci, al contrario, una storia credibile, dotata di una sua forza autonoma.

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"M'hanno detto che” di Andrea Villani

Scritto da  Ilaria Guidantoni Domenica, 05 Luglio 2015

Testi di Andrea Villani

Disegni di Riccardo Cecchetti

Con un saluto di Gianluca Morozzi

Il sapore di una conversazione rubata tra due amici al bar, abbozzata, schizzata e tremendamente viva. Un accenno e un’istantanea di vita vissuta. Questo il sapore della graphic novel di Andrea Villani che in M’hanno detto racconta il mondo dei bar, non dei caffè, con una sua poesia presa dalla strada, da quell’indolente conversare e bere, come elemento inscindibile della vita di questo luogo che tuttora resta per uomini che si raccontano di calcio, di donne e di storie qualunque. E' un morso di vita, vera e autentica che sta sempre più scomparendo con l’Italia dei non luogo, con quell’ammiccare di locali patinati tutti uguali senza odore.

Il bar in Italia è un’istituzione antica come il caffè lo è per tutto il mediterraneo del nord e del sud, dove
soprattutto nella provincia diventa il vero luogo di aggregazione, evasione e rifugio, dove il calcio è uno dei protagonisti. Nel saluto introduttivo, ché introduzione non si può chiamare, Gianluca Morozzi dice che il fumetto è considerato erroneamente un genere minore mentre unisce due arti, quella della scrittura e quella del disegno. In effetti i testi di Andrea Villani vivono e si animano attraverso i disegni di Riccardo Cecchetti, quasi senza distinguersi in certe pagine, dove uno stile vicino al fotorealismo unito all’idea del collage, di certi quadri di Mimmo Rotella, salda insieme l’anima pop e quella del reportage, dell’immagine catturata in presa diretta e racconta la doppia anima del libretto.



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“Conoscevo un angelo” di Guido Mattioni

Scritto da  Ilaria Guidantoni Sabato, 04 Luglio 2015

Dopo il grande successo di Ascoltavo le maree (Ink, 2013 – quattro edizioni, migliaia di copie vendute, adottato nei corsi di Italiano alla Georgia State University), e l’uscita di Soltanto il cielo non ha confini (Ink, 2014) Guido Mattioni torna in libreria con un romanzo ancora una volta “americano”, dedicato al grande popolo della strada, alle persone che vivono in movimento da uno stato all’altro.
Il libro più maturo di Guido Mattioni, che segna l’uscita dalla propria storia, dal proprio mestiere, per raccontare il mondo attraverso lo sguardo degli altri. L’America della provincia, carnale e ingenua ad un tempo, presa in diretta con parole semplici, un linguaggio fluido, quasi corrente eppure punte di poesie, che ricordano lo stile inconfondibile della Beat generation. Narrazione allo stato puro.

La realtà supera nella fantasia e nella provincia americana tutto può succedere. Basta fermarsi e guardare, ascoltare; anzi saper guardare e ascoltare. La strada inizierà a raccontarvi le storie della “sua” gente: imprevedibili e bizzarre, piene di curve e scritte sotto dettatura del caso. Come quella di Howard Johnson, figlio di piazzisti che girano l’America su una casa mobile. Il protagonista, che sulla strada è stato concepito ed è cresciuto, ha studiato e giocato, ha amato ed è invecchiato, di storie così ne conosce mille. E’ voce narrante, prospettiva critica e protagonista ad un tempo, in presa diretta e poi attraverso i propri ricordi quando i genitori muoiono in un banale e fatale incidente per l’attraversamento di un cervo.

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Focette - Marina di Pietrasanta "Corrispondenze mediterranee, viaggio nel sale e nel vento" 3 luglio 2015

Presentazione "Corrispondenze Mediterranee" 3 luglio 2015
a L'ape Arianna, Focette - Marina di Pietrasanta 
Foto di Fiorenzo Sernacchioli