giovedì 7 giugno 2018

Parole e polvere di Paolo Brovelli al Festival del viaggio di Firenze

giovedì 7 giugno 2018


Parole e Polvere. I Taccuini di strada di Paolo Brovelli
di Mila Fiorentini
La copertina del libro

Un diario di viaggio dove l’autore quasi scompare, senza vezzi da protagonismo né il bisogno, molto diffuso tra i reporter, di far sentire la propria eccezionalità. Pennellate rapide e un ritmo veloce, che sembrano seguire il passo dell’avventura, spaziano tra i continenti. C’è l’amore, l’incantamento, il piacere della scoperta e soprattutto dell’incontro personale, senza quella smania giornalistica di raccontare per spiegare, insegnare, testimoniare. Sono taccuini di viaggio, lontani dall’idea del reportage.



Per una lettura completa dell'articolo, https://libertariam.blogspot.com/2018/06/parole-epolvere_7.html

domenica 3 giugno 2018

Dal Libano una storia al femminile tra guerra, precarietà, fuga e voglia di vivere


“Des ailes au loin” romanzo di Jadd Hilal

Scritto da   Domenica, 03 Giugno 2018 
“Des ailes au loin” romanzo di Jadd Hilal
Lo sguardo al femminile, di quattro donne, tra loro legate, generazioni che aspirano a vivere e a volare lontano, vedendo anche negli aerei che sganciano bombe uccelli di libertà. Sullo sfondo il Libano, sempre in guerra, con quel senso di precarietà e di paura che attraversa e trasforma le vite e anche l’amore e i rapporti più intimi. Un’analisi delicata e spietata ad un tempo dell’esilio e della lacerazione tra nostalgia e voglia di fuga.

Di origine libano-palestinese, Jadd Hilal è nato nel 1987 nei dintorni di Ginevra, città che torna nel romanzo come porto sicuro di fuga, come d’altronde la Francia con la sua capitale mitizzata, forse più noiosa del Libano, prevedibile, ma per questo porto di serenità. Dopo studi letterari e linguistici anglofoni in Francia, ha vissuto in Scozia e in Svizzera. Vive a Lione dov’è professore di lettere, ricercatore e cronista per Radio Nova Lyon. Questo è il suo primo romanzo, con una scrittura incisiva, delicata, leggera, distribuita in brevissimi capitoli con nomi di donna. Una sorta di diario incrociato al femminile: quattro voci libano-palestinesi che, di madre in figlia, raccontano il loro esilio, dagli anni Trenta del Novecento alla fine del secolo con la ripresa nel Duemila della guerra. Si disegna un Paese in guerra perenne fino al 2006 e alla breve tregua, che “abitua” tragicamente alla paura e alla precarietà.