Non
leggeva scrittura femminile…
Volevo credere alle fiabe
Ilaria
Guidantoni
Non
leggeva scrittura femminile, mai. Era uno dei punti fermi della sua vita.
Troppo isterica, o troppo debole. Ecco perché all’incontro con l’autrice
previsto nel pomeriggio alla libreria dell’angolo, non ci sarebbe andato. Ma
poi scorrendo l’invito arrivato per posta elettronica, fu catturato da una
foto. Anzi, da un paio di occhi luminosi e malinconici. Non avrebbe saputo dire
il perché, ma quello sguardo gli era rimasto dentro a lungo, come una domanda.
Cancellò gli impegni in agenda e si organizzò".
“Anch’io
non leggevo mai scrittrici donne, poi un giorno sono stata ‘ingannata’…finché,
ironia della sorte, non sono diventata io una scrittrice, donna che parla di
donne…ma solo agli uomini. Mi è rimasto questo vezzo”. Così gli dissi mentre
gli servì il thé.
Non
riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e facevo finta di ostentare così
sicurezza, come una donna di mondo può fare, incurante del fascino maschile,
troppo abituata ad essere corteggiata e desiderata. Speravo non si accorgesse
della mia emozione.
“Chi
può mai aver ingannato una donna come te?”
“Come
sono…cos’è una donna come me?” Gli risposi infastidita. Lo ero davvero. Mi
sembrava una domanda retorica ammiccante, un po’ scontata a dire il vero.
“L’autore
che ho deciso di tradurre, Karim Majid era in realtà una donna che aveva deciso
di pubblicare il suo libro sotto mentite spoglie perché nel suo paese non le
sarebbe stato permesso altrimenti; tanto meno il soggetto che aveva scelto.
Dopo una prima delusione, cocente, quello scrittore affascinante in realtà non
era che il marito della vera autrice, nonché il suo editore che si era
innamorato di lei leggendola - solo ora capisco perché - mi si è aperto un
altro mondo. All’inizio c’è stata molta rabbia. Mi era sembrato avesse con me
un’intesa particolare, una vera sintonia e ci siamo anche visti un paio di
volte.”
“Ti ha
ingannata o ti eri illusa disegnando una storia che era solo nella tua testa?”
Touchée. “Non posso dire che sia stato scorretto,
forse era solo il suo modo per attirare l’attenzione della stampa estera sul
libro della moglie. Io ero convinta di intervistare un nuovo talento.”
“Il
talento in effetti c’era o no?”
“A
maggior ragione quando ho conosciuto la storia di Nedjma…ma nella mia testa mi
ero costruita un personaggio e ora Il
sapore della terra straniera aveva tutto un altro gusto. Era quello di
stare in un territorio sessualmente altro: la terra straniera dell’autrice era
il proprio villaggio nei panni di un uomo. E anch’io stavo affrontando un nuovo
viaggio, mio malgrado.”
“Magari
più affascinante del previsto…”
“Ci ho
messo un po’ per digerire il cambio d’itinerario. Davvero è stato come dover
cambiare sesso in qualche modo.”
Ride.
“Tu hai dovuto cambiare sesso?”
“No. E’
che sono stata spinta a guardare il mondo attraverso i pantaloni indossati da
una donna ed è successo qualcosa che non immaginavo.”
“Così
sconcertante? Non capisco che cosa ti turbi tanto? La storia della protagonista
o la tua reazione, il fatto che sei stata affascinata da una sensibilità
pensando che fosse un uomo e invece…?”
“Un po’
tutte e due le cose…”, risposi mentendo.
“Ma
certamente più la prima cosa” e sentii quanto ero goffa nel pronunciare quella
parola, così banale, inappropriata, “cosa”.
“Non ne
vuoi parlare?”
“La
forza e la capacità al femminile sono state per me una rivelazione inaspettata.
Scoprivo che le donne sono concrete, pratiche, dotate di coraggio, incuranti
quando credono in qualcosa dell’opinione degli altri e pronte a rischiare
sapendo di poter perdere tutto per non rinunciare all’emozione. Tutte qualità
che pensavo fossero maschili. Forse di uomini inesistenti e idealizzati. Stai
pensando che sono idiota…”
“No,
sto pensando che devi essere una persona capace di innamorarti profondamente,
che credi ancora alle fiabe.”
“Purtroppo
non più. Peccato. Per certi versi non avrei mai voluto scoprire la verità. Avrei
preferito continuare a credere che quelle pagine uscissero dalla penna di
Karim, una persona in carne ossa, non un personaggio, un uomo del quale
innamorarsi per davvero…”
“E
invece ti sei accorta di essere stata affascinata da una donna.”
“Ed è
davvero in gamba Nejma, visto che è riuscita a far innamorare Karim, che si è
dimostrato coraggioso, che ha sfidato le convenzioni trattando un argomento
scabroso e scomodo in quel momento, in quel contesto. Karim si è messo in disparte poi lasciando all’autrice
il successo… comunque non so perché ma ormai riesco a leggere solo voci
femminili.”
“E fai
bene visto che il tuo Karim non era che un coureur
des jupes, troppo narcisista per amare e, al di là della sua cultura
impegnata sbandierata, meno in gamba di quanto tu possa credere. Certo acuto…ha
fiutato il successo e ha suggerito l’idea del camouflage. Sposarla è stato un affare ma ha continuato a tradirla
con donne che potevano offrirgli opportunità tutt’altro che impegnate. Così ha
tentato con te…intendi bene tu non eri il genere avventura ma riservavi per lui
altre sorprese, anche quella inaspettata dell’onestà. Così è stato costretto a
mettersi a nudo, pensando di far colpo ma non è bastato.”
“Questo
è il tuo nuovo romanzo.”
“No è
la realtà. Lo conosco molto bene.”
Ho
improvvisamente freddo e non riesco a dissimulare il mio imbarazzo e la mia
nuova sconfitta. Verso ancora del tè questa volta per me.
Jean-Philippe
mi sfiora i capelli, quasi distrattamente, con un misto di tenerezza e di
complicità: “Karim comunque mi ha fatto un regalo. C’è nel fondo di ognuno
qualcosa di buono, in questo caso suo malgrado. Sono qui per i tuoi occhi e
sarà la prima volta che leggerò una donna.”
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