sabato 25 febbraio 2012

Immagini e parole di Lulù



Niccolò Fabi, Shirin Amini

Un libro che è anche un album, un racconto attraverso immagini sul filo delle emozioni, nel quale immergersi. Ho incontrato Shirin Amini, autrice con il cantautore Niccolò Fabi e l’ho sfogliato con lei, ripercorrendone la nascita. Quell’alba è venuta dopo una notte scura, lunga e forse troppo breve ad un tempo, dolorosa e pungente, dalla quale qualcuno poteva pensare non sarebbe più sorto il sole. E invece no quella luna rossa ne ha prodotti tanti di piccoli soli che cresceranno. E’ un libro da vivere, nel quale perdersi che ci chiede di condividere la sofferenza per poter gioire davvero inseguendo un aquilone che è l’immagine che io mi sono fatta della piccola Olivia, detta Lulù. Ho incontrato Shirin Amini, mamma autrice e il titolo che si potrebbe dare al libro, quello raccontato tra di noi, suona più o meno così “Per non perdere la nostalgia dell’infanzia”. E’ stato presentato al Salone del Libro di Torino e poi ha fatto una tappa a Lecce alla Libreria Liberrima quindi comincia il suo viaggio tra i lettori.

Com’è nato questo libro? E’ nato per fissare un momento irripetibile, quello del concerto nella data del compleanno di Lulù, non con l’idea di ripetere ma di condividere. L’immagine è quella del cerchio, dell’abbraccio collettivo che ho sentito stringersi intorno a me e a Niccolò, con la volontà non di celebrare il dolore che è intimo e solo nostro perché Olivia è la nostra bambina. Una parte però, quella dell’empatia profonda, abbiamo deciso di condividerla.

Dall’ispirazione all’intenzione: a chi è dedicato il libro oltre ovviamente che a Lulù? Alla realizzazione di fondi per il nostro ospedale in Angola, a Chiulo, nell’estremo sud del paese quasi al confine con la Namibia. Oggi vi lavorano 3 medici del Cuam e ci sono 400 posti letti. I nostri sforzi si sono concentrati sul reparto pediatrico che era il più disastrato in un paese dove un bambino su 5 non arriva ai 5 anni di età.

Qual è l’origine di questa scelta? Al momento del concerto ci siamo chiesti a chi devolvere i fondi ma dato che Niccolò era già legato al Cuam, è diventata la nostra strada. L’idea in ogni caso era di rivolgerci all’infanzia per una vicinanza empatica con la nostra esperienza, un dolore che ha colpito una bambina. Così dall’idea siamo passati al progetto fino alla realizzazione della Fondazione Parole di Lulù una onlus che opera nella sanità rivolta ai più piccoli.

Cosa ‘racconta’ il libro? Una storia fotografica di una giornata realizzata principalmente da Mirta Lispi, Simone Cecchetti e Stefano Caporilli insieme con me arricchita dalle persone che ho sentito più vicine e con le quali sono più in confidenza con un messaggio. Per delimitare le emozioni ho chiesto un sms o una mail con un pensiero legato alla giornata del concerto, dalla preparazione, all’attesa, alla serata.

C’è un filo conduttore? L’unico criterio è quello dell’amicizia e anche gli artisti che hanno partecipato al concerto sono tutti amici almeno per Niccolò e il risultato è stato molto forte perché la parola pur lieve come un pensiero, un battito di ciglia e un sussurro, non è digeribile e arriva dritta.

E’ strano perché di solito si esalta sempre la forza delle immagini mentre la parola ha una sua mediazione. Niccolò come ha contribuito al libro?
Ha scritto la prefazione mentre io la postfazione. L’introduzione è il suo punto di vista della giornata concerto dalla parte del papà della festeggiata.

Nel libro si incontra Lulù direttamente e come? La scelta di mettere una foto della piccola è stata una decisione molto sofferta perché avevamo un certo pudore però capivamo che c’era qualcosa di strano in una pubblicazione nel nome di qualcuno che non si vedeva. Così abbiamo inserito una foto nell’ultima pagina sotto l’ala della copertina, con Lulù appena sveglia illuminata con la luce del mattino.

Lo chiameresti un libro di ricordi o in memoria di una persona cara? Mi sembra che ci sia una certa reticenza in te nel definirlo… In effetti è lontano da me e da Niccolò l’idea di celebrare una persona, di pensarla al passato. Direi piuttosto che è la testimonianza di una giornata speciale per vivere e rivivere l’emozione di quelle ore, un viaggio anche per chi non ci conosceva e non ha potuto esserci.

Cosa ricordi in particolare di quel giorno? La cosa più bella l’umanità che è come io vorrei che fosse, tutti uguali insieme stetti in una grande abbraccio collettivo. Così anche nel libro abbiamo cercato di restituire la fisicità tipica dell’infanzia. E’ un oggetto da toccare, che va piano ma entra dentro a poco a poco, con una certa timidezza e ritrosia. In questo sento che mi assomiglia.

Quanta musica c’è nel libro? Direi che c’è solo musica che lega le pagine del libro e le ore di quel giorno in un abbraccio continuo e spontaneo che si rinnovava.

Non abbiamo parlato del titolo che ha invece una lunga storia. Lulù era il soprannome della bambina che amava molto la canzona di Mina Parole, parole, parole. Dopo quello che è successo ci è capitato per caso di accendere la radio in macchina e di sentire quella canzone. Poi rientrando a casa abbiamo trovato una lettera della cantante che non conoscevamo e che si è detta molto colpita da quello che ci era accaduto e ci manifestava il suo calore. Le abbiamo risposto raccontando la predilezione di Lulù per quella canzone ed è nata una seconda incisione a due voci con Niccolò (anche se non si sono incontrati fisicamente) ed il resto è facilmente intuibile.

Al di là dei sentimenti più intimi e riservati, comunque vada la vita si resta genitori per sempre e nessuna lingua parla al passato dei figli, ne nomina l’assenza. E’ una parola tabou perché in effetti non c’è una corrispondenza nella realtà. L’essere genitore non è a tempo. Cosa resta, cosa manca, cosa accade di quello che si può raccontare e che il vostro impegno per l’infanzia testimonia? Quello che posso rivelare è che Lulù mi ha fatto sentire la nostalgia dell’infanzia e quella tenerezza che ho ritrovato non voglio perderla più. E’ tutto.

Immagini e parole di Lulù
di Niccolò Fabi, Shirin Amini
Kowalski Feltrinelli
16,00 euro
Una parte del ricavato è dedicato al progetto sanitario in Angola

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