giovedì 4 ottobre 2012

Un viaggio sotto il cielo del Sahara con Emilio Borelli


La notte al Sahara è cielo
di Emilio Borelli



Un diario romanzato, ci confessa lo stesso autore, del suo peregrinare per decenni tra l'Africa e l'Oriente, forse per questo quasi più autentico di un'istantanea da cronista. Qual è poi la verità? Quella dei dati? Della verifica delle fonti? Delle testimonianze? O ancora il sapore dell'immaginazione, la bellezza dell'emozione e la trepidazione del vissuto?
In uno stile diretto, veloce e altalenante come il ritmo del viaggio, Emilio ci accompagna in prima persona nel suo peregrinare con qualche punta lirica - "Intanto era quasi il crepuscolo, Venere già da un po' si era accesa nell'azzurro e ammiccava solitaria" - alternata alla lingua fresca dei compagni di scuola alias di viaggio. Il linguaggio ci tuffa in quelle terre di confine dove la purezza è prona alla contaminazione dalla lingua dei colonizzatori alla 'misticanza' locale delle varie etnie e tribù. E questo il senso di mescolare, la resa dell'ascolto che anche nel dialogo a due e sempre un rimando alla voce collettiva. Questo intercalare è spontaneo, lontano da ogni vezzo accademico e ben spiegato, indispensabile nel caso dell'arabo o delle lingue berbere.
L'andamento è spontaneo e si ha l'impressione di un vero diario di bordo dove l'inizio e la fine coincidono con la partenza e un'altra partenza, descrivendo un 'pezzo' di cammino, non la compiutezza di un tragitto perché nel viaggiare dell'autore 'dietro un viaggio c'è sempre un altro viaggio per ricominciare'. Si avverte infatti la preparazione di ogni viaggio, meditato a lungo, ma camminando a briglie sciolte "con tutta la calma dell'Africa", senza quel procedere scandito e ritmato da una schedulazione turistica. I monumenti fanno da sfondo, insieme ai paesaggi perché più che per vedere si procede per sentire e incontrare, accogliendo l'altro, con simpatia e ironia, senza diffidenza, distacco arroganza; senza neppure la fascinazione ingenua dell'esotismo di un innamoramento iniziale. Semmai una nota romantica è riservata al paesaggio, al cielo del deserto che anch'io credo sia una delle emozioni più grandi che la natura possa dare. E' cosi alto quel cielo, cosi profondo. Si percepisce forte la notte possente perché "Al tropico, si sa, è breve l'attesa dal tramonto all'imbrunire ed alla notte più nera...". In effetti "il buio nel Sahara è repentino, all'imbrunire la luce passa dal trionfo del tramonto più infuocato all'azzurro monotono".
C'è un'altra geografia che a mio parere ha un ruolo importante negli scritti di Borelli, quella femminile, guardata con tenerezza senza compassione, con divertimento talora e disincanto: quella delle donne che solo un europeo può guardare con pietà - ché la signora in questione non vorrebbe assomigliare a noi e trova offensiva una pubblicità delle calze - e le prostitute, tante che popolano le notti africane. E' un libro per il piacere di raccontare, che raccontando insegna, con la voglia di fissare i ricordi; non sembra un libro nato dalla voglia di informare, piuttosto di testimoniare, di invitare a partecipare al gioco e al rischio del 'viaggiatore della montagna'.

La notte al Sahara è cielo
di Emilio Borelli
IBISKOS EDITRICE RISOLO
12,50 euro

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