martedì 18 dicembre 2012

Da Editoriaraba La libreria di Pamela Stella Ghada


Top ten arabista di Pamela Stella

1.Ghada Samman, "Un taxi per Beirut" (tradotto dall’arabo di Samuela Pagani)
Il mio primo amore, scoperto all’Università. Libro-vaticinio della guerra civile libanese, e solo per questo dovrebbe essere letto, almeno per comprendere il potere della letteratura! Ma c’è di più, un taxi collettivo, un sogno comune: arrivare a Beirut! L’entusiasmo iniziale lascia subito il passo alla delusione: i protagonisti si scontrano con una finta emancipazione, con una modernità solo apparente in una città che assomiglia di più ad un “Ospedale psichiatrico”, dove ciò che conta è apparire più che essere.

2. Hoda Barakat, "Malati d’amore" (tradotto dall’arabo di Samuela Pagani)
Al centro del romanzo Ahl al-hawa (titolo originale, letteralmente “La gente della passione”) c’è la follia, non come patologia mentale, ma come ribellione alla logica cieca del gruppo, e come incapacità di assemblare i ricordi. Anche nella scrittura di questa autrice è presente la guerra civile in Libano, i suoi effetti sul mondo interiore. Un libro che viaggia su più piani, a volte complesso.

3. Ghassan Kanafani, "Uomini sotto il sole" (tradotto dall’arabo di Isabella Camera D’Aflitto)
Un altro libro che risale al mio periodo universitario, consigliato dal professore ma letto con gran piacere. Un libro attuale, una storia che, purtroppo, si ripete negli anni ma con un’altra collocazione geografica.

4. Mahmoud Darwish, "Halat Hisar" (Stato d’assedio)
Un autore a cui sono molto affezionata e un libro particolarmente importante per me, al centro della mia tesi triennale. Non ancora tradotto e pubblicato in Italia (a parte la mia traduzione) ma voci più informate mi dicono che presto sarà pubblicato anche in italiano. E' possibile leggerlo in francese: "Etat de siège" (per la traduzione di Elias Sanbar). 

5. Sonallah Ibrahim, "La commissione" (tradotto dall’arabo di Paola Viviani) 
Un libro che all’inizio disorienta un po’, difficile addentrarsi nell’atmosfera kafkiana così ben resa dallo scrittore egiziano. Tuttavia siamo di fronte a un libro di grande valore, l’autore dipinge l’immagine dell’intellettuale alienato che nonostante le grandi facoltà mentali soccombe alle intimidazioni di un’autorità dispotica.

6. Sahar Khalifa, "La porta della piazza" (tradotto dall’arabo di Piera Redaelli)
Sullo sfondo dell’intifada palestinese, si intrecciano le storie e i destini delle donne del quartiere di Bab as-Saha (da cui il titolo), simbolo dell’intera Palestina. Sahar Khalifa è stata definita la più celebre scrittrice palestinese contemporanea.

7. Fatima Mernissi, "La terrazza proibita. Vita nell’harem" (tradotto dall’arabo di Rosa Rita D’Acquarica)
La sociologa marocchina in questo libro ci parla del contrasto fra tradizione e modernità nella società marocchina, dando spazio alla voce delle donne il cui desiderio di libertà cammina di pari passo con la difesa della propria cultura. Un libro che è anche una battaglia agli stereotipi, uno su tutti l’idealizzazione dell’harem.
8.‘Ala al-Aswani, "Palazzo Yacoubian" (tradotto dall’arabo di Bianca Longhi)
Il Palazzo è un microcosmo, espediente letterario utilizzato dall’autore per dipingere l’immagine dell’Egitto moderno in piena crisi identitaria.

9. Assia Djebar, "Donne d’Algeri nei loro appartamenti" (tradotto dall’arabo di Gianfranco Turano)
Sullo sfondo di un secolo di storia (dall’ 800 fino ad arrivare agli anni dell’indipendenza), Djebar presenta le donne algerine in un insieme di pensieri, canti e grida che a volte stentano a venir fuori, schiacciate dal colonialismo e da una società patriarcale.

10. Amara Lakhous, "Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio".
Una lettura scorrevole e simpatica, che porta agli occhi di tutti un tema di cui si parla tanto, a volte abusato e ovvio: il tema dell’immigrazione e la convivenza…ma con un tono semplice ed ironico.

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