martedì 16 aprile 2013

Editoriaraba - Una primavera araba…letteraria


"I lettori mi perdoneranno se, nel dare il titolo a questo post, ho usato un’espressione così abusata e dibattuta come “primavera araba”, ma cadeva talmente a pennello per descrivere l’ondata di libri di letteratura (narrativa e saggistica) che sta per arrivare nelle librerie italiane che non ho saputo resistere", scrive l'autrice dell'articolo.
Tra romanzi, polizieschi (soprattutto) e memoir, l’offerta è quanto mai ricca e variegata ed è prova, ancora una volta, dell’interesse sempre alto che l’editoria italiana sta dimostrando (con alterne fortune, bisogna dirlo) non solo nei confronti della letteratura araba ma dei temi legati al mondo arabo-islamico più in generale. 
Non tutti i 10 libri ricadono nella categoria di “letteratura araba”. Nell’ordine, e con le dovute e segnalate differenze, compariranno: Shady Hamadi, Ahlam Mostaghanemi, Iman Bassalah, Rosa Yassin Hassan, Rabih Alameddine, Amara Lakhous, Karim Miské, Khaled al-Berry, Ahmed Mourad e Habib Selmi.


APRILE

"La felicità araba. Storia della mia famiglia e della rivoluzione siriana", Shady Hamadi, Add Editore – esce il 18 aprile
Shady Hamadi, forse lo sapete, è un giovane scrittore e giornalista italo-siriano, già autore di Voci di anime. Attivista per la Siria, da due anni scrive, commenta, riflette e soprattutto gira l’Italia per sensibilizzare il pubblico affinchè di Siria si discuta seriamente e con coscienza. Questo suo secondo libro è un omaggio ai tantissimi siriani morti, alla storia e al dolore della sua famiglia, un tentativo di renderlo comprensibile, questo dolore. È una risposta al famoso "L’infelicità araba" di Samir Kassir e un augurio affinché di Siria, in Occidente, si parli ancora.
Ibrahim, Mohamed e Shady Hamadi: tre generazioni di una famiglia siriana che ha vissuto sulla pelle i dolori della dittatura. Poi ci sono Abo Imad, Eva Zidan, Rami Jarrah e molti altri ragazzi che hanno raccontato al mondo la grande rivolta siriana, eroi che lottano per la libertà di un paese schiavo della propria infelicità. Nelle pagine di Shady Hamadi si incrociano i racconti di una stagione di lotte e di speranze che l’Occidente, distratto e colpevole, ha guardato troppo poco. Hamadi raccoglie testimonianze di sacrifici, di sofferenza, di dolore ma anche di coraggio e di aspettative portate avanti con orgoglio. Il libro è un manifesto per il popolo siriano che sta vivendo la sua primavera nelle piazze e nella rete. "La felicità araba" ci racconta quello che per troppo tempo non abbiamo voluto vedere.
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"L’arte di dimenticare" Ahlam Mostaghanemi, Sonzogno – esce il 19 aprile
La più famosa scrittrice algerina contemporanea torna in Italia con un libro dedicato alle donne e agli uomini che hanno vissuto e perso l’amore. Il libro è uscito nel 2009 per la casa editrice libanese Dar al-Adab con il titolo com.نسيان ed è la seconda opera tradotta in italiano della Mostaghanemi dopo La memoria del corpo (Jouvence, 2002, trad. dall’arabo di F. Leggio), romanzo best-seller e vincitore del Naguib Mahfouz Medal for Literature. 
La scrittrice, nata nel 1953 in Tunisia e che oggi vive a Beirut, ha una pagina Facebook cliccatissima: più di 1 milione di “mi piace”. Non so se mi spiego.. Il suo ultimo libro ha venduto in due mesi più di 100mila copie. Ogni volta che partecipa a fiere del libro e presentazioni, il pubblico è numerosissimo, alla costante ricerca di foto e autografi. Alla prossima fiera del libro di Abu Dhabi infatti sono previste ben due sessioni di autografi.
Sinossi
Quando una donna viene lasciata, tanto più se di punto in bianco, le ambasce del cuore possono travolgerla e spingerla a entrare nel tortuoso tunnel delle supposizioni, delle attese spasmodiche – più o meno sensate – di un segnale, magari nella speranza che non sia proprio l’ultimo e che lui ritorni. Ma così non va. C’è una cosa che le donne dovrebbero imparare dagli uomini, e cioè l’arte di dimenticare. Nessuno ci insegna come si fa ad amare, a evitare di essere infelici, a dimenticare, a spezzare le lancette dell’orologio dell’amore. Come si fa a non tormentarci, a lottare contro la tirannia delle piccole cose, a neutralizzare il complotto dei ricordi e ignorare un telefono che resta muto. 
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"Hotel Miranda", Iman Bassalah, Newton Compton – esce il 25 aprile
L’autrice è tunisina, nata nel 1975, ma vive tra la Tunisia, la Francia e l’Italia. "Hotel Miranda" è il suo primo libro ad essere tradotto in italiano. L’edizione originale è uscita in Francia nel 2012.
Sul sito della casa editrice italiana è possibile scaricare un estratto del libro da leggere in pdf. 
Sinossi
Due donne in fuga. Selma è una giovane dissidente che scappa dalla Tunisia, dal suo regime dittatoriale, e dalle repressioni violente e tuttavia silenziose. Alle spalle un passato doloroso: il carcere, uno sciopero della fame che l’ha quasi uccisa, un amore spezzato e una famiglia – madre e fratellino – che forse non rivedrà mai più. Ma Selma vuole vivere ed essere libera, per questo affronta il mare su un fragile barcone pur di raggiungere le coste di Lampedusa e da lì la città dei suoi sogni: Parigi. Louise, fotografa di successo e figlia della buona società parigina, si sente intrappolata in un ruolo che non ha scelto. Decisa a non trascorrere un altro 14 luglio prigioniera della sua vita, abbandona marito, figli e benessere, facendo perdere le sue tracce.
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"Bozza", Rosa Yassin Hassan, Il Sirente, trad. dall’arabo di Fatima Sai– esce il 25 aprile.
A questo libro e' dedicato un post sul blog.



MAGGIO

"La libraia di Beirut", Rabih Alameddine, Bompiani, trad. di L. Vighi
Alameddine, scrittore di origini libanesi, e già autore di "Hakawati. Il cantore di storie", uscito sempre per Bompiani. L’autore, nato in Giordania da genitori libanesi drusi, oggi vive tra San Francisco e Beirut; ha un account twitter (dove twitta esclusivamente in inglese) e un sito Internet dove è possibile trovare notizie sulla sua bibliografia, che è quasi tutta in inglese. Il che mi fa pensare che sia uno di quegli autori della diaspora libanese che tra arabo, inglese e francese hanno deciso di scrivere nella seconda lingua. Sul destino di questo tipo di autori, sconosciuti e non letti sia dagli arabofoni che dai francofoni, vi rimando a questo articolo di Publishing Perspectives su Rawi Hage, scrittore libano-canadese. 
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"Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario", Amara Lakhous, Edizioni e/o
Non credo ci sia bisogno di presentare Amara Lakhous. Sul sito della casa editrice c'e' una sintesi del suo nuovo, attesissimo romanzo, che ancora una volta è giocato sul filo del racconto giallo multiculturale. Ottobre 2006. Mancano pochi mesi all’entrata della Romania nell’Unione Europea, ma Torino è scossa da una serie di omicidi che coinvolgono albanesi e rumeni. È in corso una faida fra delinquenti, o c’è dietro la mano della criminalità organizzata che prima ‘infesta’ e poi ‘bonifica’ certe aree per speculare nel settore immobiliare? Enzo Laganà, nato a Torino da genitori calabresi, è un giornalista di cronaca nera che vuole vederci chiaro e scoprire il movente degli omicidi. Ma prima di far luce sul caso dovrà occuparsi di una spinosa vicenda che riguarda Gino, il maialino del suo vicino di casa, il nigeriano Joseph. Chi ha portato il maialino nella moschea del quartiere? E soprattutto perché? Enzo dovrà far luce su questi piccoli e grandi misteri usando un bel po’ di fantasia, ironia e tanta pazienza. Un giallo multietnico per raccontare il nostro Paese multiculturale all’insegna della commedia all’italiana.
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"Arab Jazz", Karim Miské, Fazi
Karim Miskè è un autore (e documentarista) francofono nato ad Abidjan da padre mauritano e madre francese, che oggi vive in Francia. Quindi esula un po’ dal nostro ambito, lo so. Mi è concessa una licenza poetica? 
Il suo "Arab Jazz" (apparso in francese nel 2012) è infatti ambientato in Francia, a Parigi; è un poliziesco che ruota attorno al tema dell’immigrazione e dell’integrazione tra ebrei, cristiani e musulmani. Nel 2012 è risultato vincitore del premio letterario Le grand prix de littérature policière. In Francia è stato ben accolto dalla critica e anche dal pubblico, visto che nei primi mesi ha venduto oltre 10.000 copie.
Parigi, XIX arrondissement, ambiente cosmopolita, atmosfere vivaci e creatività. Ahmed Taroudant, affetto da una depressione cronica, vive grazie ai sussidi sociali e la sua esistenza si svolge all’interno di un quadrato di strade ben definito, i cui punti di riferimento sono la bottega di Sam il barbiere, la libreria di Monsieur Paul e il suo stesso appartamento. Il giorno in cui la giovane vicina di casa viene trovata morta, vittima di un omicidio particolarmente efferato, Ahmed è l’indiziato perfetto anche se i due poliziotti che seguono il caso non credono a una pista tanto scontata. La soluzione del crimine si nasconde invece nelle maglie del traffico di una nuova droga chimica i cui attori sono guidati da severi credi religiosi. 



ENTRO L’ESTATE

"Danza orientale", Khaled al-Berry, Mondadori
Siete lettori che spulciano i siti che danno anticipazioni sulle nuove uscite? Se la risposta è sì, forse questo titolo suona familiare, perché la sua pubblicazione era prevista per il 2012. Invece eccolo  ancora in attesa di trovare posto sullo scaffale delle librerie italiane. Sarà forse la mole eccessiva ad aver rallentato la traduzione, visto che in arabo le pagine totali ammontano a circa 600? 
A ben pensarci forse vi suonerà familiare perché Khaled al-Berry, egiziano, è un ex estremista islamico ora pentito, che vive a Londra da rifugiato politico. E il suo "La terra è più bella del paradiso". (Bompiani, 2002) è il racconto di questa incredibile conversione.
Di estremismo islamico si occupa anche "Danza orientale", pubblicato nel 2011 al Cairo dalla casa editrice Dar El Ain con il titolo رقصة شرقية, che è stato finalista al premio per la narrativa araba nel 2011. 
I destini di tre giovani egiziani s’incrociano a Londra, negli anni Novanta. Condividono un segreto legame con l’islamismo radicale. Anche se Hussein viene arruolato dai servizi segreti inglesi, mentre Yasser si troverà coinvolto in una relazione con una ragazza cristiana. Le loro storie si sviluppano in un intricato quadro di trame familiari, rivalità e sospetti, dando vita a un insolito thriller letterario che indaga sui sentimenti e le paure del dopo 11 settembre. 
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"Polvere di diamante", Ahmed Mourad, Marsilio
Ad un anno dall’uscita in Italia di Vertigo (l’avevo recensito qui), Marsilio pubblica un nuovo romanzo dello scrittore egiziano Ahmed Mourad (Egitto, 1978). Con mia grande felicità, posso dirlo?
"Polvere di diamante", pubblicato nel 2010 al Cairo dalla casa editrice egiziana Dar El Shorouk con il titolo تراب الماس , è un nuovo poliziesco ambientato nella città che non dorme mai, il Cairo. 
La tranquilla routine di Taha, giovane informatore medico, viene sconvolta dall’omicidio del padre, anziano insegnante in pensione da anni costretto su una sedia a rotelle. Le indagini finiscono in un vicolo cieco e il caso viene archiviato. Ma Taha vuole che giustizia sia fatta: inizia per lui una ricerca lunga e tortuosa che cambierà per sempre la sua vita, trascinandolo in un inferno popolato di poliziotti corrotti, politici e uomini d’affari disonesti, killer spietati e spacciatori di droga che gli mostreranno il lato più oscuro del Cairo di oggi. 
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"Gli odori di Marie Claire", Habib Selmi, Mesogea
Lo scrittore tunisino (Tunisia, 1951), finalista lo scorso anno all’IPAF con Le donne di al-Basatin, è stato da poco ospite al Festival Incroci di Civiltà, di cui abbiamo parlato ieri, e fonti bene informate mi hanno detto che è stato un bellissimo incontro, moderato da Elisabetta Bartuli traduttrice proprio de "Gli odori di Marie Claire" (finalista IPAF nel 2009), presentato a Venezia in anteprima.
Bartuli ha detto che ’Selmi ha scritto una storia d’amore tra due persone di culture diverse fatta di gentilezza e piccoli scontri culturali quotidiani’. 
Selmi: ‘affronto i grandi temi attraverso le piccole cose. Il mio uomo arabo è fatto anche di fragilità e debolezze.’ 
E ancora, ‘la storia d’amore che ho scritto non è in chiave post-coloniale. Guardo alle piccole cose che uniscono gli individui.’ 
Il libro è stato pubblicato dalla libanese Dar al Adab nel 2008 con il titolo روائح ماري كلير ed esplora il tema dell’incontro tra Oriente ed Occidente attraverso la relazione tra un uomo arabo e una donna occidentale, ognuno dei quali simboleggia il sistema di valori della cultura di appartenenza. Il romanzo non è solo l’incontro tra due culture, ma anche un viaggio nell’amore tra due persone, dal primo sguardo dell’innamoramento, alle ultime parole, rabbiose e gridate.

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