venerdì 19 luglio 2013

Leggendo di filosofia e non solo...



“Gli oggetti che popolano il mondo
Ontologia delle relazioni”

di Maria Grazia Turri

E’ la prima volta, credo, che dai tempi dell’università mi trovo ad avere un approccio critico ad un testo filosofico e mai ritengo, prima d’ora, mi sono azzardata in una recensione. Qualche saggio psicologico o sociologico con componenti filosofiche ma mai un articolo specifico. In effetti credo che una recensione di un testo filosofico sia presuntuoso e un po’ assurdo, semplicemente per un fatto: non si può farne un riassunto. In effetti di un saggio filosofico non si sono passaggi da saltare, tutto è concatenato. Il mio è certamente un invito alla lettura, un’osservazione per avere degli spunti altrimenti ci potrebbe essere solo un’esegesi. A ben guardare il testo di Maria Grazia Turri, complesso ed estremamente ricco di citazioni e riferimenti puntuali, è già ‘divulgativo’ nel senso più nobile: è un testo didattico dove il piacere dell’indagine prevale su quello della tesi e della dimostrazione della stessa. Mi pare che l’autore sia meno preoccupato di farci sapere qual è la sua posizione sul tema di quanto non sia invece attento a stimolare una riflessione in merito agli oggetti e soprattutto a condividere il suo sapere in merito. Tra l’altro questo spirito di condivisione, di partecipazione a quello che scrive lo ritengo un grande pregio e il valore stesso della filosofia, prima del gusto per la pura speculazione che rischia di metterci l’uno accanto all’altro in un esercizio di pure virtuosismo speculativo, confronto e scarsa contaminazione reciproca. L’argomentare spazia dalla filosofia greca alla moderna epistemologia, attinge alle neuroscienze in una visione del tutto originale che caratterizza il pensiero della Turri per la quale il cervello e il suo funzionamento sono misura del pensare stesso; e ancora cita sovente la cinematografia, fatto curioso e intrigante per il filosofo; si muove sfiorando la psicologia, la pedagogia e la sociologia. Il nodo dell’analisi è costituito dall’oggetto non in una mera tassonomia della realtà quanto nella fondazione delle relazioni, degli esseri umani con gli oggetti – siano essi reali o concettuali, oggetti che hanno un archetipo in natura e quelli che non ce l’hanno – e le relazioni tra i vari soggetti attraverso gli oggetti; come del soggetto con se stesso come oggetto essendo anche un corpo, oggetto del tutto singolare. Grande spazio è riservato al linguaggio e alla sua relazione con gli oggetti e con il pensiero e all’individuazione di un’eventuale corrispondenza tra differenti oggetti e differenti atti di percezione, immaginazione, comprensione. E’ un testo da leggere e rileggere, molto denso, dove si scende di livello in livello in un’articolazione sempre più complessa, senza però mai perdere la visione ‘insieme, grazie anche ad una forte capacità iconopoietica dell’autore che ci restituisce immagini ed esperienze di vita, al di là delle catalogazioni come la relazione tra l’oggetto e i nostri sensi e le difficoltà di apprendimento nei primi anni di vita dei bambini ciechi e il loro ritardo nel linguaggio che mi ha molto colpita.
Seppure in alcuni passaggi richieda riferimenti storico-filosofici nutriti e un vero e proprio studio mnemonico, resta la suggestione e lo spunto di riflessione su quanto è molto più vicino a noi di quello che pensiamo, tanto da non soffermarci neppure a pensarlo: gli oggetti che popolano il mondo.


“Gli oggetti che popolano il mondo
Ontologia delle relazioni”
di Maria Grazia Turri
Carocci
25.00 euro

1 commento:

  1. Grazie di questa recensione. Come si dice dice qui le tassonomie non possono essere chiuse perché l'applicazione dell'ingegno umano ci dimostra che "creiamo" sempre qualcosa di nuovo che modifica e articola la nostra esistenza nella quotidianità. Creare una classificazione chiusa è come dire che non c'è più spazio all'immaginazione e alla realizzazione di nuove opere dell'ingegno. E' come decretare la fine dell'essere umano così come lo conosciamo

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