lunedì 9 settembre 2013

Rivolte in atto - Dai movimenti artistici arabi ad una pedagogia rivoluzionaria di Paola Gandolfi

Lunedì, 02 Settembre 2013 Ilaria Guidantoni Ho incontrato l’autrice di questo libro sui movimenti culturali ed artistici legati alle rivolte arabe al Festival Onde mediterranee a Monfalcone quest’estate, ma solo virtualmente, perché ci siamo perse per un giorno, in questo girovagare, come in un viaggio nel viaggio rappresentato dal mondo dei festival. Pochi giorni fa ho ricevuto in omaggio il suo testo “Rivolte in atto”, documento puntuale, critico e articolato che consente senza pretese di esaustività un ampio sguardo su questi ultimi anni tunisini, con alcuni riferimenti al mondo delle rivolte arabe ed in particolare all’Egitto. Rivolte in atto Dai movimenti artistici arabi ad una pedagogia rivoluzionaria di Paola Gandolfi Mimesis Eterocopie 16.00 euro Il testo è altresì di facile e piacevole lettura anche per i non addetti ai lavori e conferma la vocazione didattica dell’autrice, mai troppo didascalica, arabista e ricercatrice in Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università di Bergamo al Dipartimento Scienze Umane e Sociali, dove insegna Politiche educative dei paesi arabo-islamici del Mediterraneo. Da segnalare innanzi tutto il punto di vista originale di uno sguardo attento al risveglio artistico che ha interessato la Tunisia dopo la fine del regime di Ben Ali, ai fini della comunicazione e soprattutto del nuovo linguaggio che la cultura artistica giovanile disegna nello scenario del mondo dell’istruzione e dell’insegnamento. E’ un tema di grande rilievo perché la Tunisia, dopo aver dedicato grande impegno all’istruzione e alla coltivazione della libertà d’espressione e di uno sguardo ampio rivolto alla scena internazionale, nei 23 anni di dittatura del Rinoceronte, è precipitata in una stasi culturale e informativa impressionante anche se, come fa notare l’autrice, il fuoco è stato mantenuto vivo sotto la cenere, per incendiare dalla seconda metà degli anni Novanta del Novecento, gli unici spazi possibili di condivisione, la virtualità e poi scendere in piazza, nei luoghi reali di incontro. Paola Gandolfi sottolinea infatti come la cultura per essere tale dev’essere diffusa e condivisa e per questo percorso necessita di una strada sulla quale camminare, quella appunto dei luoghi di incontro che il regime ha sempre boicottato. Per me è stato sorprendente trovare tanta sintonia nell’interpretazione, nei riferimenti culturali classici della cultura mediterranea e rivivere molte pagine dei miei libri e prima ancora dei miei viaggi ritrovandovi tanti amici come il regista Mourad Ben Cheikh, personaggi di due miei libri sulla Tunisia e Mohammed Belkadhi, artista di cui un’opera è la copertina di un mio romanzo. L'articolo integrale su Saltinaria.it

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