martedì 1 settembre 2015

Hôtel Saint-Georges di Rachid Boudjedra

Scritto da  Ilaria Guidantoni Lunedì, 31 Agosto 2015

L’Hotel Saint-Georges dello scrittore algerino contemporaneo Rachid Boudjedra, edito da Le Livre de Poche è un romanzo corale con uno stile asciutto, duro e poetico insieme come solo la letteratura algerina riesce a fare rendendoci cinematograficamente la vita nella sua commedia che è insieme tragedia. Un romanzo a più voci ed un affresco sulle ferite e le cicatrici di un popolo martoriato da secoli di scorribande, invasioni e oppressioni. La guerra d'Indipendenza e il cosiddetto decennio nero, rispettivamente, il periodo dal 1954 al 1962 e gli Anni Novanta afflitti dal terrorismo di matrice islamico-estremista, non sono che l'epilogo più doloroso di una lunga guerra.

Come emerge dal libro, l'Algeria ha subito la più lunga guerra mai esistita al mondo, peggio della guerra dei Cent'Anni, dal 1830 al 1962, tanto è durato il periodo francese. In una galleria di affreschi emerge il ritratto di un paese straziato, lacerato e un'umanità tenera e feroce ad un tempo che non può dimenticare. La vicenda narra il viaggio di una donna, Jeanne, nell'Algeria del padre, un paese che non ha mai conosciuto ma che prova a incontrare all'indomani della morte del genitore. Il padre, Jean, era un ebanista costretto dalla vita a costruire tombe per i caduti per i francesi. Il mestiere, come racconta in una lunga lettera alla figlia che le lascia per farle sapere i suoi ultimi desideri, lo ha reso un morto da vivo. Così le chiede di non seppellirlo perché il suo corpo sia cibo per i vermi, ma di cremarlo e di disperdere alcuni grammi delle sue ceneri nella Baia di Algeri al suo arrivo dalla traversata da Marsiglia.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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