lunedì 19 ottobre 2015

"Cani sciolti" di Muhammad Aladdin

Scritto da  Ilaria Guidantoni Giovedì, 15 Ottobre 2015

Una sceneggiatura più che un romanzo questa suburra in salsa egiziana, vista dalla parte della gente comune, anzi dei giovani e per questo particolarmente dura. Crudo, impietoso affresco del Cairo di oggi di giovani senza speranza che navigano a vista. Una vita consumata in un limbo di emozioni perfino nel vizio.

"Cani sciolti" è un'espressione che indica una generazione allo sbando cresciuta nei paesi arabi tra gli anni Ottanta e Novanta dominati da dittature e consumismo, schiacciata negli anni Duemila da un limbo di corruzione, crisi crescente e impoverimento di valori e cultura; per finire nell'esplosione delle rivolte arabe che non hanno saputo ancora ricostruire un futuro. Il risultato è una generazione perduta che non ha il fascino della trasgressione ma si trascina indolente senza ambizioni né emozioni. I cani sciolti del Cairo assomigliano così a quelli che "reggono i muri" ad Algeri. Il romanzo è scritto come una sceneggiatura dai toni crudi, senza mediazione linguistica, carichi di una violenza profonda e amara, che appare senza redenzione né riscatto. Non esiste quasi una trama in questa vicenda ambientata nelle strade rumorose del Cairo, che suggeriscono atmosfere lugubri e notturne, rischiarate da fari per lo più minacciosi: quelli delle camionette della polizia. Note noir che sfumano in un thriller senza soluzione e dove tutti sono colpevoli proprio all'ultima riga.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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