lunedì 22 maggio 2017

Corri più che puoi di Maria Elisabetta Ranghetti


“Corri più che puoi” di Maria Elisabetta Ranghetti

Scritto da   Lunedì, 22 Maggio 2017 
“Corri più che puoi” di Maria Elisabetta Ranghetti
Israele e il suo terreno di gioco minato è l’altrove di questa scrittrice alla sua seconda prova letteraria, che la trova più matura, in un libro articolato e complesso dove c’è la stoffa del romanziere per una storia ben congeniata, non a tesi e nella quale l’autore si mantiene alla giusta distanza senza innamorarsi di nessuno dei personaggi. Nessun lieto fine o finale tragico ma un’evoluzione costante e sorprendete com’è la vita, fatta di svolte e di tante sfumature. Al centro Gerusalemme città amata e i suoi conflitti che sono metafora, simbolica e particolarmente acuta di ogni vita ed essere umano: arabo ed ebreo; americani con l’anima newyorkese o ebrea; ebrei religiosi o laici: tutti sono lacerati spesso nell’impasse di non poter conciliare i propri poli opposti. Un libro sull’amicizia e sul dialogo difficile, talora impossibile tra libertà e responsabilità, anche della propria libertà, stretto tra voglia di affermarsi e appartenenza alla famiglia, all’ambiente sociale, al paese, a qualcosa che comunque si sceglie.

Un libro che offre più di quello che promette. Parte come la storia di un’amicizia impossibile, uno dei tre piani del libro e delle tre storie di dialoghi difficili, intrecciate tra di loro, tra parentele e conoscenze, che vengono in contatto e in urto. In effetti è molto di più e quell’orizzonte che all’inizio appare definito, Gerusalemme e i suoi quartieri che definiscono il sottotitolo di ogni capitolo, privo invece di titolazione e affiancato solo da un numero progressivo, perché diventa metafora di ogni zona di conflitto come terreno di gioco e di spartizione dei contrari, che però è anche allegoria della vita, raramente un monocolore. La tinta unita sembra piuttosto un approccio che un punto di partenza, alla quale si arriva non senza sofferenza, tentativi ed errori, qualche deragliamento. I piani all’inizio distinti, sono sempre più intrecciati, senza perdere il filo ed Elisabetta si definisce un’abile narratrice. Non sembra interessata alla lingua. Non è lo stile, per altro piano e scorrevole, il suo interesse: buono per altro il dosaggio di termini ebraici, di informazioni culturali, religiose e di nozioni sul Paese con note, chiare che non appesantiscono la lettura.

Per una lettura completa dell'articolo:  http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/corri-pi-che-puoi-di-maria-elisabetta-ranghetti-recensione-libro.html

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