lunedì 8 maggio 2017

Kamel DAOUD, Je reve d'etre tunisien



“Je rêve d’être tunisien - Chroniques 2010-2016” di Kamel Daoud

Scritto da   Domenica, 07 Maggio 2017 
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“Je rêve d’être tunisien - Chroniques 2010-2016” di Kamel Daoud
Letteralmente sogno di essere tunisino, ovvero libero, perché la Tunisia appare al giornalista e scrittore algerino – consacrato al successo internazionale con il romanzo Mersault, contre-enquête – il paese della possibilità, di chi ha il coraggio di guardare avanti e di non vivere in nome del passato, dei morti e dei martiri. Autocritica dell’Algeria che non ha curato le proprie ferite, il testo – presentato alla recente fiera del libro a Tunisi – è una raccolta di “cronache”, commenti e analisi dell’attualità del mondo arabo, lucida, a tratti poetica, con una disamina del terrorismo che condivido pienamente: i djihadisti non sono figli delle rivoluzioni ma delle dittature che le hanno precedute.

Ho incontrato Kamel Daoud la prima volta virtualmente a Parigi quando era uscito il suo romanzo, “anti-Camus” – l’edizione algerina Barzakh è del 2013 - con il quale ha vinto il Goncourt du premier roman nel 2015 e che gli ha dato la notorietà (la recensione è su Saltinaria). Tra l’altro è uscito nella traduzione italiana con il titolo Il caso Mersault (pubblicato da Bompiani). L’ho incontrato di persona a Tunisi dove ha presentato il suo nuovo libro, di taglio giornalistico – Kamel è un redattore del quotidiano di Orano, città dove vive – con l’edizione tunisina, in occasione della Foire du livre che si è tenuta al Kram a Tunisi dal 29 marzo al 2 aprile scorsi.
Giornalista battagliero, non amato da molti connazionali perché aspramente critico verso il proprio paese che accusa di crogiolarsi nel sangue della vittime, nel coltivare la disperazione invece che il coraggio della speranza e di un generale ripiegamento su se stesso, pur esprimendo un grande amore e ammirazione per la Tunisia, mantiene un’apprezzabile lucidità di analisi. Il titolo, che tradotto letteralmente è “Sogno di essere tunisino”, sottintende l’equazione con libero, come lo è un cittadino tunisino dal momento della rivoluzione del 14 gennaio 2011 anche se – correttamente a mio parere – l’autore sottolinea come i Tunisini abbiano ucciso l’autorità del padre-dittatore ma non ancora la sua autorevolezza interiore e come l’autocensura sia più difficile da sconfiggere.
Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-libri/libri/je-reve-d-etre-tunisien-chroniques-2010-2016-di-kamel-daoud.html

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