“A Calais” di Emmanuel Carrère
Scritto da Ilaria Guidantoni Venerdì, 30 Marzo 2018
Traduzione a cura di Lorenza Di Lella e Maria Laura Vanorio
Un libro breve e denso, un viaggio dentro Calais nella cosiddetta Giungla, quella degli immigrati cercando di raccontare una città non uno zoo dove giornalisti, fotografi e scrittori vanno come in una riserva indiana. Carrère ha il pregio della curiosità reale, non dell’intenzione: racconta non spiega e non procede per tesi, nemmeno quello buone o buonista. Racconta uno spaccato fatto di persone e una città dove viene voglia di andare.
L’occasione di questa lettura è una di quelle che Gustav Jung chiamerebbe le coincidenze significative. Ho ascoltato al mattino, distrattamente essendo in partenza, il telegiornale che parlava della situazione critica a Calais in Francia, zona di frontiera dove si accalcano immigrati disposti a tutto pur di andare in Inghilterra. Quella è infatti la loro meta prioritaria perché qui affluiscono persone che masticano meglio l’inglese del francese, perché Oltre Manica le condizioni di lavoro e la disponibilità è più facile e flessibile e perché i controlli meno stringenti.
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