lunedì 12 gennaio 2015

"Soltanto il cielo non ha confini" di Guido Mattioni

Ilaria Guidantoni Giovedì, 01 Gennaio 2015

Un libro è anche un oggetto e parla con la sua carta oltre che con la sua storia: i libri di Guido Mattioni cominciano dalla copertina e dal titolo, un messaggio forte e centrale, la suggestione malinconica e determinata dell’avventura che è la vita. “Soltanto il cielo non ha confini” è letteratura pura, nutrita dalla conoscenza e dalle esperienze di un inviato speciale che ha visto con i propri occhi luoghi e persone, ascoltato voci, cercato indizi, ma che ci restituisce una vera storia letteraria, non un reportage camuffato da letteratura. Ben scritto, senza contaminazioni televisive ed effetti speciali, ha il gusto della buona lingua, con momenti poetici come anche la capacità di piegarsi ai diversi registri dei personaggi. Non domina i protagonisti, non li omologa attraverso la propria voce, non ce li restituisce in uno stile ‘unificato’ e conformato come un buon cronista. Guido si nasconde per farli vivere e restituirceli nella loro tenerezza, brutalità, qualche volta volgarità. Senza moralismi, il libro è anche un messaggio etico che attinge ai valori universali dell’esistenza, della responsabilità dell’uomo con se stesso, alla ricerca del proprio benessere profondo, con il coraggio di andare e tornare a se stesso.

E’ una storia di emigrazione dal sud verso “l’America”, una metafora del sogno e della promessa per chi è disposto a tutto non avendo nulla da perdere. Il confine tracciato dal Rio Grande, un nome presuntuoso come ci racconta l’autore con una certa ironia, è tracciato sulla terra dagli uomini ma non ha un senso, se non di strumentalizzazione politica. L’umanità in cielo non è separata né divisa da barriere. Questo confine è secondo al mondo solo a quella tragica linea immaginaria che separa la Sicilia dalla Tunisia e che a livello internazionale viene detta una faglia sociale. Segna infatti un divario incolmabile tra due mondi che si costeggiano, ma viaggiano lontani anni luce tra un ‘nord’ nei due casi citati, ricco e vecchio, e un ‘sud’, povero e giovane. La storia di trafficanti di uomini e braccia, di disperati strappati alla propria patria che annaspano in un nuovo mondo che spesso diventa un nuovo inferno è la storia di un’ordinaria follia, tremendamente attuale.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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